Ercole Baldini: differenze tra le versioni

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Nel 1958 vinse il [[Giro d'Italia 1958|Giro d'Italia]] prevalendo su [[Charly Gaul]], poi terzo, sia in salita – nella tappa dolomitica e in quella di [[Bosco Chiesanuova]] – che a cronometro (a [[Comerio]] e a [[Viareggio]]);<ref name=storiesegrete/> si aggiudicò inoltre per la seconda volta la maglia tricolore di campione italiano su strada. Rinunciò quindi a correre il [[Tour de France 1958|Tour de France]] per essere competitivo al [[Campionati del mondo di ciclismo su strada 1958|campionato del mondo su strada]] di [[Reims]].<ref name=lacarriera/><ref name=storiesegrete/> In quella gara fu subito protagonista uscendo dal gruppo a 250&nbsp;km dal traguardo per andare a riprendere i tre fuggitivi, [[Louis Bobet]], Gastone Nencini e [[Gerrit Voorting]], a loro volta partiti approfittando del disaccordo tra i due favoriti, i belgi [[Rik Van Steenbergen]] e [[Rik Van Looy]]; li staccò poi uno per uno – l'ultimo a cedere fu Bobet&nbsp;– e andò a vincere per distacco la corsa iridata.<ref name=storiesegrete/>
 
Elogiato per l'eleganza in bicicletta, venne presto etichettato come un "nuovo Coppi": altrettanto presto, però, la sua carriera entrò in fase discendente.<ref name=pedalare/> Negli anni successivi al 1958, infatti, Baldini non riuscì a ripetere le imprese delle stagioni precedenti, soprattutto per problemi di peso<ref name=pedalare>{{en}} {{cita libro|autore=John Foot|titolo=Pedalare! Pedalare! A History of Italian Cycling|editore=[[Bloomsbury Publishing|Bloomsbury]]|anno=2011|p=129|isbn=978-0-7475-9521-2}}</ref> ederivanti forseda anchealcune adisfunzioni fisiche mai chiarite, forse causaderivanti dida un intervento chirurgico per [[appendicite]] cui si era sottoposto nella primavera del 1959.<ref name=ercolericorda/><ref name=storiesegrete/> Arrivarono per lui pochi ulteriori risultati di livello, nel luglio del 1959 la tappa alpina di [[Saint-Vincent (Italia)|Saint-Vincent]] al [[Tour de France 1959|Tour de France]],<ref name=lacarriera/> nel 1962, al [[Giro di Lombardia]], il record di scalata assoluto nel durissimo [[Muro di Sormano]], con il tempo di 9'24". Il 4 novembre 1964, dopo essersi classificato secondo al Trofeo Baracchi, in coppia con [[Vittorio Adorni]], annunciò l'addio all'attività agonistica.<ref name=lacarriera/>
 
Dopo essere stato direttore sportivo per alcune formazioni professionistiche (tra cui, per quattro anni, la [[Scic (ciclismo)|Scic]]), è stato scelto come Presidente dell'Associazione Ciclisti e infine Presidente della Lega. È stato poi anche collaboratore del presidente dell'[[Unione Ciclistica Internazionale]] [[Hein Verbruggen]].<ref name=lacarriera/>