Regno dei Serbi, Croati e Sloveni: differenze tra le versioni

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Quando il Comitato nazionale dello Stato degli Sloveni, Croati e Serbi si accordò col reggente Alessandro per un'unione col Regno di Serbia, la più importante richiesta per la creazione di una nazione degli Slavi del sud fu che essa si basasse su un governo decentrato che desse ampie autonomie alle differenti etnie. Nonostante le rassicurazioni da parte serba, il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni si andò via via strutturando come un'entità fortemente centralizzata.
 
Oltre a ciò, gli accordi prevedevano che il primo capo del governo sarebbeavrebbe dovuto essere [[Nikola Pašić]], rappresentante del Partito Radicale, ma il reggente si rifiutò di affidargli l'esecutivo; dopo un periodo di crisi, il 20 dicembre [[1918]], fu nominato primo ministro il radicale [[Stojan Protić]].
 
Venne istituita una sorta di Parlamento, chiamato "Rappresentanza Provvisoria", formata da delegazioni dei vari corpi amministrativi preesistenti all'unificazione, che non riuscì praticamente a legiferare a causa del boicottaggio delle opposizioni contrarie alle politiche centraliste del Governo guidato da [[Ljubomir Davidović]] succeduto a Protić nel [[1919]].