Guido Bodrato: differenze tra le versioni

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Laureato in giurisprudenza, è stato ricercatore universitario e ha poi lavorato in un istituto di ricerca economica. Esponente della [[Democrazia Cristiana]] e al [[Movimento Federalista Europeo]], è stato eletto deputato al [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento italiano]] ([[1968]]-[[1994]]) ed europeo ([[1999]]-[[2004]]), dopo essere stato a lungo consigliere comunale a [[Torino]]. Dopo aver sperimentato le primarie, è stato capolista della DC alle amministrative torinesi del 1985, favorendo il rovesciamento della precedente maggioranza di sinistra. È stato, insieme a [[Carlo Donat Cattin|Donat Cattin]], il leader della corrente democristiana ''Forze Nuove'' e poi stretto collaboratore di [[Benigno Zaccagnini|Zaccagnini]] e fondatore (insieme a [[Mino Martinazzoli|Martinazzoli]], [[Giovanni Galloni|Galloni]], [[Luigi Granelli|Granelli]], [[Leopoldo Elia|Elia]] e altri) dell'''[[Area Zac]]''.
 
Ha ricoperto l'incarico di [[Ministri della pubblica istruzione della Repubblica Italiana|Ministro della pubblica istruzione]] dal [[1980]] al [[1982]] (nei governi Forlani I e Spadolini I e II); dal [[1982]] al [[1983]] è stato [[Ministri del bilancio e della programmazione economica della Repubblica Italiana|Ministro del bilancio e della programmazione economica]] nel V governo Fanfani. Dopo l'esperienza di vicesegretario unico della Democrazia Cristiana (dapprima con la segreteria De Mita e poi con quella Forlani, ai tempi della quale ha contrastato in particolare la [[legge Mammì]] sul sistema radiotelevisivo), è rientrato al governo (Andreotti VII, dal [[1991]] al [[1992]]) come [[Ministri dell'industria e del commercio della Repubblica Italiana|Ministro dell'industria e commercio]]. Commissario della DC a Milano all'epoca della bufera di Tangentopoli e del processo per mafia nei confronti di Giulio Andreotti (anche se quest'ultimo verrà alla fine completamente prosciolto da ogni accusa), ha sostenuto il rinnovamento voluto dalla segreteria Martinazzoli e ha appoggiato il passaggio al [[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito Popolare Italiano]].
 
Dall'ottobre [[1995]] al [[1999]] è stato direttore politico del quotidiano Il Popolo. Nel 1999 è stato capolista dei Popolari alle elezioni europee nella circoscrizione nord-ovest ed è stato eletto europarlamentare con oltre 40.000 preferenze. Al Parlamento europeo è stato il capodelegazione dei Democratico Cristiani Italiani nel [[Partito Popolare Europeo]] e tra i fondatori, insieme al francese [[François Bayrou]], del ''Gruppo Schuman''. Con i popolari francesi, catalani e belgi, ha deciso nel 2004 l'uscita dei democristiani dal Ppe, ritenendo impossibile il connubio con i conservatori.