Nikolaj Fëdorovič Vatutin: differenze tra le versioni
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Nella primavera [[1942]] Vatutin venne richiamato a Mosca e riassegnato allo Stato Maggiore generale, in riorganizzazione sotto la capace guida del maresciallo [[Boris Michajlovič Šapošnikov|Šapošnikov]] e del generale [[Aleksandr Michajlovič Vasilevskij|Vasilevskij]]; l'inizio dell'[[Operazione Blu]] provocò una nuova grave crisi nel fronte sovietico, Vatutin venne inviato sul fronte di [[Voronež]] per sostituire il generale [[Filipp Golikov]] e assumere la difesa della città (luglio [[1942]]). Comandante per la prima volta di un fronte operativo, fece mostra dell'ottimismo, l'audacia, la capacità strategica e la straordinaria energia che avrebbero caratterizzato per tutta la guerra la sua conduzione sul campo, usando contro i tedeschi la loro stessa tattica della [[blitzkrieg]] basata su l'amassamento di truppe in colonne, con ingente uso di reparti corazzati con il supporto massiccio di [[fanteria]] e [[aviazione]], che si incuneano in profondità in territorio nemico, per poi compiere ampie azioni, prima di sfondamento e e successivamente di accerchiamento del nemico. La città di [[Voronež]] venne difesa aspramente contro le potenti forze tedesche. Per questi meriti, venne nominato nell'ottobre [[1942]] al comando del neo-costituito Fronte sud-occidentale con il compito importantissimo di costituire l'ariete strategico della prevista e decisiva [[Operazione Urano]] nel settore di [[Stalingrado]].
Il 19 novembre il Fronte Sud-Occidentale, sotto l'aggressiva guida di Vatutin, sferrava l'attacco sul fronte del [[Don (fiume
Dopo una breve pausa, Vatutin ripartiva all'attacco il 16 dicembre durante l'[[Operazione Piccolo Saturno]]; in questa occasione aveva dato prova della sua audacia e della sua indipendenza di giudizio proponendo l'esecuzione immediata del più ambizioso piano ''Saturno'' contro [[Rostov sul Don|Rostov]], nonostante le decisioni contrarie di [[Stalin]] e Vasilevskij (nell'occasione fece forse prova di eccessivo ottimismo, che fu sempre il suo difetto principale). La nuova offensiva (con obiettivo più limitato) fu un nuovo schiacciante successo: in collaborazione con il Fronte del generale [[Filipp Golikov|Golikov]], gli italiani furono travolti e le colonne corazzate di Vatutin puntarono direttamente sugli aeroporti tedeschi che rifornivano la sacca di Stalingrado. Alla fine dell'anno questa nuova vittoria suggellava il triste destino della sesta Armata tedesca. Agli inizi del [[1943]], Vatutin proseguì con grande vigore la sua apparentemente inesorabile offensiva in direzione del [[Dnepr]] e del Mare d'Azov (''Operazione Galoppo''), i tedeschi sembravano in rotta, Stalin e lo Stavka premevano per continuare l'avanzata; lo stesso Vatutin credeva fiduciosamente nel crollo definitivo del nemico. In questa occasione il suo eccessivo ottimismo gli causò la prima dura sconfitta: le [[Panzerdivision]] del feldmaresciallo von [[Erich von Manstein|Manstein]] contrattaccarono di sorpresa e sbaragliarono le punte avanzate sovietiche; in grave difficoltà, Vatutin riuscì fortunosamente a ripiegare con gravi perdite dietro il [[Donec]] (marzo [[1943]]).
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