Bernardo Aiglerio: differenze tra le versioni

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nel sec. XIII|rivista = Studi Cassinati|volume = Gennaio - Giugno 2004|numero = }}</ref>.
 
Di lì, con [[bolla pontificia|bolla]] del 29 marzo [[1263]], [[Papa Urbano IV|Urbano IV]] lo trasferì a [[Abbazia di Montecassino|Montecassino]], anche se, a tutti gli effetti egli assunse il suo ufficio solo tre anni più tardi, quando cioè [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]], il 26 febbraio [[1266]], subì a [[Battaglia di Benevento (1266)|Benevento una sconfitta fatale]] ad opera di [[Carlo d'Angiò (duca di Calabria)|Carlo D’Angiò]].
In effetti, la sua scelta per la sede cassinese aveva, soprattutto, un fine politico: si trattava di assicurare al piano filoangioino, perseguito dal papa, le porte del Regno<ref name=":1"/>.
Bernardo, infatti, accolse festosamente Carlo, donandogli duemila once d'oro e ponendo l'Abbazia e l'intera Terra di San Benedetto sotto la sua protezione<ref name=":0" />.
l'Abbazia e l'intera Terra di San Benedetto sotto la sua protezione<ref name=":0" />.
 
Dal momento in cui assunse in pieno il suo ruolo di Abate, Bernardo si dedicò in modo particolare ad una fondamentale opera di riorganizzazione patrimoniale dell'intera [[Terra Sancti Benedicti]] attraverso le ''Inquisitiones'', inchieste formali attuate al fine di operare una ricognizione di tutti i beni, i diritti, i servizi, i redditi di competenza dell'Abbazia e ad essa dovuti dalle ''Universitates'' o dai singoli abitanti di esse. L'intera [[Terra di San Benedetto]] era, infatti, reduce da un lungo periodo di incertezza. Dal [[1220]], con l'elezione a imperatore di [[Federico II di Svevia|Federico II]], il territorio posto sotto l'autorità bendettinabenedettina aveva infatti subito i contraccolpi della centralizzazione di potere a cui mirava il nuovo sovrano che, tra l'altro, era anche in aperto conflitto con [[Papapapa Gregorio IX]] che non aveva indugiato a scomunicarlo il 24 marzo [[1239]]. Alla somunicascomunica era seguita l'immediata occupazione del Monastero da parte di truppe imperiali, i monaci erano stati espulsi e alcuni di loro erano stati obbligati a cedere la metà delle rendite del loro patrimonio<ref name=":0" />.
 
Come più tardi scriverà lo stesso Bernardo:
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L'epoca di Bernardo I può dunque essere vista come un'epoca in cui l'attività feudale si ridesta con nuove e rinnovate energie, sotto la guida di un abate vigoroso e tenace, con la cui opera l'Abbazia riafferma e riorganizza una certa potenza prima dell'imminente fervido periodo della civiltà comunale<ref name=":0" />.
 
Ma l'opera dell'Abate non si esaurì nelle cure straordinarie richieste dalla speciale situazione di Montecassino. Anche su un piano più vasto fu fedele e valido cooperatore dei disegni papali. A lui e al fratello (Ayglerio, arcivescovo di Napoli), dopo averli chiamati presso di sé a Viterbo, [[Papa Clemente IV|Clemente IV]], nel [[1267]], affidava gli affari del Regno, in assenza di Carlo. Seguivano le lotte contro i [[Insediamento musulmano di Lucera|Saraceni di Lucera]] e le numerose legazioni, durante le quali fu talvolta sostituito nella cura di Montecassino dal fratello: dapprima in Francia, poi a [[Venezia]], nel 1269, per trattare l'alleanza contro i Turchi; in [[Ungheria]], sempre nello stesso anno per concludere il matrimonio fra il [[Carlo II di Napoli|figlio di Carlo d'Angiò]] e [[Maria d'Ungheria (1257-1323)|Maria]], sorella di re [[Ladislao IV d'Ungheria|Ladislao]]; a [[Costantinopoli]] per trattare a nome di [[Papa Gregorio X|Gregorio X]] con [[Michele Paleologo]]. Ma re Carlo sospettò di un accordo fra Roma e Bisanzio, che avrebbe diminuito la sua preponderante influenza e rovinato i suoi piani di conquiste in Oriente, e si vendicò sull'Abate revocando la concessione della giustizia criminale a Montecassino. Poco dopo, il 3 aprile [[1282]], l'Abate morì<ref name=":1" />.
 
== Note ==