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È solitamente abbreviato con il simbolo '''[[©]]'''. Quando tale simbolo non è utilizzabile si riproduce con la lettera "c" posta tra [[parentesi]]: ''(c)'' o ''(C)''.<ref>Negli Stati Uniti la registrazione e l'apposizione del simbolo aveva una efficacia costitutiva fino alla riforma del 1976, carattere poi perso dopo tale riforma cfr. Jarach-Pojaghi ''Manuale del diritto d'autore'' Mursia p.96</ref>
 
== Storia della mia vita ==
è tutta una stronzata. fine. ciao. un abbraccio. evvai.
Le prime norme sul diritto di copia (copyright) furono emanate nel [[XVI secolo]] dalla monarchia inglese con la volontà di operare un controllo sulle opere pubblicate nel territorio. Col diffondersi delle prime [[Stampa a caratteri mobili|macchine automatiche per la stampa]], infatti, iniziò ad affermarsi una libera circolazione fra la popolazione di scritti e volumi di ogni argomento e genere. Il governo, poiché la [[censura]] era all'epoca una funzione amministrativa legittima come la gestione della [[sicurezza]] pubblica, avvertì il bisogno di controllare ed autorizzare la libera circolazione delle [[opinione|opinioni]].<ref name=fogel>Karl Foegel, "''[http://eprints.rclis.org/archive/00002760/ Breve storia sul copyright]''", Red Bean, 2004</ref> Ragion per cui fondò una [[corporazione]] privata di censori, la London Company of Stationers (Corporazione dei Librai di Londra), i cui profitti sarebbero dipesi da quanto fosse stato efficace il loro lavoro di censura filo-governativa.<ref name=fogel />
 
Agli ''Stationers'' (ovvero gli editori) furono concessi i diritti di copia (copyright, appunto) su ogni stampa, con valenza retroattiva anche per le opere pubblicate precedentemente. La concessione prevedeva il diritto esclusivo di stampa, e quello di poter ricercare e confiscare le stampe ed i libri non autorizzati, finanche di bruciare quelli stampati illegalmente.<ref name=patterson>Lyman Ray Patterson, "''[http://www.lawsch.uga.edu/jipl/old/vol1/patterson.html Copyright And `The Exclusive Right' Of Authors]''", Journal of Intellectual Property, Vol. 1, No. 1, 1993</ref> Ogni opera, per essere stampata, doveva essere registrata nel [[Stationers' Register|Registro della corporazione]], registrazione che era effettuabile solamente dopo un attento vaglio ad opera del Censore della corona o dopo la censura degli stessi editori. La corporazione degli editori esercitava perciò a tutti gli effetti funzioni di polizia privata, dedita al profitto e controllata da parte del governo.<ref name=patterson />
 
Ogni nuova opera veniva annotata nel registro della corporazione sotto il nome di uno dei membri della corporazione il quale ne acquisiva il “copyright”, ovvero il diritto esclusivo sugli altri editori di pubblicarla; una corte risolveva le eventuali dispute fra membri.<ref name=kaplan>Benjamin Kaplan, "''An Unhurried View of Copyright''", Columbia University Press, 1967, pp. 4-5.</ref> Il diritto sulle copie (copyright), perciò, nasce come diritto specifico dell'editore, diritto sul quale il reale autore non può quindi recriminare alcunché né guadagnare di conseguenza.
 
Nel successivo secolo e mezzo la corporazione dei censori inglesi generò benefici per il governo e per gli editori: per il governo, esercitando un potere di controllo sulla libera diffusione delle opinioni e delle informazioni; per gli editori, traendo profitto dal proprio monopolio di vendita. Sul finire del [[XVII secolo]], però, l'imporsi di [[liberali|idee liberali]] nella società frenò le tradizionali politiche censorie e causò una graduale fine del monopolio delle caste editrici.
 
Temendo una liberalizzazione della stampa e la concorrenza da parte di stampatori indipendenti ed autori, gli editori fecero valere la propria ''[[moral suasion]]'' sul Parlamento. Basandosi sull'assunto che gli autori non disponessero dei mezzi per distribuire e stampare le proprie opere (attività all'epoca assai costosa e quindi riservata a pochi), mantennero tutti i privilegi acquisiti in passato con un'astuzia: attribuire ai veri autori diritti di proprietà sulle opere prodotte, ma con la clausola che questa proprietà potesse essere trasferita ad altri tramite [[contratto]].<ref name=fogel /> Di lì in poi gli editori non avrebbero più generato profitto dalla [[censura]] sulle opere, ma semplicemente dal trasferimento dei diritti firmato (più o meno volontariamente) dagli autori, trasferimento in ogni caso necessario per la altrimenti troppo costosa pubblicazione delle opere.<ref name=fogel />
 
Su queste basi, nel [[1710]] venne perciò emanata la prima norma moderna sul copyright: lo [[Statuto di Anna]] (Statute of Anna).
 
A partire dalla Statuto di Anna, gli autori, che fino ad allora non avevano detenuto alcun diritto di proprietà, ottennero in sostanza il (tutto sommato vacuo) potere di bloccare la diffusione delle proprie opere, mentre la corporazione degli editori incrementò i profitti grazie alla cessione, sostanzialmente obbligatoria per ottenere stampa e distribuzione, da parte degli autori dei vari diritti sulle opere.<ref name=kaplan/>
 
Il rafforzamento successivo dei diritti d'autore su pressione delle corporazioni, generò gradualmente il declino di altre forme di sostentamento per gli autori (come il patronato, la sovvenzione, ecc.), legando e sottoponendo indissolubilmente il sostentamento dell'autore al profitto dell'editore.<ref>S. H. Steinberg, "''Five Hundred Years of Printing''" pp. 218-230, Penguin Books, 1955</ref>
 
Nel corso dei successivi due secoli anche la [[Francia]], la [[Repubblica Cisalpina]], il [[Regno d'Italia]], il [[Regno delle Due Sicilie]] e il resto d'[[Europa]] emanarono legislazioni per l'istituzione del copyright (o del [[diritto d'autore]]).
 
* nel [[1836]], il codice civile albertino per la Sardegna.
* nel [[1840]], il 22 dicembre, il decreto di Maria Luigia, per il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla.
* nel [[1865]], il 25 giugno, nel Regno d'Italia, con legge 2337.
 
Talune con ispirazioni maggiormente [[illuminismo|illuministe]] e [[democrazia|democratiche]] rispetto a quella anglosassone, pur tuttavia con la medesima radice.
 
Nel [[1886]], il 9 settembre, fu costituita l'[[Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche|Unione internazionale di Berna]], per coordinare i rapporti in questo campo, di tutti i paesi iscritti, ancora oggi operante.
 
=== Lo sviluppo tecnologico e l'avvento di [[Internet]] ===