Conquista della Gallia: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Battaglia di Octoduro}}
 
Al termine di queste operazioni, tutta la Gallia Belgica, comprese le territerre di Nervi, Atuatuci, Viromandui, Atrebati ed Eburoni, era stata posta sotto il controllo romano. Nel frattempo, la [[legio VII (Cesare)|''legio'' VII]], guidata da [[Publio Licinio Crasso|Publio Crasso]], figlio del [[triumvirato|triumviro]] Marco Licinio Crasso, era stata inviata ad occidente per sottomettere le tribù delle regioni costiere dell'Oceano Atlantico, tra le odierne [[Normandia]] e [[Garonna]].<ref>Cesare, ''De bello Gallico'', II 34-35; si tratta dei popoli dei Veneti, Unelli, Osismi, Coriosoliti, Esuvi, Aulerci e Redoni.</ref> Un altro legato, [[Servio Sulpicio Galba (pretore 54 a.C.)|Galba]], fu inviato con la ''legio'' XII e parte della cavalleria nelle terre dei [[Nantuati]], dei [[Veragri]] e dei [[Seduni]], che si trovano tra i territori degli [[Allobrogi]], il [[lago Lemano]], il fiume Rodano e le Alpi.<ref>Cesare, ''De bello Gallico'', III, 1.</ref> Cesare, una volta poste tutte le legioni nei quartieri d'inverno (tra i [[Carnuti]], gli [[Andi]], i [[Turoni]] ed i popoli dove aveva appena condotto la guerra), fece ritorno in Italia.<ref>Cesare, ''De bello Gallico'', II, 35.</ref>
 
Partito Cesare, il legato Galba, che aveva come compito quello di aprire la via delle Alpi tra la Gallia Comata e la Gallia Cisalpina, trovandosi a dover combattere contro un nemico nettamente superiore in numero, fu [[Battaglia di Octoduro|costretto ad abbandonare]] il ''[[vicus]]'' celtico di [[Martigny|Octodurus]], dove aveva posto i suoi accampamenti invernali, e a ritirarsi nel Paese amico degli [[Allobrogi]].<ref>Cesare, ''De bello Gallico'', III, 1-6.</ref>