Fabrizio de Miranda: differenze tra le versioni

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Nel [[1968]] fonda a [[Milano]] uno Studio di Progettazione di ponti e strutture di cui è stato il titolare fino al [[1991]], e, da tale data diventa socio e presidente dell'omonimo studio (''Studio de Miranda Associati'') insieme al figlio Mario e a Elena Gnecchi Ruscone . I suoi primi collaboratori furono gli ingegneri Virginio Stevanato, Andrea Verde e Michele Mele, e gli architetti Cesare Gioni e Gianfranco Radrizzani, nonché i disegnatori Agamennone, Malvich e Croce.
 
Nel corso degli anni sessanta e settanta partecipa a diversi concorsi nazionali ed internazionali di progettazione di ponti risultando sempre il primo classificato<ref>Meneghini G., ''Fabrizio De Miranda nella storia dei ponti in acciaio''..., o.c.</ref>. Tra essi spicca il primo premio ex aequo al Concorso Internazionale di idee per il [[ponte sullo Stretto di Messina]] come progettista del [[Gruppo Lambertini]]<ref>I vincitori del concorso per il Ponte sullo Stretto di Messina, in ''L'Industria Italiana del Cemento'', n. 11/1970, p. 875</ref> <ref>Nella rivista tecnica dell'ANCE, ''L'industria delle costruzioni'', numero speciale: Attraversamento dello Stretto di Messina, n. 22, marzo-aprile 1971, sono stati pubblicati i progetti ritenuti meritevoli del primo premio nel "Concorso internazionale di idee per un attraversamento stabile viario e ferroviario fra la Sicilia e il Continente", indetto il 18 maggio 1969 dall'ANAS e dalle FF.SS.</ref>.
 
Ha realizzato, in Italia e all'estero, oltre mille opere per un totale di circa 700.000&nbsp;m² di impalcato da ponte, unitamente ad alcuni grandi progetti non realizzati.<ref>Oltre settecento delle opere realizzate sono cavalcavia autostradali, molti dei quali già sostituiti, a partire dagli anni novanta, per consentire l'allargamento della carreggiata per la terza corsia. Alcuni progetti di grandi opere non hanno avuto il seguito della realizzazione. Da segnalare, oltre al ''ponte sullo stretto di Messina'' e al ''ponte sull'Adda a Paderno (LC)'', anche il progetto presentato per l'appalto concorso del ''viadotto a Capodichino della tangenziale Est-Ovest di Napoli'': per rispettare i vincoli imposti dal bando fu studiata una soluzione a "cantilever" mediante travate a sbalzo in acciaio e soletta in cemento armato precompresso collaborante con una campata centrale di 205 m; se realizzato sarebbe stato il più grande ponte a travata in sistema composto acciaio-calcestruzzo (Cfr. De Miranda F., ''Ponti a struttura d'acciaio'', pp. 228-235, Genova 1971). Sicuramente degno di nota è anche il progetto per il ''ponte sullo Stretto di Bahrain (Arabia Saudita)'' che prevedeva l'attraversamento del tratto di mare che separa le isole di Bahrain dal continente africano mediante la costruzione di una serie di rilevati e di viadotti autostradali per una lunghezza complessiva di 25 km. Il progetto fu redatto insieme al Prof. Ing. Alfredo Passaro e alla S.T.I.P.E. S.p.A. di Roma. Ciascuno dei cinque ponti che uniscono gli embankments prevedeva una serie di travate composte acciaio e calcestruzzo, semplicemente appoggiate sulla luce di 65 m e con un tratto centrale in corrispondenza del canale navigabile interamente metallico con schema di trave continua sulle luci di (91 + 121 + 91)m. Il progetto presentava numerosi elementi innovativi: impalcato di tipo "aperto" di 25,40 m di larghezza con due sole travi principali poste ad interasse di 16,50 m e con soletta che sporgeva a sbalzo di 4,45 m; una speciale attrezzatura autovarante avrebbe consentito di gettare la soletta senza gravare sulle travi principali e consentire così un notevole risparmio di materiale. (Cfr. De Miranda F., De Miranda M., Gnecchi Ruscone E., ''Alcuni esempi ...'', in Atti delle Giornate italiane della costruzione in acciaio, C.T.A., Palermo 1981)</ref>