Socii e foederati: differenze tra le versioni
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Una pace definitiva con l'Impero arrivò solo nel 416, allorché Costanzo concesse ai Goti, condotti dal loro nuovo re [[Vallia]], di insediarsi in qualità di ''foederati'' in [[Gallia Aquitania|Aquitania]] e si impegnò a rifornirli di 600.000 moggi di grano: in cambio i Goti avrebbero combattuto i [[Vandali]], gli [[Alani]] e gli [[Suebi]] che avevano occupato militarmente gran parte della [[Spagna romana|Spagna]] e avrebbero restituito Galla Placidia.<ref>Olimpiodoro, frammento 31.</ref> Fu comunque solo verso la fine del 418 che avvenne effettivamente l'insediamento in Aquitania, nella valle della Garonna, dopo che i [[Visigoti]] avevano passato gran parte del 416, del 417 e del 418 a combattere per conto dell'Impero gli invasori della Spagna. I Visigoti furono insediati in ''Aquitania II'' e in alcune regioni delle province di ''[[Novempopulana]]'' e di ''Aquitania I''. L'Aquitania sembra sia stata scelta da Costanzo come terra di insediamento per i ''foederati'' Visigoti per la sua posizione strategica: infatti era poco distante sia dalla Spagna, dove rimanevano da annientare i Vandali Asdingi e gli Svevi, sia dalla Gallia nord-occidentale, dove forse Costanzo intendeva impiegare i Visigoti per combattere i ribelli separatisti [[Bagaudi]] nell'Armorica.<ref>{{cita|Heather|pp. 298-299.}}</ref>
Secondo [[Filostorgio]], i Goti ricevettero terre da coltivare.<ref>Filostorgio, XII,4.</ref> Sulla base dell'analisi dei codici di legge visigoti e burgundi, si ritiene generalmente che i Goti ottennero, in base all<nowiki>'</nowiki>''[[hospitalitas]]'', almeno un terzo, se non i due terzi, delle terre e delle abitazioni della regione, e godettero dell'esenzione dalle imposte; si noti che nel Tardo Impero, l<nowiki>'</nowiki>''hospitalitas'' consisteva nell'ospitare nelle proprie abitazioni i soldati romani acquartierati in città cedendo loro temporaneamente un terzo delle loro case; l<nowiki>'</nowiki>''hospitalitas'' era dunque un diritto già vigente per l'esercito regolare e solo in seguito applicato ai ''Foederati''; a differenza dei soldati regolari, tuttavia, i ''Foederati'' ottennero probabilmente i due terzi delle terre a loro assegnate e in maniera permanente.<ref>{{cita|Ravegnani 2012|pp. 89-90.}}</ref> In alternativa, non è da escludere che i Goti avessero ricevuto terre da coltivare, presumibilmente terre abbandonate o pubbliche per evitare di dover ricorrere a confische a danni dei proprietari terrieri, non in base all<nowiki>'</nowiki>''hospitalitas'', bensì in qualità di [[veterano (storia romana)|veterani]] dell'[[esercito romano]] congedati dopo aver combattuto in Spagna contro Vandali, Alani e Svevi; solo in un tempo posteriore i Visigoti si sarebbero impadroniti dei due terzi delle terre in base all'''hospitalitas''.<ref>{{cita|Cesa|pp. 171-172.}}</ref> Altre teorie alternative sostengono che i Goti avrebbero ricevuto non terre da coltivare ma un terzo o i due terzi delle entrate fiscali della regione di insediamento; esse però non hanno ricevuto un consenso generale e sono state contestate ad esempio da Heather, che sostiene che negli anni successivi al 418 non si ha traccia «che l'Impero finanziasse direttamente i Goti con il suo gettito fiscale» e che l'assegnazione di terre da coltivare ai Goti è confermata da Filostorgio.<ref>{{cita|Cesa|pp. 170-171.}}</ref><ref>{{cita|Heather|p. 297.}}</ref>
Il territorio, almeno inizialmente, continuava ad appartenere legalmente all'Impero, tanto che per qualche tempo continuarono ad operare nella regione i funzionari civili romani, malgrado l'insediamento dei Visigoti.<ref>{{cita|Ravegnani 2012|p. 90.}}</ref> Di fatto, l'insediamento in Aquitania di una popolazione non sottomessa, i Visigoti, rischiava di minare la fedeltà delle popolazioni locali a Roma: già nel corso dell'occupazione visigota della Gallia Narbonense del 414-415, i Visigoti avevano goduto non solo dell'appoggio dei ceti inferiori, oppressi dal fiscalismo romano, ma anche della collaborazione con gli stessi proprietari terrieri, i quali avevano riconosciuto Attalo come imperatore legittimo.<ref>{{cita|Heather|p. 306.}}</ref> Questo fenomeno era molto dannoso per l'Impero, perché le rendite imperiali si basavano sull'intesa con i proprietari terrieri, i quali, in cambio di privilegi e della loro difesa tramite le leggi e l'esercito, accettavano di pagare le tasse.<ref name=Hea307>{{cita|Heather|p. 307.}}</ref> Secondo Heather, «l'Impero romano era sostanzialmente un mosaico di comunità locali che in buona misura si autogovernavano, tenute insieme da una combinazione di forza militare e baratto politico: in cambio dei tributi il centro amministrativo si occupava di proteggere le élite locali».<ref name=Hea307/> Questo baratto politico fu messo in crisi dalla comparsa dei Visigoti: i proprietari terrieri gallici, lasciati indifesi dall'Impero e non potendo correre il rischio di perdere la loro principale fonte di ricchezza, costituita dalle terre, allentarono i loro legami con l'Impero e acconsentirono a collaborare con i nuovi protettori Visigoti, nel tentativo di scongiurare una possibile confisca ai loro danni.<ref name=Hea307/>
Costanzo, tuttavia, aveva compreso la gravità di questo problema, e cercò di limitarne gli effetti ricostituendo il ''Consiglio delle sette province della Gallia'', da svolgersi ogni anno ad [[Arelate]], al fine di ristabilire un'intesa nonché una comunanza di interessi tra proprietari terrieri gallici e centro imperiale.<ref name=Hea307/> Non è da escludere che il consiglio svoltosi nel 418 avesse riguardato lo stanziamento in Aquitania dei Visigoti e delle conseguenze che ciò avrebbe portato per i proprietari terrieri.<ref name=Hea307/> Peraltro la consapevolezza del problema costituito dall'insediamento visigoto è testimoniata dal fatto che fu stabilito che i governatori delle province dove si erano insediati i Visigoti avrebbero potuto inviare al consiglio dei legati in loro rappresentanza nel caso di impedimenti a presentarsi di persona dovuti a una ''occupatio certa'' (l'insediamento visigoto).<ref>{{cita|Cesa|p. 166.}}</ref>
Di fatto, i Visigoti non tardarono nel giro di pochi anni a diventare, per usare le parole di [[Salviano di Marsiglia]], gli effettivi ''domini ac possessores soli romani'' ("padroni e possessori del suolo romano") in Aquitania, espandendo successivamente i loro territori su tutta la Gallia a sud della Loira e su gran parte della Spagna. L'indipendenza completa dall'Impero, ormai praticamente ridotto solo all'Italia e alla Dalmazia, arrivò comunque solo nel 475, appena un anno prima della sua caduta finale.
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