Marisa Bellisario: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Nata a [[Ceva]], da padre [[Puglia|pugliese]] di [[Gioia del Colle]] e da madre originaria del comune ligure di [[Altare (Italia)|Altare]], dopo gli studi superiori conseguì la laurea in discipline economiche nel [[1959]] presso l'[[Università di Torino]]. Successivamente, lasciata la provincia, e recatasi a Milano, entrò da neolaureata alla divisione elettronica dell'[[Olivetti]]<ref name="fond">
Nel [[1963]] partecipò alla fusione dell'Olivetti con la [[Bull]], e l'anno dopo assistette alla cessione della divisione elettronica di Olivetti alla [[General Electric]]<ref name="fond" />, che opererà con il nome GEISI (''General Electric Information Systems Italia'') passando ad occuparsi di Pianificazione prodotti.<ref name=bell/> Nel 1970 la General Electric vende la GEISI al colosso dell'automazione [[Honeywell]] e la GEISI Diviene HISI (''Honeywell Information Systems Italia'').
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Con l'arrivo dell'ing. [[Carlo De Benedetti]] quale nuovo azionista di riferimento dell'Olivetti, nell'aprile 1978, le funzioni di Marisa Bellisario cambiarono nuovamente e nel gennaio del [[1979]] divenne Presidente della "Olivetti Corporation of America"<ref name="fond" />, risanandone in breve tempo il pessimo bilancio<ref name=vespa>Bruno Vespa, ''Donne d'Italia'', Milano, RaiEri-Mondadori, 2015, p. 287. ISBN 978-88-04-65812-2</ref>
Nel [[1980]] s'iscrisse al [[Partito Socialista Italiano]]<ref>
Nel [[1981]] Marisa Bellisario tornò in Italia per assumere la dirigenza della [[Italtel]], grande gruppo industriale parastatale di 30 aziende elettromeccaniche con circa trentamila dipendenti, allora in grave crisi e da ristrutturare. Il gruppo fatturava allora 503 miliardi di lire all'anno, perdendone 2327.<ref name=vespa/> Il piano da lei proposto e seguito, che prevedeva l'avvio di nuovi progetti e la sostituzione della dirigenza, trasformò il gruppo Italtel in una moderna azienda. Il gruppo da lei diretto, in soli tre anni, elevò il proprio fatturato a 1300 miliardi di lire, producendo anche un notevole attivo. Per questo lavoro Bellisario ottenne il consenso dei [[sindacato|sindacati]], che in precedenza erano stati dubbiosi nei confronti del suo piano di ristrutturazione<ref name="fond" />.
Marisa Bellisario credeva nella meritocrazia e nella gerarchia del merito e si ritiene che sia stata vittima di [[discriminazione sessuale|pregiudizi antifemminili]] allorquando le fu negato il consenso del gruppo Fiat alla nomina ad amministratore delegato della Telit, azienda che avrebbe dovuto nascere dalla fusione di Italtel e [[Telettra]] e che sarebbe dovuta diventare l'azienda italiana di riferimento del settore delle telecomunicazioni<ref name="
Nel [[1984]] entrò a far parte della Commissione Nazionale per la realizzazione della parità tra uomo e donna, istituita dal [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] [[Bettino Craxi]], come Presidente della sezione per le nuove tecnologie. Nello stesso anno la rivista ''[[Capital]]'' le dedicò una copertina<ref name="
Nonostante una malattia irreversibile (tumore alle ossa) che la portò lentamente alla morte, Marisa Bellisario continuò a gestire il proprio lavoro, anche a distanza, fino al termine dei suoi giorni<ref name="
Si spense il 4 agosto [[1988]], a soli 53 anni,<ref name="
A lei sono intitolati la Fondazione e il Premio omonimo, assegnato ogni anno alle donne che si sono distinte nella professione, nel
Il comprensorio Italtel di [[Carini]] è intitolato a Marisa Bellisario.
== Immagine ==
Marisa Bellisario era una donna molto ammirata anche per la sua avvenenza e le stravaganti acconciature<ref name=bel>[http://www.istitutobellisario.gov.it/Marisa%20Bellisario.doc La signora coi baffi]</ref> e negli Stati Uniti era chiamata affettuosamente ''The legs'', per le sue splendide gambe<ref name= bel />. Inoltre fu definita ironicamente "la signora con i baffi" per le sue doti manageriali<ref name=bel />.
== Note ==
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