Tanakh: differenze tra le versioni

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{{citazione|Oggi un certo consenso è raggiunto, ma chiaramente in via provvisoria, su alcuni punti. Mentre la scomposizione della ''Genesi'' e anche di altri libri o di parti di essi, in fonti di diverse età è sempre più problematica, sembrano resistere alcuni elementi acquisiti a partire dalle ricerche di biblisti tedeschi del secolo scorso, ma non senza modifiche e ripensamenti. Fra questi spiccano: la datazione in età monarchica<ref>Tra il X e il VI secolo a.C.</ref> di alcuni ''Salmi'' e di certi libri o parti di libri profetici; l'attribuzione a età relativamente tardiva (secondo molti nettamente post-esilica<ref>Quindi decisamente successiva al 539 a.C.</ref>) di una redazione finale del Pentateuco; la visione unitaria dei libri narrativi detti "Profeti anteriori" come opera di una personalità o scuola detta "deutoronimistica" per i suoi rapporti di impostazione ideologica con il ''Deuteronomio'', ultimo libro del Pentateuco; la datazione post-esilica, e certo successiva a quella Deutoronimista, dei due libri delle ''Cronache''. Tuttavia, anche questi punti fermi secondo la maggioranza degli studiosi sono posti oggi in discussione da alcuni studiosi che propongono date più basse, per esempio, per il Pentateuco, e collocano il ''Deuteronomio'' in età post-esilica con (ma in altri casi senza) un relativo abbassamento della fonte detta "deutoronimistica"|[[Cristiano Grottanelli]]. ''La religione d'Israele prima dell'Esilio'' in ''Ebraismo'' (a cura di [[Giovanni Filoramo]]). Bari, Laterza, 2007, pp. 6-7}}
 
Di fatto il ''Tanakh'', a partire dal Medioevo ad oggi, si compone di un testo consonantico a cui sono stati successivamente aggiunti alcuni segni vocalici e diacritici allo scopo di renderlo correttamente pronunciabile e di renderlo adatto alla [[cantillazione]] [[liturgia|liturgica]]. Questi ultimi due elementi sono stati coniati dai [[Masoreti]] a partire dall'VIII secolo d.C.
 
L'edizione a stampa del ''Tanakh'' che conosciamo oggi, quantomeno come modello, la siè devedovuta invece al rabbino [[Jacob b. Ḥayyim]] (1470?–1538?), che la pubblicò a Venezia tra il 1524 e il 1525. Ne consegue che tra i più antichi reperti archeologici risalenti al IV secolo a.C. rinvenuti nel [[Giudea|Deserto della Giudea]], inerenti ad alcuni scritti raccolti anche nel ''Tanakh'' , e l'edizione promossa da [[Jacob b. Ḥayyim]] sono passati circa duemila anni.
 
A tal proposito, [[Nahum M. Sarna]] e [[S. David Sperling]]<ref>''Op. cit.''</ref> ricordano che non è in alcun modo possibile ricostruire l'evoluzione di un qualsiasi testo a partire dalla sua composizione fino all'edizione dei testimoni rinvenuti e risalenti al IV secolo a.C., se non l'esistenza di testi divergenti degli stessi libri, sola cosa che può spiegare l'esistenza nel ''Tanakh'' di numerosi testi differenti e duplicati.
 
==Note==