Sartoria Farani: differenze tra le versioni

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Negli anni cinquanta, [[Piero Farani]], giovane attore e attrezzista presso la Rai di Torino, si trasferisce a Roma, in cerca di fortuna, nel pieno degli anni del boom economico.<ref>http://samha207.unipr.it/samirafe/loadcard.do?id_card=16889&force=1</ref>. In questo clima, Farani conosce [[Danilo Donati]], collaborando con lui ed entrando a far parte della sartoria Annamode<fer>http://www.treccani.it/enciclopedia/piero-farani_(Enciclopedia-del-Cinema)/</ref>. Qui inizia la realizzazione di bozzetti destinati a spettacoli di varietà, in un momento in cui il cinema italiano vive un periodo carico di eccezionale creatività.<ref>{{Cita web|url=http://espresso.repubblica.it/visioni/societa/2007/07/16/news/farani-40-anni-in-costume-1.4352|titolo=Farani, 40 anni in costume}}</ref>
 
Dopo alcuni anni in cui lavora come assistente, Farani diventa direttore della sartoria.<ref>{{Cita web|url=http://www.farani.it/storia/|titolo=Sartoria Farani- Storia}}</ref> Annamode delle sorelle Allegri.
Da questa esperienza, nasce l'idea e il progetto di fondare una sartoria teatrale in proprio: in questo progetto, Farani è sostenuto da [[Danilo Donati]].
Così, nel 1962, inaugura la Sartoria Farani, la cui prima sede del laboratorio era in Viale Mazzini.<ref>http://www.eccellenzeromane.it/160-farani</ref>.
Il primo spettacolo per cui la sartoria realizza gli abiti è un [[Amleto (film 1990)|Amleto]] con Proclemer/Albertazzi, regia di [[Franco Zeffirelli|Zeffirelli]].<ref>{{Cita web|url=http://www.farani.it/storia/|titolo=Sartoria Farani- Storia}}</ref>
 
La collaborazione tra Farani e Donati dura per più di quarant'anni, un sodalizio che, passando dalla telivisione, al cinema e al teatro<ref>http://www.eccellenzeromane.it/160-farani</ref>, grazie alla sperimentazione di tecniche innovative, tramite l'utilizzo di nuovi materiali, ha caratterizzato un'intera epoca e che ha portato a un cambiamento dei canoni classici della sartoria, dei costumi, e creando quelle che loro definivano le "materie"<ref>{{Cita
web|url=http://www.farani.it/#!/storia/|titolo=}}</ref>.
DallaLa storicaSartoria “officina”Farani diventata un punto di vialeriferimento Mazzinicentrale in tutto il panorama dello lo spettacolo cinematografico, esconoteatrale, lirico italiano e non solo, anche di quello internazionale<ref>{{Cita web|url=http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/200706articoli/22530girata.asp|titolo=Il guardaroba del cinema}}</ref>. La sartoria romana realizza infatti i costumi deiper i più noticelebri film di [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], come, “[[Il Vangelo secondo Matteo]]” ([[1964]]), “[[Uccellacci e uccellini]]” ([[1966]]); “[[Edipo re (film)|Edipo re]]” ([[1967]]) “[[I racconti di Canterbury (film)|I racconti di Canterbury]]” ([[1972]]), “[[Il Decameron]]” ([[1971]])<ref>{{Cita web|url=http://www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it/molteniblog/pasolini-e-il-sodalizio-con-i l-costumista-danilo-donati-di-roberto-chiesi/|titolo=}}</ref>.
 
Dalla fine degli anni settanta, entrano a far parte come collaboatori della sartoria romana, una nuova generazione di registi e costumisti, tra cui [[Emanuele Luzzati|Lele Luzzati]] e [[Santuzza Calì]], [[Franca Squarciapino]], Mauro Pagano, [[Maurizio Scaparro]], Gabriele Lavia e [[Andrea Viotti]]<ref>{{Cita web|url=http://1995-2015.undo.net/it/mostra/55782|titolo=}}</ref>.
 
Dalla storica “officina” di viale Mazzini, escono i costumi dei più noti film di [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], come, “[[Il Vangelo secondo Matteo]]” ([[1964]]), “[[Uccellacci e uccellini]]” ([[1966]]); “[[Edipo re (film)|Edipo re]]” ([[1967]]) “[[I racconti di Canterbury (film)|I racconti di Canterbury]]” ([[1972]]), “[[Il Decameron]]” ([[1971]])<ref>{{Cita web|url=http://www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it/molteniblog/pasolini-e-il-sodalizio-con-i l-costumista-danilo-donati-di-roberto-chiesi/|titolo=}}</ref>.
Celeberrimi restano i costumi per “[[La bisbetica domata (film 1967)|La bisbetica domata]]” ([[1967]]) di [[Franco Zeffirelli|Zeffirelli]], e quelli creati per “[[Il Casanova di Federico Fellini|Casanova]]” ([[1976]]) e per “L’intervista” ([[1986]]) di [[Federico Fellini|Fellini]]<ref>{{Cita web|url=http://samha207.unipr.it/samirafe/loadcard.do?id_card=16889&force=1|titolo=Fondo CSAC Piero Farani}}</ref>.
 
Dalla fine degli anni settanta, entrano iniziano a far parte comecollaborare collaboatoricon dellala sartoriaSartoria romana,Farani una nuova generazione di registi e costumisti, tra cui [[Emanuele Luzzati|Lele Luzzati]] e [[Santuzza Calì]], [[Franca Squarciapino]], Mauro Pagano, [[Maurizio Scaparro]], Gabriele Lavia e [[Andrea Viotti]]<ref>{{Cita web|url=http://1995-2015.undo.net/it/mostra/55782|titolo=}}</ref>.
 
Negli anni ottanta entra a far parte della storia dell'azienda Luigi Piccolo, che inizialmente collabora con Farani. Successivamente sarà proprio Piccolo, una volta subentrato al fondatore della sartoria al momento della sua scomparsa, avvenuta nel 1997, diventandone il direttore, a trasferire l'attività in via Dandolo, attuale sede della sartoria.<ref>{{Cita web|url=http://samha207.unipr.it/samirafe/loadcard.do?id_card=16889&force=1|titolo=Fondo CSAC Piero Farani}}</ref>. Era stato lo stesso Farani che, con estrema lungimiranza, aveva visto in Piccolo il suo ideale continuatore, per l'attività da lui fondata<ref>{{Cita web|url=http://www.artribune.com/attualita/2016/05/intervista-luigi-piccolo-sartoria-farani-roma/a ttachment/sartoria-farani-costume-di-danilo-donatiper-i-clown-di-federico-fellini-courtesy-ofsartoria-farani-2/|titolo=}}</ref>. La direzione di Piccolo è caratterizzata da uno spostamento verso lo studio e la ricostruzione storica del costume, pur non rinnegando e proseguendo la tradizione della sperimentazione che ha caratterizato la sartoria teatrale Farani fin dai suoi inizi<ref>{{Cita web|url=http://www.farani.it/storia/|titolo=}}</ref>.