I basilischi: differenze tra le versioni

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sembra sia questa la versione zoologica della vicenda mitologica di Narciso.
Credo che nel titolo del film permanga una certa ambiguità o, se si preferisce,
ambivalenza e tuttavia, essendosi la regista ispirata a [[I vitelloni]] di
[[Federico Fellini]], film del 1953, si potrebbe dedurre che I basilischi, piuttosto
che evocare realtà e regalità bizantine, proprio come il capolavoro felliniano,
facciano allusione e riferimento ad una sorta di ''idealtypus'' – absit iniuria verbis
– zoo-antropologico, che [[Fellini]] prima e [[Lina Wertmüller|Wertmüller]] poi si divertono a
mettere alla berlina. I contesti geografici, economici e sociali sono diversi, ma
i protagonisti, ''mutatis mutandis'', sembrano proprio gli stessi: i basilischi sono,
infatti, i [[vitelloni]] nostrani, della Basilicata": Viscardi Giuseppe Maria, ''La [[Basilicata]] tra il Cristo di [[Levi]] e il [[familismo amorale]] di Banfield'', Ricerche di storia sociale e religiosa: 80, 2, 2011 (Roma: Storia e letteratura, 2011).</ref>, per poter far loro desiderare davvero di spiccare il volo verso mete più stimolanti.
 
Infatti, quando un giorno la zia di ''Antonio'', svogliato studente universitario, gli offrirà di andare ad abitare da lei a [[Roma]] trasferendo l'iscrizione dall'[[Università di Bari]] a quella della capitale, dopo poco tempo egli rinuncerà e farà ritorno al paese, incapace di abbandonare pregiudizi, luoghi comuni e rituali della provincia natia, ormai irreversibilmente radicati nel suo essere.