Leotichida: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Biobot (discussione | contributi)
m Fix tmpl
ValterVBot (discussione | contributi)
m Sostituzione template reference, replaced: {{references}} → <references/>
Riga 39:
Lo stesso anno della sua elezione, Leotichida accompagnò Cleomene nella seconda spedizione ad [[Egina (isola)|Egina]], dove furono catturati e consegnati ad [[Atene]] dieci ostaggi. Dopo la morte di Cleomene ([[488 a.C.]]), Leotichida fu però quasi sul punto di arrendersi agli Egineti.<ref>{{cita|Aristotele, ''Costituzione degli Ateniesi|II, 9|Aristotele}}.</ref>
 
Nella primavera del [[479 a.C.]], l'anno successivo allo scoppio della [[seconda guerra persiana]] e alla morte dell'altro re [[Leonida I]] alle [[battaglia delle Termopili|Termopili]], Leotichida guidò una flotta di 110 navi alleate prima ad Egina poi a [[Delo]], sostenendo la rivolta delle isole di [[Chio (isola)|Chio]] e di [[Samo (isola)|Samo]] contro la [[Impero achemenide|Persia]].
 
Nell'estate dello stesso anno, Leotichida sconfisse l'esercito e la flotta persiana nella [[Battaglia di Micale]], l'ultima e decisiva battaglia della seconda guerra persiana, che segnò la sconfitta definitiva di [[Serse I]], già duramente battuto a [[battaglia di Platea|Platea]] dall'esercito alleato guidato da [[Pausania (generale)|Pausania]], reggente del trono [[Agiadi|Agiade]] di Sparta in nome del giovane figlio di Leonida, [[Plistarco]].<ref>{{cita|Erodoto, ''Storie''|VIII, 131-132|Erodoto}}.</ref><ref>{{cita|Pausania, ''Periegesi della Grecia''|III, 7|Pausania}}.</ref><ref>{{cita|Diodoro, ''Bibliotheca historica''|XI, 34|Diodoro}}.</ref>
Riga 45:
Nel [[476 a.C.]], Leotichida guidò una spedizione in [[Tessaglia]] contro la famiglia degli [[Aleuadi]] per aver collaborato coi Persiani, ma si ritirò dopo essere stato corrotto da questa famiglia. Dopo il suo ritorno a Sparta fu processato coll'accusa di corruzione, perciò si rifugiò come supplice al tempio di [[Atena]] Alea di [[Tegea]]; condannato all'esilio, la sua casa fu incendiata e suo nipote [[Archidamo II]], figlio di suo figlio [[Zeussidamo (figlio di Leotichida)|Zeussidamo]] (chiamato da molti Spartani Cinisco, morto durante la vita del padre) divenne re di Sparta. Leotichida ebbe anche una figlia, Lampito, che andò in sposa ad Archidamo II.<ref name=E71-72>{{cita|Erodoto, ''Storie''|VI, 71-72|Erodoto}}.</ref>
 
Leotichida morì pochi anni dopo, attorno al [[469 a.C.]], in esilio a [[Tegea]].<ref name=E71-72/> [[Plutarco]] riporta negli ''[[Apoftegmi spartani]]'' diversi aforismi attribuiti a questo re.<ref name=Plutarco>{{cita|Plutarco|Plutarco, ''Apoftegmi spartani''}}.</ref>
 
==Note==
{{<references}}/>
 
==Bibliografia==