Sabato santo: differenze tra le versioni

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Il sabato santo è il secondo giorno liturgico del [[Triduo pasquale]], che comincia con la [[Messa nella Cena del Signore]] nella sera precedente il [[Venerdì santo]], e termina con la [[Domenica di Pasqua]], di cui il primo atto liturgico è la [[veglia pasquale]].<ref>[https://www.binetti.ru/collectio/liturgia/missale_files/deanno3ed.htm Norme generali per l'ordinamento dell'anno liturgico e del calendario]</ref>
 
Il sabato santo è un giorno di silenzio, di raccoglimento, di meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro. Si attende l'annuncio della [[risurrezione di Gesù]], annuncio che avverrà nella solenne [[veglia pasquale]]. Questa si svolgerà dopo il tramonto del sole ed è considerata parte della celebrazione della [[Domenica di Pasqua]], per cui chi vi assiste compie il [[Precetti della Chiesa|precetto]] di partecipare alla [[messa]] domenicale.<ref>[http://www.famigliacristiana.it/articolo/sabato-santo-perche-e-giorno-di-silenzio-e-non-ci-sono-celebrazioni.aspx "Sabato santo, perché è giorno di silenzio e non ci sono celebrazioni" in ''Famiglia cristiana'', 25 marzo 2016]</ref>
 
Un'antica omelia diceva: "Oggi sulla terra c'è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi."<ref>[http://www.vatican.va/spirit/documents/spirit_20010414_omelia-sabato-santo_it.html Da un'antica « Omelia sul Sabato santo ». (PG 43, 439. 451. 462-463)]</ref>
 
Il sabato santo è perciò "aliturgico",<ref>[http://www.treccani.it/vocabolario/aliturgico/ Vocabolario Treccani]</ref> nel senso che in esso non si celebra la messa, celebrazione che viene indicata alcune volte con il termine "liturgia" o "[[divina liturgia"]], particolarmente nel [[rito bizantino]].
 
"Soltanto il Venerdì e il Sabato santo la liturgia romana stabilisce che l'altare sia totalmente spoglio (privo di tovaglia, candelieri, croce, tappeti, ecc.), quale 'icona' della passione del Signore e assenza, in questi giorni austeri, della celebrazione del divin Sacrificio."<ref>[https://it.zenit.org/articles/l-arredo-dell-altare/ Enrico Finotti, "L'arredo dell’altare" in ZENIT, 26 febbraio 2011]</ref>