Pagano della Torre (XIV secolo): differenze tra le versioni

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|Attività = patriarca cattolico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , [[Patriarcapatriarca di Aquileia]] dal [[1319]] al [[1332]]
}}
 
==Biografia==
Figlio di Caverna della Torre, [[podestà di Mantova]], morto nel [[1280]] a [[Baradello]] - fratello dei [[Governanti di Milano|signore di Milano]] [[Napoleone della Torre|Napoleone]] detto Napo, e di Raimondo patriarca di Aquileia <ref>Flavia De Vitt, DELLA TORRE, Pagano, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 37, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1989.</ref> - e da Orsina Mondelli<ref>J. Siebmacher´s großes Wappenbuch Band 26; Die Wappen des Adels in Niederösterreich Teil 2, S – Z, p. 355; Reprintausgabe der Bearbeitung durch Johann Baptist Witting (Nürnberg 1918), Verlag Bauer und Raspe, Inhaber Gerhard Geßner, Neustadt an der Aisch, 1983.</ref>, appartenente alla nobile famiglia milanese dei [[Della Torre]], insediatasi in [[Friuli]] dopo la cacciata di [[Napoleone della Torre]] da [[Milano]] a seguito della sconfitta nella [[battaglia di Desio]]. Pagano, dopo essere stato vescovo di [[diocesi di Padova|Padova]] dal [[1302]] al [[1319]], successe allo zio [[Cassono della Torre]] come Patriarcapatriarca di [[Aquileia]] (si era già candidato a tale carica, senza successo, nel [[1302]]). Pagano fu anche nominato nel [[1318]] capitano a [[Trieste]].
 
Il patriarca partecipò anche alla crociata contro i [[Visconti]] per la riconquista del [[Ducato di Milano]] da parte dei [[della Torre]], finanziata con la vendita d'indulgenze (pubblicate a Trieste il 13 gennaio [[1322]]). Subì però due pesanti sconfitte a [[Bassignana]] (6 luglio 1322) e [[Vaprio d'Agogna|Vaprio]] (16 agosto [[1324]]), dovendo rinunciare alle mire sulla città di Milano. Rientrato in [[Friuli]] risiedette ad [[Udine]], favorendo i Savorgnan ed altri nobili, frattanto il [[parlamento della Patria del Friuli|parlamento]] si andava affermando anche in campo esecutivo. I debiti causati dalle guerre tuttavia lo costrinsero a vendere la mitra e la biblioteca.