Giuseppina Strepponi: differenze tra le versioni

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Nel [[1894]], Verdi e la moglie compirono il loro ultimo viaggio a [[Parigi]]. Lo scrittore ungherese-ebreo [[Dezső Szomory]] che li conobbe in quell'occasione, descriverà poi Verdi come un uomo con gli occhi piccoli e accanto a lui una donna, Giuseppina, che appariva più come un vecchio uccello, ma alla fine concluse: "Una coppia bella e affascinante che è cresciuta e invecchia insieme nel mondo della musica".<ref>Irene Tobben: ''„Ich wollte eine neue Frau werden“. Giuseppina Strepponi, Verdis Frau, Ein Lebensbild''. Das Arsenal, Berlin 2003, ISBN 3-931109-47-X.</ref>
 
Giuseppina in quegli anni soffriva frequentemente di problemi di stomaco e di [[artrite reumatoide]] e durante l'ultimo anno di vita riuscì a malapena a muoversi dal letto. Nell'autunno del [[1897]], quando la coppia si preparava come ogni anno a trascorrere l'inverno a [[Genova]] per il clima più salubre e la vicinanza col mare, Verdi prese la decisione di rimanere a Sant'Agata poiché la moglie vi era costretta a letto. Giuseppina Strepponi morì dopo una lunga malattia il 14 novembre [[1897]] nella tenuta di Sant'Agata, vicino a [[Busseto]], a causa di una polmonite e venne inizialmente sepolta a [[Milano]]. Con la morte di Giuseppina, Verdi rimase per la seconda volta vedovo ed ancora una volta straziato dal dolore per aver perso una delle figure più importanti della sua vita. Quando Verdi morì aveva lasciato per testamento di essere sepolto accanto a Giuseppina, ma la città gli tributò una solenne sepoltura nel [[Cimitero Maggiore Monumentale(Milano)|Cimitero MaggioreMonumentale]] di [[Milano]]. Il desiderio di rivedere la coppia unita anche nell'aldilà portò infine il 26 febbraio [[1901]] a trasferire le salme nell'oratorio della [[Casa di riposo per musicisti "G. Verdi"|Casa di riposo per Musicisti]] di Milano. Ad accompagnare la cerimonia presenziò [[Arturo Toscanini]] che, sulle note del ''[[Va, pensiero]]'' del ''[[Nabucco]]'' diresse un coro di 900 cantanti.
 
Di Giuseppina Strepponi sono conservati un ritratto ad olio di quando giovanissima cantava a Vienna (1835) e alcuni documenti relativi alla sua carriera di soprano e al matrimonio con [[Giuseppe Verdi|Verdi]] a Collonges-sous-Salève (1859) conservati al Museo Verdiano Casa Barezzi di [[Busseto]], più svariate lettere di lavoro del periodo precedente la conoscenza di Verdi e dei primi anni Quaranta. Nell'articolo di Giuseppe Pennisi sul quotidiano cattolico [[Avvenire]] del 9 aprile 2012, Giuseppina Strepponi viene definita «[[Ateismo|atea]] coltissima».