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==Biografia==
Dino Formaggio nato a Milano nel 1914, iniziò giovanissimo a lavorare in [[fabbrica]] quando, a soli dodici anni, trovò impiego alla [[Brown, Boveri & Cie|Brown Boveri]] di [[Milano]]. Ben presto però la sua indole portata allo studio, supportata da una vivace [[intelligenza]], lo spronò a iscriversi alle scuole serali.<br />Quest'esperienza, che accomunava lo studio al lavoro, dura ma anche formativa (nel frattempo aveva cambiato lavoro, passando alle orologerie Binda per avere più tempo libero da dedicare allo studio), a cuì sempre più la sua sensibilità verso i problemi sociali, che costituiranno in seguito, anche quando diventerà professore di liceo e poi incaricato di [[Estetica]] presso l'[[Università di Pavia]], il soggetto prevalente del suo percorso culturale, sia [[filosofia|filosofico]] che umano.
 
Ottenuto il diploma di maestro elementare nel [[1933]], venne trasferito a [[Motta Visconti]], nello stesso istituto dove alcuni anni prima aveva insegnato la [[poeta|poetessa]] [[Ada Negri]]. Pur insegnando, proseguì gli studi iscrivendosi all'[[Università Statale di Milano]], dove si laureò nel [[1938]], relatore il professor [[Antonio Banfi]], discutendo una tesi dal titolo ''Fenomenologia dell'arte, rapporto tra arte e tecnica nelle estetiche europee contemporanee'', avveniristica per quei tempi, incentrata com'era sul tema della tecnica artistica. Fu legato da un'intensa amicizia con la poetessa [[Antonia Pozzi]].
 
[[File:Palazzetto dei Vicari (Teolo).JPG|thumb|upright=0.8|Teolo: La sede del Museo di arte contemporanea Dino Formaggio]]
Nei primi anni del [[secondo dopoguerra|dopoguerra]], dopo aver partecipato attivamente alla [[resistenza italiana|lotta partigiana]], Dino Formaggio entrò a far parte dell'[[Università Statale di Milano|Università di Milano]] come assistente alla cattedra di [[Estetica]]. Collaborò anche alla [[rivista]] ''Studi filosofici'' e pubblicò alcuni [[saggio|saggi]], come ''Fenomenologia della tecnica artistica'', riprendendo e ampliando la sua tesi di laurea. In virtù di questa pubblicazione, si aggiudicò l'incarico alla cattedra di Estetica di [[Pavia]].
 
Formaggio si trasferì in [[Veneto]] nel [[1963]], dopo aver vinto il concorso a cattedra quale Professore ordinario d'Estetica presso l'[[Università di Padova]], tra il [[1966]] ed il [[1978]], un periodo molto difficile per tutto il mondo accademico italiano e in modo particolare per quello di Padova a causa delle forti tensioni causate dalla [[Il Sessantotto|rivolta studentesca]], prima, e dal nascente [[Brigate Rosse|terrorismo armato]], poi, assumendo dapprima l'incarico di Preside della Facoltà di Magistero e poi quella di Pro-rettore.
 
Tra i suoi allievi vi furono [[Massimo Cacciari]] e [[Giangiorgio Pasqualotto]].