Teoria marxiana del valore: differenze tra le versioni

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*''lavoro astratto'', pura estrinsecazione di lavoro umano, che prescinde dagli aspetti qualitativi e dalle determinazioni specifiche riferite all'[[utilità (economia)|utilità]] dei singoli lavori e la cui quantità determina il valore creato.
 
Ma essendo il valore un rapporto sociale che si estrinseca nel [[mercato]], ove tutti agiscono su un piano di parità, la quantità di lavoro astratto per produrre una merce è data dal tempo di lavoro ''socialmente necessario'', secondo l'intensità e la produttività prevalente in quel ramo produttivo, per produrre le merci. Il mercato "valida" questa quantità, nel senso che, se un'impresa produce una merce impiegando più tempo di quello socialmente necessario, realizzerà sul mercato solo il valore corrispondente al tempo socialmente necessario, e non quello corrispondente al lavoro effettivamente prestato nelle condizioni di minore produttività. E viceversa nel caso di produttività individuale superiore a quella media.
 
La "misura immanente", interna, del valore è dunque quella che risulta dal tempo di lavoro socialmente necessario, cioè di lavoro che è necessario per produrre quella merce nelle condizioni tecniche storicamente prevalenti e col grado sociale medio di abilità e intensità. La "misura fenomenica", esterna, del valore è invece quella derivante dal [[denaro]], quale rappresentante generale della ricchezza e del lavoro astratto.