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[[File:Joseph Heintz d. Ä. 003.jpg|thumb|[[Ferdinando II d'Asburgo]]]]
L'editto era costituito da un foglio di sole 4 colonne di testo, pensato e supervisionato dall'imperatore [[Ferdinando II d'Asburgo|Ferdinando II]] e dalla sua guida spirituale: il confessore gesuita [[Guglielmo Lamormaini]]. In definitiva, esso finì col rappresentare l'inizio della rovina per il suo creatore, tanto era severo e rigido. Venne per ciò definito dagli storici del tempo: ''Radix omnium malorum'' (la radice di tutti i mali).
La prima stesura venne sollecitata durante l'assembleala dieta di [[Mühlhausen/Thüringen|Muhlhausen]] nell'autunno del [[1627]], convocata per discutere le conseguenze della sconfitta danese. A tale evento inizialmente non veniva dato peso, ma quasi un anno dopo si verificò che alcuni importanti vescovi ricordarono all'imperatore, in una lettera congiunta, la promessa fatta di restituire alla Chiesa cattolica ciò che era stato tolto dalla [[Pace di Augusta]] in poi. L'abbozzo preparato da Ferdinando e Lamormaini, fu inviato per studio e visione agli Elettori vescovi cattolici.
Questi premettero perché lo stesso fosse redatto in forma ancora più dura, affinché contenesse un'esplicita dichiarazione di lotta al [[calvinismo]] e favorisse anche la possibilità di un'estensione delle sue norme alle città libere dell'impero. Il documento fu stampato in grande tiratura (ne sono note ben 35 differenti versioni) e distribuito largamente in tutta la [[Germania]]. Fu realizzato in gran segreto e distribuito alle cancellerie di tutta la Germania con preghiera che ne fossero ricavate numerose copie da pubblicare tutte insieme nel marzo del [[1629]]. Per i mesi a venire questo documento, all'apparenza banale e scritto con caratteri minuscoli, fu l'argomento principale di ogni dialogo e convenevole.