Missile anticarro: differenze tra le versioni

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La questione si poteva risolvere solo con l'installazione dei cannoni anticarro su veicoli blindati, detti ''caccia carri'' come i tedeschi [[Jagdpanzer]] o gli americani [[Tank Destroyer]], ma il loro peso e costo, nonché la difficoltà a far arrivare ovunque questi potenti veicoli, rendeva improponibile l'affidarsi solo ai mezzi anticarro corazzati/meccanizzati.
 
La fanteria ebbe quindi bisogno di armi anticarro portatili, ma i "fuciloni" anticarro, l'altra arma disponibile all'inizio della guerra, erano largamente insufficienti contro i carri armati medi e pesanti. Essi potevano perforare circa 30mm di acciaio, ma pesavano decine di kg e non avevano una distruttività elevata, oltre a necessitare di proiettili con il costoso tungsteno.
La soluzione iniziale che venne escogitata fu la realizzazione di razzi a ''carica cava'', come i [[Bazooka]] statunitensi o i [[Panzerfaust]] tedeschi, ma questi razzi, nonostante la potenza, difettavano di gittata e precisione oltre una distanza ridotta.
 
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La tecnologia però durante gli anni '50 cominciò a consentire una differente visione della questione da affrontare: l'[[elettronica]], ormai economica e affidabile, permise l'introduzione dei missili anticarro, con gittata di 2–3 km, buona precisione, alta distruttività e peso di soli 10–20 kg (circa come un proiettile da 106 mm).
 
I primi missili erano armi a filoguida ( raramente radioguida, teoricamente vulnerabile ai disturbi ma non vincolati dal cavo ), guidati manualmente dall'operatore, con la possibilità di schierare numerose armi collegate allo stesso pannello guida. Esempi furono l'SS-11, il Cobra, l'AT-3 Sagger. Si chiamavano missili a guida CLOS ( ''guida su comando dell'operatore'' ).
 
Appurato che tali missili erano assai imprecisi nelle classiche situazioni sul campo di battaglia ( problemi di concentrazione dell'operatore ), furono sviluppate le versioni con guida automatica, come l'Harpoon, versione semiautomatica del SS-11. La differenza tra la guida CLOS e la [[SACLOS]], era data dalla presenza di un computer che "vedeva" tramite un sensore ottico la traccia IR data da un apposito bengala sulla coda del missile, e calcolava la differenza della posizione dell'arma in volo e quello del punto dove il collimatore mirava. La differenza ( lo "scarto" ) veniva corretta automaticamente.
 
===Anni '70===
In seguito sono stati sviluppati missili più veloci, perché specie i filoguidati risultavano troppo lenti ( fino a 30 secondi per raggiungere i 3 km ) ed ingombranti a causa delle alette non retrattili. Così apparvero, agli inizi degli anni '70, il [[Tube-launched Optically-tracked Wire-guided|TOW]] ed il [[MILAN]]. I nuovi missili erano anche più potenti, ma avevano alcuni problemi.
 
Il maggiore è che mentre i missili a guida CLOS filoguidati sono invulnerabili alle ECM di qualunque tipo, i missili SACLOS (s iasia filo-che radioguidati ) possono essere ingannati da disturbatori o da falsi bengala, capaci di creare situazioni che potevano confondere i computer guidamissili. Inoltre, questi missili sono generalmente azionati con l'operatore solidale con la rampa, quindi se il nemico avesse avvistato la vampata posteriore dell'arma in partenza avrebbe potuto sparare nel punto avvistato ed essere certo di colpire l'operatore; al contrario, con i missili "a guida manuale" non era così: si poteva stare anche a decine di metri di distanza, e oltretutto con intere rampe schierabili sul terreno per un fuoco rapido.
 
Le capacità ed il peso ridotto di tali missili erano ottimali anche per armare i velivoli leggeri, specie gli elicotteri, che potevano ricevere una batteria di missili formata da 4 SS-11 od altri tipi. Presto alcuni elicotteri arrivarono a disporre di una batteria di lancio formata da 8 TOW o 6-8 HOT, con una gittata di 4 km.