Fumetto: differenze tra le versioni

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Diversa è la situazione in altri paesi, specie in Italia, dove il fumetto vive gli stessi patemi ma non le stesse vendite americane. Oltre al Corriere dei Piccoli, nascono anche in Italia riviste contenitore che accolgono le uscite d'oltreoceano, ma che ospitano anche i talenti nostrani, in un periodo, quello degli anni trenta, di grande sperimentazione (con personaggi quali il Kit Carson di Rino Albertarelli, pioniere del genere western, le avventure di Dick Fulmine o le imprese fantascientifiche di Saturno contro la Terra). Sperimentazione che si riaccende nel secondo dopoguerra, per portare agli albi a strisce e poi agli albi odierni, dal formato bonelli (ormai formato paradigmatico dell'avventura nelle sue più varie declinazioni) a quello Diabolik (tipico dei gialli), e generando una delle più fervide e interessanti letterature fumettistiche del Novecento, con personaggi che vanno dai semisconosciuti Asso di Picche agli eroi passati come Il Comandante Mark, alle autorità incontrastate come Tex, Diabolik, Topolino, Dylan Dog, Martin Mystere, passando per capolavori ormai quasi persi alla memoria, dal Maestro di Mino Milani, alle storie di Un uomo un'avventura, a Gli Aristocratici di Alfredo Castelli, e a icone che hanno segnato il secolo, da Corto Maltese di Hugo Pratt a Ken Parker di Berardi e Milazzo. La formula più di successo in Italia, dove il mercato è rimasto sostanzialmente di nicchia (e il fumetto è considerato un'arte per poveri, alla stregua degli USA e contrariamente alle opinioni per esempio del pubblico francese o nipponico) è quella del fumetto seriale, che solitamente propone in volumi di brossura dalle 90 alle 200 pagine c.a storie autoconclusive vissute dal personaggio o dai personaggi della serie, uscenti in edicola o in libreria con cadenza regolare (solitamente mensile, più raramente bimestrale, quasi mai trimestrale e meno ancora bisettimanale o quindicinale, uscita solitamente riservata alle riviste spillate). Contrariamente, altrove (per esempio in Francia e in Belgio, ma anche in Giappone) il fumetto è concepito più alla stregua di romanzo a puntate, e le uscite, solitamente irregolari, di un albo di una serie (in Francia e in Belgio di solito cartonato da 48/64 pagg., in Giappone tascabile brossurato da 200/300 pagg.) sono concepite come nuovi romanzi di un ciclo avente gli stessi protagonisti, piuttosto che come un'abitudine ricorrente. Questi formati, inoltre, determinano grandi vendite anche grazie alla grande quantità di pubblico medio (che in Italia non legge fumetti o perché li ritiene di poco valore artistico o perché non legge in generale).
 
Nella seconda metà del 900 gli illustratori diventano fumettisti oltre che pittori, le loro illustrazioni diventato opere d'arte oggetto di mostre, critici e ampi spazi museali, in Italia a fare la storia del fumetto vediamo [[Hugo Pratt]], [[Fernando Carcupino]] e [[Guido Crepax]].
 
Dagli [[anni 1980|anni ottanta]] in poi, e specialmente negli ultimi due decenni, il mercato si è aperto a un nuovo genere stilistico, quello delle [[graphic novel]], ossia romanzi a fumetti, autoconclusivi e non legati a una serie, o comunque concepiti come episodici e non seriali.