Acquarica del Capo: differenze tra le versioni

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==== Castello Medievale ====
{{vedi anche|Castello di Acquarica del Capo}}
Il castello medievale, nelle sue forme attuali, venne edificato nel corso del [[XV secolo]] da [[Giovanni Antonio Orsini Del Balzo]] che ebbe il feudo di Acquarica nel [[1432]]. Originariamente la fortezza, costruita dalla famiglia normanna dei Bonsecolo, consisteva in una cinta rafforzata da quattro torrioni dei quali attualmente se ne conserva solo uno. Il castello passò quindi alla famiglia Guarini della quale si distinguono ancora gli stemmi araldici scolpiti sulla facciata. L'interno ospita alcune stanze: quelle del piano terra erano adibite a deposito mentre quelle del piano superiore a residenza nobiliare. All'interno si distinguono ancora le tracce dell'antica chiesa di San Francesco, che conserva alcune tombe gentilizie. NelAl pianterreno è ospitato il Museo del Giunco mentre nel cortile del Castello è conservata la "Pila di Pompignano" (una enorme pila per l'acqua scolpita in un unico masso, proveniente dal casale abbandonato della Madonna di Pompignano) salvata dalla distruzione e recuperata nel 1982 dallo scrittore locale Carlo Stasi che ne ha narrato la leggenda<ref>''"La Pila di Pompignano",'' pp. 129-164, in Carlo Stasi, ''Leucàsia e Le Due Sorelle (Storie e leggende del Salento)'', Mancarella Ed., Cavallino, 2008, 2012, ISBN 9788890366901</ref>.
 
=== Siti archeologici ===
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==== Musei ====
Il locale Museo del Giunco, sito al pianterreno del Castello Medievale, presenta uno spaccato sulla produzione artigianale tipica del paese, la lavorazione della paglia di palude per realizzare cestini, fisculi, sporte, ecc., Il Museo ospita una sezione dedicata alle varie fasi del lavoro: la raccolta, la bollitura, l'essiccazione, la zolfatura e la lavorazione dei manufatti. Di particolare interesse è la presenza del Presepe di Giunco.
 
=== Eventi ===
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=== Lavorazione del giunco ===
Il piccolo comune di Acquarica del Capo si distingue per la secolare attività di intreccio del [[giunco]], cui è dedicato il Museo del Giunco sito nel Castello Medievale. Questa attività artigianale si basava e si basa tuttora, sulla produzione di sporte (tant'è che i soprannome degli abitanti è "spurtari"), cesti e panieri per la raccolta delle olive e dei prodotti della terra o sulla realizzazione di contenitori per formaggi e ricotte (le "''fische''" in [[dialetto salentino]]).<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=3 | p=11}}</ref>
 
La lavorazione del giunco ad Acquarica del Capo risale alla metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]]. Inizialmente i prodotti finiti venivano venduti nei mercati del basso Salento e delle province di [[provincia di Brindisi|Brindisi]] e di [[provincia di Bari|Bari]]. Nella prima metà del Novecento, con la rifioritura del commercio dei cestini, i prodotti furono esportati in molti Paesi Europei e in [[Nord America]].