Cinema muto: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Storia del cinema|Cinema sperimentale|Cinema muto a Hollywood}}
Le origini del cinema muto risalgono al [[1887]], durante il periodo sperimentale del "[[cinema delle attrazioni]]", con i primi cortometraggi dei [[fratelli Lumière]], come [[L'innaffiatore innaffiato]]'', ''[[L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat]]'' e ''[[La partita a carte]]'', del 1895. Questo fenomeno di rappresentare alcune scene di vita quotidiana, si diffuse rapidamente dalla [[Francia]] in [[Inghilterra]], [[Italia]], [[Russia]] e [[India]]. Venivano riprese scene naturali, movimenti di macchinari, persone d'alto rilievo come politici o rappresentati religiosi, incluso il [[Papa]], o sovrani.
[[File:Thais bragagliaBragaglia 19181917 04.jpg|thumb|left|260px|''Thais'' (1917)]]
Tale fenomeno negli anni '10 venne soppiantato dalla creazione di vari generi cinematografici, fortemente influenzati dal ''corpus'' dei vari generi letterari, come la storia comica, drammatica, fantasy/horror, thriller, noir e varia. Mentre autori come [[Ugo Falena]] e [[J. Stuart Blackton]] trasponevano le prime opere letterarie di ''Frankenstein - Francesca da Rimini - Dracula - Alice nel paese delle meraviglie - Il mago di Oz - Dante e Beatrice'', della durata di pochi minuti, in [[Europa]] e in [[Russia]] si affermava il "[[cinema sperimentale]]", collegato al [[dadaismo]] e alle avanguardie del [[futurismo]], rappresentato in Italia da [[Filippo Tommaso Marinetti]]. I manifesti di questa nuova forma d'espressione sperimentale, che si opponeva fortemente alla trasposizione cinematografica del genere letterario, sono i film ''[[Thaïs (film 1917 Italia)|Thaïs]]'' di [[Anton Giulio Bragaglia]], ''[[Il gabinetto del dottor Caligari]]'' e ''[[Un chien andalou - Un cane andaluso]]'' di [[Luis Buñuel]], dove insiste appunto il non-genere. In Russia il surrealismo si fuse con il neo-realismo, rappresentato da ''[[La corazzata Potëmkin]]'' di [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn]].
[[File:Poster - A Dog's Life 01.jpg|thumb|Chaplin in ''Vita da cani'' (1918)]]