Palazzetto dei Nobili: differenze tra le versioni

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|indirizzo = piazza Santa Margherita
|stato =
|periodo costruzione = [[1708]] - [[1715]]
|inaugurazione =
|demolito =
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|ricostruito =
|stile = [[Manierismo|manierista]]
|uso = spazio espositivo e congressuale
|uso = sede del comitato per la candidatura dell'[[L'Aquila|Aquila]] a [[capitale europea della cultura]]
|costo =
|architetto =
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|proprietario storico =
}}
Il '''Palazzo della Congregazione dei Nobili''', meglio noto come '''Palazzetto dei Nobili''' oe, anchein precedenza, come '''Oratorio dei Nobili'''<ref name=Antonini85>{{Cita|Orlando Antonini||Antonini, 2010}}, pag.85</ref>, è un [[palazzo]] storico dell'[[L'Aquila|Aquila]]. Ha ospitato la sede del comitato per la candidatura della città a [[capitale europea della cultura]]<ref name=laRepubblica>{{cita web|autore=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url=http://www.repubblica.it/speciali/arte/recensioni/2012/12/05/news/l_aquila_riapre_il_palazzetto_dei_nobili_grazie_al_milione_di_euro_donato_dai_deputati-48109171/|titolo=L'Aquila, riapre il Palazzetto dei Nobili|accesso=07-12-12}}</ref>.
 
A livello topografico costituisce il centro esatto della città dentro la [[Mura dell'Aquila|cinta muraria]]; di questa particolarità si trova riscontro nel bassorilievo posto sul lato orientale dell'edificio, quello rivolto verso via delle Aquile e [[piazza del Palazzo (L'Aquila)|piazza del Palazzo]], e realizzato dai [[gesuiti]] nel [[XVIII secolo]]<ref name=IlCentro>{{cita web|autore=[[Il Centro]]|url=http://ilcentro.gelocal.it/laquila/cronaca/2010/09/03/news/palazzo-dei-nobili-si-ai-lavori-2319804|titolo=Palazzo dei Nobili, sì ai lavori|accesso=04-10-11}}</ref>.
 
== Storia ==
Esempio pressoché unico di equilibrio tra architettura civile e religiosa<ref name="IlCentro"/><ref name=Antonini87>{{Cita|Orlando Antonini||Antonini, 2010}}, pag.87</ref>, coerente quindi alle origini miste (papali e reali) della città, sorge sul luogo di una preesistente architettura [[rinascimento|rinascimentale]], il Palazzo della Camera<ref name=Clementi110>{{Cita|Clementi, Piroddi||Clementi, 1986}}, pag.110</ref>, che sino al [[Seicento]] costituì il centro della vita politica aquilana insieme all'adiacente [[Palazzo Margherita (L'Aquila)|Palazzo Margherita]].
 
Nel [[1601]] Giulio de Spazzina fu inacaricato di ampliare il palazzo in direzione di piazza Santa Margherita per volontà della Congregazione dei Nobili, fondata due anni prima dal padre gesuita Sartorio Caputo<ref name="AA.VV.">{{Cita|AA.VV.||AA.VV., 2009}}, p. 111</ref>, le cui spoglie sono conservate nella [[chiesa di Santa Margherita (L'Aquila)|chiesa di Santa Margherita]]<ref name="Antonini85"/>. Proprio la costruzione della chiesa dei [[Gesuiti]], cominciata nel [[1636]], consentì la trasformazione urbanistica della piazza con la chiusura di via Forcella, tra Santa Margherita e [[Palazzo Camponeschi]], e la conseguente apertura di via Camponeschi con l'isolamento dell'attuale Palazzetto dei Nobili<ref name="Antonini85"/>.
 
Il [[terremoto dell'Aquila del 1703|terremoto del 1703]] danneggiò l'edificio risparmiandone la sola facciata<ref name="AA.VV."/>, tanto che la Congregazione fu ospitata temporaneamente nei locali di disimpegno tra la chiesa di Santa Margherita e Palazzo Camponeschi<ref>Proprio questi locali costituivano inche originecaratterizzavano via Forcella, strada poi scomparsa nellacon la realizzazione della chiesa di Santa Margherita</ref>. e, traTra il [[1708]] ed il [[1715]] si procedette alla riedificazione del palazzo nelle fattezze attuali<ref name=Clementi137>{{Cita|Clementi, Piroddi||Clementi, 1986}}, pag.137</ref>, in cui venivano eletti i camerlenghi<ref name=Protezione>{{cita web|autore=[[Dipartimento della Protezione Civile]]|url=http://151.12.58.154/mbac/pdf/terremoto/21%20Palazzo%20dei%20Nobili-Model.pdf|titolo=Palazzo dei Nobil|accesso=04-10-11}}</ref>.
 
La struttura ha riportato danni in seguito al [[terremoto dell'Aquila del 2009|terremoto del 2009]] ed è rimasto inagibile per oltre tre anni, venendo riaperto al pubblico il 7 dicembre [[2012]] a seguito di un restauro interamente finanziato dalla [[Camera dei Deputati]] che ha stanziato oltre un milione di euro per la causa<ref name="IlCentro"/>. OspitaHa attualmenteospitato la sede del comitato per la candidatura dell'[[L'Aquila|Aquila]]della città a [[capitale europea della cultura]]<ref name="laRepubblica">{{cita web|autore=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url=http://www.repubblica.it/speciali/arte/recensioni/2012/12/05/news/l_aquila_riapre_il_palazzetto_dei_nobili_grazie_al_milione_di_euro_donato_dai_deputati-48109171/|titolo=L'Aquila, riapre il Palazzetto dei Nobili|accesso=07-12-12}}</ref> ed è attualmente utilizzato come spazio espositivo e congressuale a disposizione della cittadinanza.
 
== Descrizione ==
[[File:L'aquila08.jpg|270px|miniatura|sinistra|Piazza Santa Margherita con [[Palazzo Margherita (L'Aquila)|Palazzo Margherita]] a sinistra e il Palazzetto dei Nobili a destra.]]
L'edificio, che costituisce anche urbanisticamente la propaggine orientale dell'antico ''Palazzo della Camera'', al posto del quale è oggi il [[Palazzo Camponeschi]], si staglia isolato su tre lati nella [[XVII secolo|seicentesca]] piazza Santa Margherita, spazio per cui funge da [[Quinta (teatro)|quinta]]<ref name="Antonini87"/>.
 
La facciata, in asse con l'androne di [[Palazzo Pica Alfieri]] con cui instaura un rapporto diretto<ref name="Clementi137"/>, si presenta racchiusa da pesanti lesene in pietra e suddivisa sui due piani da una cornice marcapiano, anch'essa in pietra. Due aperture archeggiate, alternate da tre finestre ogivali, dividono lo spazio della facciata e immettono nel palazzo; al piano superiore, in asse con i portali sottostanti, sono presenti invece due finestre rettangolari alternate da tre nicchie arcuate. Il tutto è coronato da un cornicione di gronda. Frontale alla facciata, su un piedistallo, è la statua di [[Carlo II d'Asburgo]] da ragazzo, opera di Marcantonio Canini del [[1675]]<ref name=Touring>{{Cita|Touring Club Italiano||Touring, 2005}}, pag.109</ref>.
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I due portali in facciata, insieme all'arco in via degli Scardassieri e ad un'apertura oggi tamponata su via delle Aquile, erano un tempo aperti e immettevano all'interno dell'edificio; il lato di via delle Aquile in particolare era strutturato probabilmente su una facciata [[portici|porticata]], eliminata nel rifacimento [[XVIII secolo|settecentesco]]<ref name=Antonini88>{{Cita|Orlando Antonini||Antonini, 2010}}, pag.88</ref>. All'interno, cui oggi si accede da un portone secondario sempre su via delle Aquile, è presente uno spazio di filtro che immette in una sala rettangolare con volta a carena su cornicione, ricca di decorazioni, quadri oltre che degli scranni lignei donati dal barone Falconio nel [[1715]]<ref name="IlCentro"/><ref name="Protezione"/>. Sulla parete di fondo è possibile ammirare l<nowiki>'</nowiki>''Assunta'' di [[Girolamo Cenatiempo]]<ref name=Antonini89>{{Cita|Orlando Antonini||Antonini, 2010}}, pag.89</ref>, già autore degli affreschi della [[basilica di San Bernardino]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
{{Bibliografia|AA.VV., 2009|
AA.VV., ''L'Aquila. Una città d'arte da salvare - Saving an Art City'', Pescara, Carsa, 2009;
}}
{{Bibliografia|Antonini, 2010|
Orlando Antonini, ''Architettura religiosa aquilana'', Todi (Pg), Tau Editrice, 2010;