Al-Anbar: differenze tra le versioni
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Al-Anbār fu originariamente chiamata '''Pērōz-Šāpūr''' (un nome [[Lingua pahlavi|medio-persiano]] che significa ''Vittorioso Shapur''), anche detto '''Peroz Shabur''' ([[Lingua aramaica|aramaico]] פירוז שבור) e nota in seguito da [[Greci]] e [[Roma]]ni come '''Perisapora'''. La città fu fondata nel 350 da [[Shapur II]], il re [[Sasanidi|sasanide]] di [[Persia]]. Perisapora fu saccheggiata e distrutta dall'imperatore romano [[Flavio Claudio Giuliano]] (Giuliano l'Apostata) nell'aprile del 363, durante la sua invasione dell'[[Impero sasanide]].<ref>G. W. Bowersock, ''Julian the Apostate'', Harvard University Press, 1978, p. 112.</ref> La città divenne un rifugio per i [[cristiani]] [[arabi]] e per gli [[ebrei]] della regione.<ref name="Peters 1911">Peters 1911.</ref> Secondo le fonti arabe medievali, gran parte dei suoi abitanti emigrò a nord, verso la città di [[Hdatta]] (in arabo al-Ḥadītha), a sud di [[Mossul]].<ref name=EOI>{{cita libro|cognome= Lewis |nome=Bernard |linkautore=Bernard Lewis |curatore=Hertzfeld, E. |pubblicazione=Encyclopaedia of Islam<sup>2</sup> | isbn = 9789004081185 |titolo=Ḥadīt̲a | url = http://books.google.com/books?id=d9JSXwAACAAJ |accesso=12 ottobre 2012 |anno=1986 |editore=E. J. Brill}}</ref>
Il nome della città fu mutato in al-Anbār ("Granai") e [[Abu l-Abbas al-Saffah|Abū al-ʿAbbās al-Saffāḥ]], il primo [[Califfo]] [[abbaside]]
La città di al-Anbbār continuò comunque a svolgere un ruolo non secondario durante tutto il periodo califfale.<ref name="Peters 1911"/>
==Note==
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