Nozze d'oro: differenze tra le versioni

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== Problemi con la censura ==
Nel dicembre 1911 il film, mentre era all'apice del successo, venne proibito dal Governo. Le ragioni del divieto erano da ricercare nel timore che l'[[Impero austro-ungarico|Austria]], con cui al tempo l'Italia era legata dalla [[Triplice alleanza (1882)|Triplice Alleanza]], si risentisse per l'immagine che la pellicola dava delle sue truppe, ed assumesse un atteggiamento ostile alla [[Guerra italo-turca|Campagna di Libia]] in corso in quel momento<ref>Bernardini, cit. in bibliografia, p. 220.</ref>. Una decisione che fu oggetto di proteste da parte della stampa, che sottolineò, spesso con sarcasmo ed insofferenza verso l'alleato, l'assurdità di questo divieto che «strozza tutta l'epopea nazionale che nei tempi passati ebbe per avversario continuo l'odierno "caro" alleato<ref>''Cinema'', n. 23, 20 dicembre 1911.</ref>» o che «offende quanto di più sacro abbiamo nel cuore in ricordo della nostra indipendenza<ref>''Vita cinematografica'', n. 10, maggio 1912.</ref>».
 
La questione diventò un "caso" quando si seppe che una copia del film era stata richiesta dalla famiglia reale che l'aveva visionata presso la [[Palazzina di caccia di Stupinigi|residenza di Stupinigi]] ed aveva fatto pervenire ai produttori parole di elogio<ref name=muto1911/>. Nonostante il divieto, negli anni successivi, il film circolò in diverse occasioni, sino a quando, nel 1915, al momento dell'entrata in guerra italiana, ''Nozze d'oro'' poté essere rimesso in circolazione, assieme ad altri film di soggetto risorgimentale<ref>Cfr ''Tra una film e l'altra'', premessa di Lino Micciché, Venezia, Marsilio, 1981, p. 258.</ref> che, come questo, davano una rappresentazione del Risorgimento come moto di partecipazione popolare<ref name =brunetta<ref name=brunetta>Brunetta, cit. in bibliografia, p. 161.</ref>.