Tuta alare: differenze tra le versioni

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Negli anni sessanta, a seguito dell'altissima mortalità dei birdman, l'associazione dei paracadutisti statunitensi (USPA) proibì l'uso di ali negli aviolanci, divieto che sarà revocato solo nel 1987.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://adventure.howstuffworks.com/wingsuit-flying3.htm|titolo=Come funziona una tuta alare|accesso=12 luglio 2011}}</ref>
 
Ma il merito della messa a punto della prima autentica tuta alare va attribuito al paracadutista francese [[Patrick de Gayardon]] e al suo ''team'', basandosi sul modello di tuta alare dell'italoamericano [[John Carta]]. De Gayardon intuì che, date le caratteristiche di densità del corpo umano, non ci si poteva ispirare alle forme degli uccelli bensì sarebbe stato più utile riferirsi a quei mammiferi il cui [[patagio]] consentiva di planare. Dopo i primi studi a partire dal 1994, nel 1996 sono incominciati i primi voli sperimentali. Ma la data ufficiale di nascita della tuta alare è il 31 ottobre 1997, quando, al cospetto di un gruppo di giornalisti italiani, Patrick de Gayardon, dopo un salto dall'elicottero a 6000&nbsp;metri di quota, sfrecciò tra le guglie del versante francese del [[Monte Bianco]].<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/novembre/01/uomo_volante_fatta_co_0_9711017008.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1997/novembre/01/uomo_volante_fatta_co_0_9711017008.shtml|titolo=L'uomo volante ce l'ha fatta|accesso=12 luglio 2011}} "[[Corriere della Sera]]", 1º novembre [[1997]], pag. 21.</ref><ref>''Patrick, l'uomo shuttle'', [[La Gazzetta dello Sport]] del 1º novembre 1997.</ref> Per la prima volta l'avanzamento supera il tasso di caduta.
 
Sfortunatamente de Gayardon sarebbe morto meno di sei mesi dopo, il 13 aprile [[1998]], in seguito ad un malfunzionamento del paracadute avuto in addestramento. Ma oramai il seme era stato gettato e subito si è affacciata sulla scena una nuova generazione di piloti di tuta alare.