Famiglie baronali romane: differenze tra le versioni

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{{E|Voce senza precisi riferimenti bibliografici, da ricerca originale per valutazioni sulla loro rilevanza, volta solamente a riportare una selezionata lista di nomi di famiglie preceduta dal riassunto di di altre voci|storia di famiglia|maggio 2014}}
 
Per '''Famiglie baronali romane''' si intendono le famiglie [[Nobiltà|nobiliari]] che nel [[Medioevo]] ebbero una grande influenza politica a Roma, <ref>[http://www.persee.fr/doc/efr_0000-0000_1993_ths_181_1 Carocci p.24]</ref> molte volte subordinando la nomina dei Papi o la loro politica ai loro interessi, talvolta anche imponendone direttamente la nomina, e a loro volta grandemente beneficate dal nepotismo pontificio. Lo storico Sandro Carocci prende in particolare esame le famiglie che accentrarono il potere a partire dalla metà del secolo XII. In quell'epoca un unico ''[[Senatore di Roma|Senatore]]'' sostituì il primitivo senato di 50 membri che fino al XII secolo<ref> Fino a che il senato era collegiale si usa il termine''aristocrazia senatoria'', mentre quello di ''grandi famiglie baronali'' è per l'epoca successiva, a partire dal maturo Duecento.Ivana Ait, ''Per un profilo dell’aristocrazia mercantile romana tra XI e XII secolo'' che ricostruisce che la potenza economica delle famiglie emergenti a Roma tra l’XI secolo e la prima metà del XII secolo, primi fra tutti i Frangipane e i Pierleoni, nasceva dalla ricchezza accumulata da mercanti. </ref> si affiancava alla figura del pontefice, per curare gli affari civili. siIl erapapa avutacompie questa scelta per avere meno controlli da parte di un organo collegiale allargato ma è proprio questa figura di ''senatore unico'' a rendere più visibile la concentrazione del potere nelle mani di un numero ristretto di famiglie. Nel periodo tra il 1230 e il 1347 dei 168 senatori, 50 furono della famiglia Orsini, 28 Anniboldi, 24 Colonna, 17 Conti, 15 Savelli, 8 Stefaneschi, 5 Anguillara.<ref>Carocci p. 36</ref>
 
Sempre secondo Caracci, a metà del secolo XIII erano 60 i ''castra'' in possesso delle principali famiglie baronali romane, al momento dell'elezione di papa [[Papa Niccolò III|Nicolò III]] della famiglia Orsini, erano diventati 100, e poi, a seguito di un succedersi di pontefici molto ''nepotisti'',<ref>Sandro Caracci, ''Il nepotismo nel Medioevo. Papi, cardinali e famiglie nobili''</ref> salirono fino a diventare 150. Dante Alighieri così si esprime sul nepotismo di Niccolò III.