Eugenio di Cartagine: differenze tra le versioni

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Durante il [[regno dei Vandali]], popolo di confessione [[arianesimo|ariana]], la [[diocesi di Cartagine]] rimase a lungo vacante finché re [[Unnerico]] concesse agli abitanti di nominare il proprio vescovo. Venne quindi eletto Eugenio, uomo pio e caritatevole, che presto dovette soffrire le persecuzioni degli eretici e del dispotico monarca.
 
Nel febbraio [[484]] Unnerico organizzò un [[Concilio di Cartagine|concilio proprio a Cartagine]] al quale convocò tutti i vescovi africani sperando nella loro adesione all'[[arianesimo]]. Assieme a numerosi altri, in quell'occasione Eugenio ribadì la sua fedeltà all'[[ortodossia cristiana]] e subì quindi le ire del sovrano: venne confinato a ''[[Turris Tamalleni]]'' (nei dintorni dell'attuale [[Kébili]]) sorvegliato dallo spietato Antonio, un vescovo eretico.
 
Con la morte di Unnerico, nel [[484]], Eugenio poté tornare a Cartagine; ma l'ascesa al trono di [[Trasamondo]], nel [[496]], portò altre persecuzioni. Eugenio venne nuovamente bandito e finì in [[Gallia]] dove morì nel [[505]].
 
Una tradizione afferma invece che Eugenio avesse concluso la sua esistenza in esilio sull'[[isola di Bergeggi]] dove edificò una chiesa. Si dice che le sue reliquie, successivamente traslate nella [[chiesa di [[Noli]], ricomparvero miracolosamente nel luogo di culto da lui fondato.
 
== Bibliografia ==