Ulrico Hoepli: differenze tra le versioni

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Sin dal [[1871]] Ulrico Hoepli affiancò all'attività libraria quella editoriale, con la nascita della [[Hoepli (casa editrice)|casa editrice Hoepli]], che iniziò con la pubblicazione di una piccola grammatica francese, "''I primi elementi di lingua francese''" di G. S. Martin.
 
Legatosi agli ambienti dell'Istituto Tecnico Superiore (che sarebbe diventato il [[Politecnico di Milano]]) e delle altre istituzioni scientifiche milanesi, come l'[[Osservatorio astronomico di Brera]], il libraio-editore concepì un'importante operazione culturale: quella di rimediare alla povertà dell'editoria scientifico-tecnica italiana, creando una collana di testi agili, destinati ai quadri tecnici dei quali lo sviluppo economico faceva intravedere un crescente bisogno. Mancando nella lingua italiana un termine per indicare il tipo di libri che intendeva pubblicare, '''Hoepli coniò quello di "''[[manuale]]''"''', traducendo così la parola inglese ''handbook''. La collana dei manuali Hoepli iniziò nel [[1875]] con il ''Manuale del tintore'' di Roberto Lepetit e il suo titolo più famoso fu il ''Manuale dell'ingegnere'' di [[Giuseppe Colombo (ingegnere)|Giuseppe Colombo]], uno dei protagonisti dell'industrializzazione lombarda, legato a Hoepli da profonda amicizia. Nella collana, che avrebbe contenuto più di duemila titoli, i contenuti tecnici erano centrali ma non esclusivi: attorno ad essi era organizzato ogni campo del sapere, dalla storia della letteratura bizantina allo studio delle malattie mentali.
 
Oltre ai manuali la casa editrice pubblicò anche opere di pregio, come la riproduzione del ''[[Codice Atlantico]]'' di [[Leonardo da Vinci]] e la monumentale ''Storia dell'Arte Italiana''.