Algernon Swinburne: differenze tra le versioni

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Giocò a sfavore di Swinburne l'essere consacrato primo poeta inglese, e successore di [[Alfred Tennyson]] e [[Robert Browning]] intorno ai 30 anni d'età, dopo la pubblicazione delle prime due opere. Conservò questo prestigio fino alla morte, ma critici consapevoli come [[A. E. Housman]] percepirono, a torto o a ragione, che porlo tra i massimi poeti inglesi era una forzatura eccessiva. È verosimile che Swinburne stesso ne fosse conscio. Dotato di una finissima intelligenza, lui stesso, nella maturità, attivo come critico, era convinto che la vecchiaia comportasse crescenti cinismo e insincerità. Invecchiare, per lui, non fu ovviamente cosa facile. Ma tutta l'opera di Swinburne, di cui si apprezzano più il senso formale e l'arditezza di molte soluzioni, è l'opera di costruzione di un genio della parola, in cui è molto difficile cogliere il più sincero motivo ispiratore. Per questo è rimasta famosa la definizione che di lui diede [[Walt Whitman]], ''that damned simulacrum'': pronto ad accogliere nel suo universo poetico, con atteggiamento di sperimentatore, argomenti, suggestioni, forme, colori da qualunque parte gli venissero, secondo il critico Richard Church non ha portato a perfetta maturità interiore nessuna delle tematiche affrontate.
 
Dopo i primi ''Poems and Ballads'', che scandalizzarono per le poesie a tema erotico e sadomasochistico come ''Anactoria'', ispirata alle vicende di [[Saffo]] (''«Ah, s'io potessi bermi le tue vene / come vino, e nutrirmi del tuo seno / come di miele, e che dal capo ai piedi / fosse il tuo corpo tutto consumato, / e la tua carne nella mia sepolta!»'' fa dire Swinburne alla poetessa di [[Lesbo]]), la poesia di Swinburne fu sempre più interessata da temi filosofici e politici, soprattutto in merito all'[[Unità d'Italia]], vedere il volume dei ''Songs before Sunrise'', un insieme di poesie d'amore e politiche, ispirate queste ultime dal suo incontro con [[Giuseppe Mazzini]], già suo idolo politico, per cui scrisse anche l'''Ode a Mazzini'' e a cui dedicò il ''Canto d'Italia''; dopo l'incontro col patriota italiano, che lo investì della missione di "[[aedo]] della libertà", Swinburne politicamente si convertì ancora più alla causa del [[repubblicanesimo]] radicale (già in passato aveva esaltato [[Felice Orsini]]). L'amore per l'Italia e la sua letteratura, ereditato dalla madre, lo univa anche a Dante Gabriel Rossetti, di origine italiana e grande appassionato di [[Dante]] e del [[dolce stil novo]], tanto al punto di essere appellato anche come ''aedo d'Italia''.<ref>[[Mario Praz]], ''Cronache letterarie anglosassoni'', p. 103</ref>
{{quote|Italia! Dalla passione del dolore<br>
Che ti piegò e ti impose la catena;<br>
Italia! Dalla rottura dei legami,<br>
Il movimento di tutte le terre;<br>
Amata, o madre degli uomini, o regina degli uomini,<br>
Sorgi, appari, mostrati!|Canto d'Italia}}
 
Scrisse ancora poesia d'amore, ma dai contenuti meno traumatizzanti. La sua tecnica versificatoria, specialmente l'inventiva nell'uso della rima, rimase eccelsa fino all'ultimo.
 
Le sue opere includono: ''Atalanta in Calydon'', ''Tristram of Lyonesse'', altri ''Poems and Ballads'' (distinti in ''Series I'', ''II'' e ''III'', quest'ultima contenente la parte più controversa della sua opera), ''Songs before Sunrise'' e ''Lesbia Brandon'' (pubblicata postuma).
 
[[Thomas Stearns Eliot]], leggendo i saggi di Swinburne sui drammaturghi elisabettiani in ''The Contemporaries of Shakespeare'' e ''The Age of Shakespeare'', e i libri di Swinburne su [[William Shakespeare]] e [[Ben Jonson]], notò che, essendo anche le osservazioni di un poeta su altri poeti, aveva comunque una tale padronanza della materia da renderlo "una guida più affidabile rispetto a [[William Hazlitt|Hazlitt]], [[Samuel Taylor Coleridge|Coleridge]] o [[Charles Lamb|Lamb]]", i tre predecessori romantici di Swinburne. Tuttavia notò, a proposito della prosa di Swinburne, "una tumultuosa raffica di aggettivi, un profluvio incessante di frasi disorganiche, [che] sono indizio dell'indisciplinatezza e fors'anche della pigrizia di una mente disordinata".