Renato d'Angiò: differenze tra le versioni

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=== Gli ultimi anni ===
In età avanzata le fortune di Renato e della sua casata dunque declinarono: come detto il suo erede morì probabilmente avvelenato mentre si trovava in Catalogna impegnato nella conquista del regno d'AragnaAragona. A sua volta il nipote Nicola perì nel [[1473]], forse avvelenato dallo zio [[Luigi XI di Francia]], lasciando il suo feudo alla zia [[Iolanda d'Angiò]], che la portò perciò in dote ai cugini Vaudémont. Come se non bastasse la figlia di Renato, [[Margherita d'Angiò]], venne sconfitta nella [[Guerra delle due rose]]: il marito [[Enrico VI d'Inghilterra]] ed il figlio [[Edoardo di Lancaster]] vennero uccisi ed ella stessa fu presa in ostaggio e dovette essere riscattata da Luigi XI nel [[1476]]. [[Renato II di Lorena]]-Vaudemont, nipote di Renato per parte di sua figlia ed unico discendente maschio rimasto, passò dalla parte di Luigi XI, che sospettava il re Renato di essere dalla parte dei suoi nemici: il duca di [[Bretagna]], [[Francesco II di Bretagna]] e il [[conestabile Saint-Pol]].
 
Re Renato si ritirò definitivamente in Provenza e nel [[1474]] stese un testamento con il quale lasciava il Ducato di Bar al suddetto nipote Renato II, duca di Lorena; mentre l'Angiò e la Provenza li lascio ad un altro nipote, il conte del [[Maine (provincia)|Maine]], [[Carlo V d'Angiò]], figlio di suo fratello [[Carlo IV d'Angiò]]-Maine. Luigi XI si impossessò dell'Angiò e di Bar e due anni più tardi tentò di obbligare Renato a scambiare i due ducati con una pensione. L'offerta venne rifiutata, ma ulteriori negoziati assicurarono alla corona l'eredità del ducato d'Angiò mentre l'annessione della Provenza venne solo posposta fino alla morte del conte di Maine.<ref>{{cita libro|autore=Jean Favier|titolo=Louis XI|editore=Fayard|anno=2001|lingua=fr|pagina=782-783}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Jaques Heers|titolo=Louis XI|lingua=fr|editore=Perrin|anno=1999|pagina=82-83}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Jules Michelet|titolo=Histoire de France, Louis XI|editore=Éditions des Équateurs|anno=2008|pagina=338|lingua=fr}}</ref>