Giovanni Nicotera: differenze tra le versioni

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La pena fu tramutata in ergastolo solo per l'intervento del governo inglese che guardava con crescente preoccupazione la furia repressiva di [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]]. Prigioniero a [[Isola di Favignana|Favignana]]<ref>{{Cita libro|autore = Giulio Pons|titolo = Favignana, Guida ai punti di interesse|anno = 2015|editore = |città = |url = http://www.guida-favignana.it/via-giovanni-nicotera-chi-era-costui/}}</ref>, fu liberato nel [[1860]] per l'intervento di Garibaldi. Inviato per conto di questi in [[Toscana]], formò un corpo di volontari per tentare di invadere lo [[Stato Pontificio]], tuttavia esso fu costretto al disarmo e allo scioglimento da [[Bettino Ricasoli|Ricasoli]] e [[Camillo Benso Conte di Cavour|Cavour]].
Il gruppo di Nicotera ci componeva di 2.000 volontari che avrebbero dovuto congiungersi con i 6.000 di [[Luigi Pianciani|Pianciani]], che a loro volta avrebbero dovuto sbarcare nel nord del Lazio, quindi i due gruppi avrebbero dovuto congiungersi con altri circa 1.000 volontari provenienti dalla Romagna verso le Marche, formando una spedizione per un totale di circa 9.000 volontari per puntare verso sud, prendendo l'esercito borbonico in una manovra cosiddetta tenaglia. Tale piano non ebbe però pratica attuazione in quanto Cavour indirizzò la spedizione verso la Sardegna e poi verso Sud. <ref>Garibaldi and the making of Italy - [[George Macaulay Trevelyan]] – pagg. 118-121 [https://archive.org/stream/garibaldimakingo00trevuoft#page/118/mode/2up/search/pianciani]</ref>
 
Nel [[1862]] fu al fianco di Garibaldi sull'[[Aspromonte]] e quindi, nel [[1866]], comandò il 6º reggimento volontari nella [[Terza guerra d'indipendenza]] contro l'[[Austria]]. L'anno seguente entrò in territorio pontificio da sud ma la [[battaglia di Mentana|sconfitta di Garibaldi]] a [[Mentana (Italia)|Mentana]] pose fine all'operazione. Fin dal 1860 aveva anche intrapreso una attività politica, pubblicando articoli su un giornale, ''Il popolo d'Italia'', al quale collaborava anche [[Aurelio Saffi]]; per un decennio fu su posizioni di estrema opposizione; dal [[1870]] iniziò tuttavia ad appoggiare le riforme militari di [[Cesare Francesco Ricotti-Magnani|Ricotti-Magnani]].