Ibrahim II: differenze tra le versioni

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Succedette a suo fratello [[Muhammad II (Aghlabide)|Muhammad II]] ([[864]]-[[875]]), a quanto pare riluttante, sotto pressione popolare. Nonostante avesse ereditato un regno decimato dalla [[peste]] dell'[[874]], lo fece prosperare economicamente. Nell'[[876]] costruì un nuovo palazzo vicino [[Qayrawan]] e contribuì allo sviluppo agricolo attraverso la costruzione di sistemi d'irrigazione. Durante il suo regno il principe [[tulunide]] [[al-'Abbas ibn Tulun]], ribellatosi al padre, fece una spedizione contro la [[Cirenaica]] e la [[Tripolitania]], ma le forze inviate contro di lui da Ibrāhīm II furono sconfitte presso Lebdah. Ibn Tulun fu costretto però a ritirarsi per una ribellione della tribù [[kharigite]] [[berbera]] [[Gebel Nefusa|Nefusa]]. Numerose furono le rivolte di popolazioni berbere contro il suo dominio, durante le quali si sarebbe macchiato di gravi crimini.
 
Sotto il suo regno continuò la presa della [[Sicilia]] con la conquista di [[Siracusa]] nell'[[878]], anche se nell'[[874]] i [[bizantini]] avevano cacciato da [[Bari]] i musulmani che [[Emirato di Bari|dominavano la città]] dall'[[847]]. Pure l'[[emirato di Taranto|emirato di Taranto]], già in fase di decadenza dopo una trentina d'anni di esistenza, fu attaccato e distrutto dai Bizantini nell'[[880]].
 
Ibrāhīm sbarcò in Sicilia a [[Trapani]] alla fine di maggio del [[902]] prendendo il controllo dell'isola, con l'idea di condurre un ''jihad'' in grande stile e realizzare il progetto di spingersi fino a [[Roma]].
Partecipò a combattimenti decisivi per instaurare il dominio [[musulmano]] in Sicilia e parte della [[Calabria]].
Dopo un assedio militare riuscì a riprendere [[Taormina]].
 
Richiamato dal [[Califfato abbaside|califfo di Bahgdad]] [[al-Mu'tadid]], si rifiutò di obbedire, continuando la campagna come [[Mujaheddin|combattente sacro]], ma morì di peste a [[Cosenza]] mentre comandava un assedio della città che durava da 22 giorni.