Diocesi (impero romano): differenze tra le versioni

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=== Prima riorganizzazione tetrarchica (286-305) ===
{{Vedi anche|Diocleziano|Tetrarchia}}
Nella riorganizzazione dell'impero iniziata con la [[tetrarchia]] e portata a termine da [[Costantino I]], l'impero venne diviso in dodici diocesi (al posto delle vecchie province augustee), di cui la più grande, Oriente, includeva sedici province. Le altre erano le prefetture dell'Italia, della [[Gallia]] e dell'[[Illiricum|Illirico]], che corrispondevano alla divisione dell'impero in zone di influenza della tetrarchia.
 
Ogni diocesi era governata da un ''pretore vicario'' o semplicemente ''[[vicario]]'' (''vicarius''), sottoposto al [[prefetto del pretorio]] (alcune diocesi, peraltro, potevano essere governate direttamente dal prefetto del pretorio). Il vicario controllava i [[governatore|governatori]] delle province (variamente denominati: ''proconsules'', ''consulares'', ''correctores'', ''praesides'') e giudicava in appello le cause già decise in primo grado dai medesimi (le parti potevano scegliere se appellarsi al vicario o al prefetto del pretorio). I vicari non avevano poteri militari, infatti le truppe stanziate nella diocesi erano sotto il comando di un ''comes rei militaris'', che dipendeva direttamente dal ''[[magister militum]]'' e aveva alle sue dipendenze i ''[[duce (storia romana)|duces]]'' ai quali era affidato il comando militare nelle singole province. Quis sotto trovi la prima riorganizzazione voluta da Diolceziano con la ''tetrarchia'', divisa in 12 diocesi, di cui 6 in [[Impero romano d'Occidente|Occidente]] e 6 in [[impero romano d'Oriente|Oriente]].<ref>T.Cornell & J.Matthews, ''Atlante del mondo romano'', Novara 1984, pp.172-173.</ref>
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Giustiniano apportò alcune modifiche al sistema provinciale che si discostarono dai principi di [[Diocleziano]] e che, secondo J.B. Bury, anticiparono la riforma dei [[thema|temi]]: queste riforme prevedevano infatti per determinate regioni dell'Impero l'accentramento del potere amministrativo e militare (che secondo Diocleziano dovevano rimanere separati) nelle mani di un'unica persona, la soppressione di alcuni vicari e l'accorpamento di province più piccole in province più grandi.<ref name=Bury339>{{cita|Bury, p. 339.}}</ref> Queste riforme risalgono agli anni [[535]] e [[536]] e sono motivate dal tentativo di porre fine ai conflitti tra autorità civile e autorità militare.<ref name=Bury339/>
[[File:Mosaic of Justinian I - Sant'Apoilinare Nuovo - Ravenna 2016.png|thumb|Mosaico della [[Basilica di Sant'Apollinare Nuovo]] raffigurante Giustiniano I.]]
[[Cipro]] e [[Rodi]], le [[Cicladi]], la [[Caria]], la [[Mesia]] e la [[Scizia]] vennero unite nella cosiddetta "Prefettura delle Isole" e posta sotto il comando di un ''quaestor exercitui'' residente a Odesso.<ref name=Bury340>{{cita|Bury|p. 340.}}</ref> Giustiniano, inoltre, elevò i ''[[praeses]]'' della [[Fenicia Libanese]] al rango di ''spectabilis'' e i ''praeses'' della [[Palestina Salutare]] a proconsoli, il che illustra la volontà dell'Imperatore di incrementare i poteri delle autorità minori. Nello stesso tempo diminuì i poteri dei governatori più potenti, per esempio il [[Prefetto del pretorio d'Oriente]] e il [[comes Orientis|Conte d'Oriente]], quest'ultimo degradato a semplice governatore provinciale.<ref>{{cita|Bury|p. 339}}. Governava la ''Syria Prima''.</ref> Anche le [[Asia (diocesi)|diocesi di Asia]] e [[Ponto (diocesi)|Ponto]] vennero abolite, anche se quest'ultima, tredici anni dopo, venne ripristinata per gravi problemi interni.<ref name=Bury339-340>{{cita|Bury|pp. 339-340.}}</ref> I vicari di queste due diocesi divennero, con il titolo di ''Comes Iustinianus'' e con poteri sia civili che militari, governatori rispettivamente delle province di Frigia Pacatiana e Galazia Prima.<ref name=Bury339-340/> Quando la diocesi del Ponto venne ripristinata, il vicario ottenne poteri anche militari, per poter contrastare meglio i banditi che infestavano la regione.<ref name=Bury340/>
 
Giustiniano abolì inoltre il titolo di vicario di Tracia e di vicario delle Lunghe Mura, affidando l'amministrazione della [[Tracia (diocesi)|diocesi di Tracia]] al ''Praetor Iustinianus'' di Tracia.<ref name=Bury340/> In [[Egitto (diocesi)|Egitto]], ritenendo troppo gravoso per un solo uomo il governo della diocesi egiziana, limitò l'autorità del ''Prefetto Augusteo'' (il vicario d'Egitto) alle sole province di Alessandria e di ''Aegyptus I'' e ''II'' con il titolo di ''[[duce (storia romana)|dux]]'' e con autorità sia civile che militare.<ref name=Bury342>{{cita|Bury|p. 342.}}</ref> Le province della Tebaide vennero invece affidate al ''dux'' di Tebaide mentre le due Libie vennero governate dal ''dux'' di Libia. Il risultato fu che la diocesi d'Egitto venne scissa in cinque circoscrizioni (gruppi di province) indipendenti tra loro, governate da duci con autorità sia civile che militare e dipendenti dal prefetto d'Oriente.<ref name=Bury342/>
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* Altri territori: Lazica (protettorato){{·}}Quaestura exercitus (536){{·}}Spania (552){{·}}Sicilia{{·}}Dalmatia.
 
Legenda: * coinvolte (modifica dei confini/abolite/rinominate) dalla riorganizzazione amministrativa di Giustiniano del 534-536.
 
=== Riforme successive: l'abolizione delle diocesi ===
I successori di Giustiniano continuarono la politica del loro predecessore nel concentrare potere civile e militare nelle mani di un'unica persona: Maurizio (582-602) trasformò le antiche Prefetture d'Italia ed Africa in Esarcati, posti sotto la giurisdizione di un esarca, che deteneva sia il potere civile sia quello militare. Le cariche civili (prefetto del pretorio, vicarii, iudices provinciae ecc.) non scomparvero subito ma persero sempre maggiore importanza a scapito degli ufficiali militari (l'esarca e i suoi sottoposti), scomparendo definitivamente intorno alla metà del VII secolo.
 
Gli Esarchi avevano un'indipendenza maggiore dal potere centrale rispetto ai prefetti, in quanto erano praticamente dei viceré che amministravano per conto dell'imperatore i territori loro affidati: anche per questa maggiore indipendenza molti esarchi si ribellarono all'Imperatore, tentando di proclamare la loro indipendenza; tali rivolte non ebbero mai successo.
 
Sotto il regno di [[Eraclio I|Eraclio]] (o secondo il Treadgold di [[Costante II]]) si ebbe l'abolizione effettiva delle prefetture e delle diocesi, almeno in Oriente: infatti tale imperatore decise di riformare l'amministrazione provinciale e militare formando al posto delle vecchie diocesi in Oriente delle circoscrizioni militari dette [[thema|temi]]. A capo dei temi vi era posto uno stratego, la massima autorità civile e militare all'interno della propria circoscrizione. Lo [[stratego]] era il governatore del tema e il comandante supremo dell'esercito. I soldati semplici si chiamavano [[stratioti]] ed erano soldati-contadini, in quanto ad essi venivano assegnate terre da coltivare in cambio delle loro prestazioni militari. All'inizio le nuove circoscrizioni militari vennero create solo in Asia Minore, dal momento che non era possibile crearle nei Balcani, che erano allora invasi dagli Avari e dagli Slavi.
 
Nell'Illirico dunque la Prefettura del Pretorio continuò a esistere fino alla fine del [[VII secolo]], anche se senza alcun effettivo potere, dato che gran parte dei Balcani erano finiti sotto il giogo slavo (solo la zona intorno alla città di Tessalonica rimaneva in mano bizantina). Le antiche province continuarono invece a esistere all'interno dei Temi fino alla seconda metà del [[IX secolo]], quando venne abolita la carica di Proconsole del Tema.<ref>Ostrogorsky, pag. 221</ref>
 
== Note ==
{{<references}}/>
 
== Bibliografia ==