Giorgio La Pira: differenze tra le versioni

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m →‎La Pira sindaco di [[Firenze]]: smistamento lavoro sporco e fix vari
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[[File:Enrico Mattei e Giorgio La Pira.jpg|thumb|La Pira con [[Enrico Mattei]], presidente dell'[[ENI]]]]
Si batte per evitare il fallimento e la cihusura della [[Fonderia delle Cure]]. Interviene attivamente e con successo presso [[Enrico Mattei]] a difesa dei posti di lavoro delle officine Pignone, la cui crisi aveva colpito duramente la regione Toscana minacciando di coinvolgere tremila operai, che mise a servizio delle esigenze meccaniche del gruppo [[Eni|ENI]] con il nome di ''[[Nuovo Pignone]]''. Nel [[1972]] i lavoratori delle officine Pignone, {{citazione necessaria|ispirandosi ai principi di umanità e cristianità di Giorgio La Pira}}, fondano il G.I.D.S.(Gruppo Internazionale Donatori di Sangue). In seguito si adopera per le [[Officine Galileo]] e [[Le Cure]].
 
Per il suo intervento, fu accusato di statalismo e di "comunismo bianco". Tra gli altri critici a difesa della libera iniziativa don [[Luigi Sturzo]] che lo ammoniva del rischio di finire in un "marxismo spurio" se non si atteneva ai principi del non-statalismo e dell'interclassismo. La Pira rispose così: