Re fannulloni: differenze tra le versioni

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Lo storico Jacques Le Goff ha mostrato come, in realtà, la categoria storiografica del ''re inutile'' (la cui espressione stereotipata era "rex inutilis vel nil faciens") vada inquadrata in una più ampia strategia di autolegittimazione messa in atto, nel medioevo, dai re usurpatori. Tale espressione fu usata per la prima volta nei confronti di [[Luigi V di Francia]], l'ultimo dei [[carolingi]] nella "Francia Occindentalis". Solo in seguito fu applicata retroattivamente all'ultimo dei merovingi e da ciò l'invenzione del tema dei ''re fannulloni''.
 
Questo infelice titolo venne assegnato ad una dinastia di re che morirono quasi tutti molto giovani (tra i venti ed i trent'anni), logorati da una precoce dissolutezza, e che divennero padri in età giovanile (sui quindici-diciotto anni). Come sovrani avevano un potere solo apparente e vivevano chiusi nelle loro ''villae'', circondati da un grande sfarzo<ref>Jean Verseuil, ''Les rois fainéants: De Dagobert à Pépin le Bref (629-651)'', Fleurus - 2012.</ref>. Normalmente questi re venivano mostrati al popolo franco nei grandi raduni del ''Campo di Marzo'' e poi si facevano rientrare nelle loro ''villae'', che solitamente erano nei tre regni di [[Austrasia]], [[Neustria]] e [[Burgundia]], da cui uscivano raramente su carri trainati da buoi.
 
Il potere vero veniva esercitato dal [[Maggiordomo di Palazzo]], che si trovava a capo di ognuno dei tre regni, nominando e deponendo i re secondo i propri interessi o capricci. I re non furono altro che fantasmi o burattini ed i loro nomi servirono soltanto a datare i documenti.