Vakhtang VI di Cartalia: differenze tra le versioni
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==Il suo regno==
Vakhtang rimase per sette anni in Persia prima che gli fosse permesso di ritornare nel suo regno nel 1719. Venne inviato nuovamente in Cartalia per sedare i condinui raid compiuti dalle tribù caucasiche delle montagne, in particolare dei [[Lezgini]] del Dagestan.
In quell'epoca, la dinastia safavide della Persia si trovava nel più totale caos interno ed era ormai in declino, con [[Assedio di Isfahan|la capitale Isfahan assediata]] dai ribelli afghani. Come vassallo dei persiani e comadante, il fratello di Vakhtang, Rostom, morì durante l'assedio e lo scià nominò il figlio di Vakhtang [[Bakar Bagrationi|Bakar]] come nuovo comandante delle difese. Ad ogni modo, Vakhtang si rifiutò di paretecipare all'assedio di Isfahan. Nel contempo anche gli Ottomani gli offrirono un'alleanza contro la Persia, ma Vakhtang preferì attendere l'arrivo dei russi prima di intraprendere ulteriori mosse. Le promesse di Pietro il Grande nel provvedere supporto militare ai cristiani del caucaso per una definitiva emancipazione dell'area dal giogo persiano crearono grande euforia tra i georgiani e gli armeni.
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