La bestia umana: differenze tra le versioni

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Nel frattempo Jacques Lantier, macchinista ventiseienne del direttissimo Parigi-Le Havre, beneficiando di un giorno di riposo per un guasto occorso alla sua locomotiva (la Lison), si reca alla Croix-de-Maufras, nell'aperta campagna tra Rouen e [[Barentin]]. Qui, nella casa del cantoniere situata sull'orlo della ferrovia, abita sua zia Phasie, la quale si è occupata di lui quando i genitori lo hanno abbandonato durante l'infanzia. La donna, rimasta vedova, si è risposata dieci anni prima con il cantoniere Misard. Ammalata, si dice convinta che il coniuge la stia avvelenando per impossessarsi dei mille franchi che il padre le ha lasciato in eredità l'anno precedente.
 
Jacques ha modo di incontrare anche Flore, figlia maggiore di Phasie e del primo marito, ragazza solitaria, selvaggia e scontrosaforzuta, addetta alla vigilanza del passaggio a livello. Quando la trova nel giardino della casa abbandonata situata nelle vicinanze, la giovane, che ha sempre sdegnato le attenzioni maschili e prova per il solo Jacques una segreta attrazione, vuole concederglisi, ma l'uomo fugge, colpito dal riaffiorare di un male che lo ha tormentato nell'adolescenza, il bisogno di uccidere una donna. Sconvolto, vaga nella notte vicino ai binari quando scorge, in uno scompartimento del direttissimo per Le Havre, un uomo ucciderne un altro. Poco dopo viene rinvenuto il cadavere di Grandmorin.
 
Benché il segretario generale Camy-Lamotte scopra come sono andate le cose, la pratica viene archiviata per la paura di suscitare uno scandalo. Il clamore dei giornali di opposizione, indignati per le dissolutezze attribuite a Grandmorin, e l'imminenza del plebiscito inducono l'Impero alla prudenza e anche il cavapietre Cabuche, sospettato dell'omicidio (aveva minacciato di uccidere il presidente perché Louisette, figlia minore di Phasie e sua intima amica, era morta da lui, nella sua sperduta casetta della foresta di Bécourt, in conseguenza delle violenze sessuali di Grandmorin), viene rilasciato dopo una breve detenzione.
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Il loro amore è sempre più appassionato, gli incontri sempre più frequenti, e lo stesso Roubaud, pur essendone a conoscenza, se ne disinteressa. Séverine accompagna ogni venerdì a Parigi Jacques, alla guida della Lison. Una sera devono pernottare nella capitale per un ritardo causato da una tempesta di neve (che costringe i passeggeri a riscaldarsi qualche ora nella casa di Misard, dove Flore trova conferma della già sospettata relazione tra Jacques e Séverine). Durante la notte, nella stessa casa in cui Roubaud l'aveva selvaggiamente picchiata, Séverine racconta in quale modo il marito aveva ucciso Grandmorin, mentre lei teneva il presidente fermo a terra. Jacques viene travolto dalle pulsioni omicide; per non uccidere l'amata, addormentata, esce in strada con l'intenzione di sgozzare la prima donna che incontra, ma infine sviene.
 
Gli amanti si decidono a liberarsi dell'ingombrante Roubaud per fuggire in America, ma, proprio al momento propizio, Jacques non trova il coraggio di affondare il coltello. Successivamente Flore fa deragliare il direttissimo del venerdì (la notte prima Phasie è morta avvelenata, ma Misard cerca il gruzzolo invano) causando 15 morti, ma non uccidendo nessuno dei due amanti; si suicida allora lanciandosi contro un treno. Jacques, ferito, viene accudito alcuni giorni da Séverine nella sua casa della Croix-de-Maufras. I due attirano una sera Roubaud con un pretesto per ucciderlo, ma Jacques pugnala la donna a morte prima del suo arrivo.
 
Tre mesi più tardi Cabuche e Roubaud vengono condannati ai lavori forzati a vita, riconosciuti rispettivamente esecutore materiale e mandante di entrambi gli omicidi. Una sera Jacques, il cui male lo tormenta ancora, deve portare a Parigi i soldati che partono per la [[guerra franco-prussiana]]. Durante il tragitto litiga con il suo fuochista Pecqueux, ubriaco e furioso perché l'amico ha una relazione con la sua amante. Cadono entrambi, schiacciati dal treno, mentre il mezzo procede a tutta velocità, senza guida, nella notte.