Nana bianca: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
LiveRC : Annullate le modifiche di 91.253.47.70 (discussione), riportata alla versione precedente di ValterVBot |
m Conversione url nudo in cita web, formattazione valuta, chiusura dei tag, formattazioni nei Cita, fix minori. Vedi PU per dettagli |
||
Riga 2:
Una '''nana bianca''' (o '''nana degenere''') è una [[stella]] di piccole dimensioni, con una bassissima [[luminosità (fisica)|luminosità]] e un colore tendente al bianco. Nonostante le ridotte dimensioni, paragonabili a quelle della [[Terra]], la [[massa (fisica)|massa]] dell'astro è simile o lievemente superiore a [[massa solare|quella]] del [[Sole]]; è quindi un [[oggetto celeste|oggetto]] molto [[Stella degenere|compatto]], dotato di un'elevatissima [[densità]] e [[accelerazione di gravità|gravità superficiale]].<ref name="Shapiro">{{cita libro|autore= Stuart L. Shapiro |coautori= Saul A. Teukolsky| titolo= Black holes, white dwarfs, and neutron stars: the physics of compact objects| città = New York| editore= Wiley| anno= 1983|isbn= 0-471-87317-9}}</ref>
La prima nana bianca fu scoperta verso la fine del [[XVIII secolo]], ma la reale natura di tali oggetti venne riconosciuta solamente nel [[1910]];<ref name="schatzman">{{cita libro|titolo=White Dwarfs|autore= E. Schatzman| città= Amsterdam| editore= North-Holland|anno= 1958}}</ref> il termine stesso ''nana bianca'' fu coniato nel [[1922]].<ref name="holberg">{{cita pubblicazione|url= http://adsabs.harvard.edu/abs/2005AAS...20720501H |titolo= How Degenerate Stars Came to be Known as White Dwarfs| autore= J. B. Holberg| rivista= Bulletin of the American Astronomical Society| volume= 37|mese=dicembre| anno= 2005|p= 1503}}</ref> Si conoscono oltre 11000 oggetti appartenenti a questa peculiare classe stellare;<ref name="sdssr4">{{cita pubblicazione|url= http://adsabs.harvard.edu/abs/2006ApJS..167...40E |titolo= A Catalog of Spectroscopically Confirmed White Dwarfs from the Sloan Digital Sky Survey Data Release 4|autore= Daniel J. Eisenstein|
Si ritiene che le nane bianche siano l'ultima fase dell'[[evoluzione stellare|evoluzione]] delle stelle di massa piccola e medio-piccola,<ref group="N">Per ''stelle di piccola massa'' si intendono quegli astri la cui massa non supera le 0,5 masse solari; le ''stelle di massa media'' non superano invece le 8-10 masse solari.</ref> le quali costituirebbero oltre il 97% delle stelle della [[Via Lattea|Galassia]].<ref name="cosmochronology">{{cita pubblicazione |url = http://adsabs.harvard.edu/abs/2001PASP..113..409F |titolo= The Potential of White Dwarf Cosmochronology| autore= G. Fontaine|
La [[fisica della materia]] [[materia degenere|degenere]] impone per una nana bianca una massa limite, il [[limite di Chandrasekhar]] (<math>M_{\rm Ch}</math>), che, per un oggetto che non compie una veloce [[rotazione stellare|rotazione]] su se stesso, equivale a 1,44 M<sub>☉</sub>.<ref name="thesis">{{cita libro|url=http://www.davegentile.com/thesis/white_dwarfs.html| titolo=White dwarf stars and the Chandrasekhar limit| autore= Dave Gentile (Master's thesis)| editore= DePaul University| anno= 1995}}</ref> Nel caso di una nana bianca al [[carbonio]]-[[ossigeno]], il tipo più comune di nana bianca nell'universo,<ref name="sj">{{cita web|url = http://www.arm.ac.uk/~csj/astnow.html|titolo = Stars Beyond Maturity|accesso=3 maggio 2007|autore = Simon Jeffery }}</ref><ref name="vd1"/><ref name="vd2"/> l'avvicinamento o eventualmente il superamento di tale limite, che normalmente avviene a causa del [[trasferimento di massa]] in un [[stella binaria|sistema binario]], ne può provocare l'esplosione in una [[nova]] o in una [[supernova di tipo Ia]].<ref name="osln"/><ref name="rln" />
Riga 52:
Nell'ultima parte del suo libro dedicato alla struttura stellare, Eddington conclude così:
{{Citazione|Sembra che l'[[equazione di stato dei gas perfetti]] perda di validità a queste elevate densità e che le stelle come quella studiata da Adams non siano costituite da gas allo stato ordinario. |A. S. Eddington ''The Internal Constitution of Stars'', p. 170<ref name=univ2>{{cita|AA.VV
[[File:Enrico Fermi 1943-49.jpg|upright=0.9|left|thumb|Enrico Fermi, autore con Paul Dirac della statistica che ha permesso agli astronomi di comprendere la natura delle nane bianche.]]
Riga 68:
{{Citazione|La storia di una stella di massa piccola deve essere essenzialmente differente da quella di una stella di grande massa. Per una stella di piccola massa lo stadio naturale di nana bianca rappresenta il primo passo verso la totale estinzione dell'astro. Una stella di grande massa non può attraversare questo stadio e siamo liberi di speculare su eventuali altre possibilità.}}
La stima di tale massa limite, difatti, aprì la strada ad altre ipotesi sull'esistenza di oggetti ancora più compatti delle nane bianche, che si sarebbero originati dal collasso di stelle più massicce.<ref name="magionami"/> La scoperta nel [[1932]] da parte di [[James Chadwick]] di una nuova [[particella subatomica]], il [[neutrone]],<ref>{{cita pubblicazione | rivista= Nature | volume=129 | p=312 | titolo= On the possible existence of a neutron | autore=James Chadwick | doi=10.1038/129312a0 | anno=1932 }}</ref> e lo studio dei [[Radioattività|decadimenti nucleari]], portarono l'[[1933|anno seguente]] [[Walter Baade]] e [[Fritz Zwicky]] a teorizzare l'esistenza di [[stella di neutroni|stelle costituite da questa nuova particella]],<ref>{{cita pubblicazione| rivista = Phys. Rev.| volume=46| titolo= Remarks on Super-Novae and Cosmic Rays |autore=Walter Baade
La veridicità delle tesi sulla natura degenere delle nane bianche è stata recentemente confermata grazie allo studio [[astrosismologia|astrosismologico]] delle [[nana bianca pulsante|pulsazioni]] di alcune nane bianche.<ref>{{cita web| url=http://whitedwarf.org/education/breeding/wd/ | titolo=White dwarfs pulsation modes | accesso=30 ottobre 2008 | editore=Sul sito [http://www.whitedwarf.org http://www.whitedwarf.org] | lingua=en }}</ref>
Nel [[1939]] furono scoperte 18 nuove nane bianche,<ref name="schatzman" /> mentre Luyten ed altri astronomi si dedicarono alla ricerca di tali stelle nel corso degli [[anni 1940|anni quaranta]]. Al [[1950]] si conoscevano oltre cento nane bianche,<ref>{{cita pubblicazione | cognome=Luyten | nome=W. J. | linkautore=Willem_Jacob_Luyten | anno=1950 | titolo=The search for white dwarfs | rivista=Astronomical Journal | volume=55 | pp=86-89 | url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1950AJ.....55...86L | doi=10.1086/106358 | accesso=30 ottobre 2008 }}</ref> mentre nel [[1999]] il numero era salito ad oltre 2000.<ref name="villanovar4">{{cita pubblicazione | cognome=McCook | nome=G. P. |
== Formazione ed evoluzione ==
{{vedi anche|Evoluzione stellare}}
La formazione di una nana bianca è un processo progressivo e non violento, che riguarda tutte le stelle di massa compresa tra 0,08 ed 8-10 volte la [[massa solare]] che abbiano concluso la fase di stabilità della [[sequenza principale]] e le fasi di instabilità ad essa successive;<ref name="cosmochronology"/><ref name="evo.">{{cita pubblicazione| autore = A. Heger
Le stelle con masse comprese tra 0,08 e 0,5 masse solari, le [[nana rossa|nane rosse]],<ref name="burrows">{{cita pubblicazione | autore = A. Burrows|
[[File:Mira 1997 UV.jpg|thumb|upright=1.1|Un'immagine della gigante rossa AGB Mira vista nell'[[radiazione ultravioletta|ultravioletto]] dal [[Telescopio spaziale Hubble]] (''[[NASA]]-[[Agenzia Spaziale Europea|ESA]]'')]]
Le stelle la cui massa è compresa tra 0,5 ed 8 masse solari attraversano una fase di notevole instabilità alla fine della sequenza principale: il nucleo subisce diversi collassi gravitazionali, incrementando la propria temperatura, mentre gli strati più esterni, in reazione al vasto ''surplus'' energetico che ricevono dal nucleo in contrazione,<ref name="catastr1">{{cita|Wheeler|p. 36|Catastr}}.</ref> si espandono e si raffreddano, assumendo di conseguenza una colorazione via via sempre più tendente al rosso.<ref name="richmond"/> Ad un certo punto l'energia sprigionata dal collasso gravitazionale permette allo strato di idrogeno immediatamente superiore al nucleo di raggiungere la temperatura di innesco della fusione nucleare. A questo punto la stella, dopo esser passata per la fase altamente instabile di [[stella subgigante|subgigante]], si trasforma in una fredda ma brillante [[gigante rossa]] con un nucleo inerte di elio e un guscio in cui prosegue la fusione dell'idrogeno e permane in questa fase per circa un miliardo di anni.<ref name="evoluzione stellare">{{cita web | url = http://physics.ship.edu/~mrc/astro/NASA_Space_Science/observe.arc.nasa.gov/nasa/space/stellardeath/stellardeath_intro.html | titolo = Stellar Evolution & Death | editore = NASA's Observatorium | lingua=en | accesso=15 febbraio 2009 }}</ref><ref name="Iben">{{en}} {{cita pubblicazione| autore = Icko Iben Jr.| titolo=Single and binary star evolution |rivista=Astrophysical Journal Supplement Series |anno=1991 | volume=76 |pp=55–114 | url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1991ApJS...76...55I |doi=10.1086/191565 | accesso=15 febbraio 2009}}</ref><ref name="evolution">{{cita web | data = 29 agosto 2006 | url =http://chandra.harvard.edu/edu/formal/stellar_ev/story/index4.html | titolo =Stellar Evolution - Cycles of Formation and Destruction | editore =Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics | lingua=en | accesso=15 febbraio 2009}}</ref>
Quando il nucleo raggiunge la massa sufficiente, una complessa serie di contrazioni e collassi gravitazionali provoca un forte innalzamento della temperatura nucleare sino ad oltre 100 milioni di kelvin, che segna l'innesco (''[[Flash dell'elio|flash]]'') della fusione dell'elio in [[carbonio]] e [[ossigeno]] tramite il [[processo tre alfa]], mentre nel guscio immediatamente superiore continua il processo di fusione dell'idrogeno residuo in elio.<ref name="evoluzione stellare"/><ref name="evolution"/> La stella, raggiungendo questo stadio evolutivo, arriva ad un nuovo equilibrio e si contrae leggermente passando dal [[ramo delle giganti rosse]] al [[ramo orizzontale]] del diagramma H-R.<ref name="evolution"/>
Riga 89:
Non appena l'elio è stato completamente esaurito all'interno del nucleo, lo strato attiguo, che in precedenza ha fuso l'idrogeno in elio, inizia a fondere quest'ultimo in carbonio, mentre sopra di esso un altro strato continua a fondere parte dell'idrogeno restante in elio; la stella entra così nel [[ramo asintotico delle giganti]] (AGB, acronimo di ''Asymptotic Giant Branch'').<ref name="AGB">{{cita libro|autore= H. J. Habing; Hans Olofsson| titolo= Asymptotic Giant Branch Stars| editore= Springer |anno= 2004|isbn= 0-387-00880-2}}</ref>
Gli strati più esterni di una gigante rossa o di una stella AGB possono estendersi per diverse centinaia di volte il diametro del Sole, arrivando ad avere raggi dell'ordine dei 10<sup>8</sup> [[chilometro|km]] (alcune unità astronomiche),<ref name="AGB"/> come nel caso di [[Mira (stella)|Mira]] (ο [[Balena (costellazione)|Ceti]]), una gigante del ramo asintotico con un raggio di 5 × 10<sup>8</sup> km (3 U.A.).<ref>{{cita web | autore= D. Savage|
[[File:Planetary nebula & white dwarf formation.gif|thumb|left|upright=1.2|La formazione di una nebulosa planetaria (nell'animazione, la [[Nebulosa Elica]]) a partire da una stella AGB.]]
Riga 97:
In seguito ai progressivi collassi e riscaldamenti susseguitisi durante le fasi sopra descritte, il nucleo della stella assume una forma [[materia degenere|degenere]]:<ref name="Liebert">{{cita pubblicazione | autore=J. Liebert | titolo=White dwarf stars | rivista=Annual review of astronomy and astrophysics | anno=1980 | volume=18 | numero=2 | pp=363–398 | url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1980ARA&A..18..363L }}</ref> si forma in questo modo la nana bianca.
Quando nel nucleo cessa completamente la fusione del combustibile nucleare, la stella può seguire due diverse vie a seconda della massa. Se ha una massa compresa tra 0,08 e 0,5 masse solari, la stella morente dà luogo ad una nana bianca di elio senza alcuna fase intermedia, espellendo gli strati esterni sotto forma di [[vento stellare]].<ref name="richmond"/><ref name="Liebert"/> Se invece la sua massa è compresa tra 0,5 ed 8 masse solari, si generano delle violente pulsazioni termiche all'interno dell'astro che causano l'espulsione dei suoi strati più esterni in una sorta di "supervento"<ref>{{cita pubblicazione | autore= H. Oberhummer|
Una nana bianca appena formata ha una temperatura molto elevata, pari a circa 100-200 milioni di K,<ref name="Liebert"/> che diminuisce in funzione degli scambi termici con lo [[spazio (astronomia)|spazio]] circostante, finché l'oggetto non raggiunge lo stadio ultimo di [[nana nera]]<ref name="fate">{{cita pubblicazione| autore = Fred C. Adams
== Tipologie ==
Riga 113:
Le stelle di piccola massa (<0,5 M<sub>☉</sub>), per via delle proprie caratteristiche fisiche, hanno la capacità di fondere solamente l'idrogeno in elio: infatti, alla conclusione di questo processo, gli elettroni del nucleo stellare degenerano molto prima che l'astro possa raggiungere temperature in grado di innescare la fusione dell'elio in carbonio. Per questa ragione, la nana bianca che ne risulta sarà costituita esclusivamente da elio. Ma poiché, come si è visto, la durata della sequenza principale di tali stelle è di gran lunga superiore all'età dell'universo,<ref name="aou"/><ref name="red main sequence"/> sembra ragionevole pensare che non vi sia stato tempo a sufficienza perché si evolvessero delle nane bianche all'elio.<ref name="Adams 2005"/>
Tuttavia, è stata scoperta l'esistenza di oggetti che presentano le medesime caratteristiche teorizzate per le nane He.<ref name="helium.dwarf">{{cita pubblicazione|url=http://arxiv.org/abs/astro-ph/0404291|titolo=A Helium White Dwarf of Extremely Low Mass|autore = James Liebert
[[File:Whitedwarf&planetarynebula it.png|thumb|left|Il collasso del nucleo di una stella di massa media a formare una nana C-O all'interno di una [[nebulosa planetaria]] in espansione.]]
Riga 125:
Il progressivo aumento della quantità di carbonio aumenta la possibilità che una piccola parte di esso sia [[processo di fusione del carbonio|convertita]] in ossigeno; tuttavia è ancora sconosciuta l'esatta proporzione dei due elementi, in quanto non è ancora stata stabilita la quantità effettiva di carbonio che si converte in ossigeno.<ref name="Salpeter"/>
Quando la stella esaurisce il processo di fusione dell'elio in carbonio, una serie di fenomeni di instabilità, accompagnati dall'emissione di un intenso vento stellare, provocano la progressiva espulsione degli strati esterni dell'astro che vanno a costituire la nebulosa planetaria, lasciando al centro il nucleo di carbonio e ossigeno che, dopo aver passato le fasi di ''nucleo della nebulosa planetaria'' e ''[[stella pre-degenere]]'', diviene una nana bianca C-O.<ref name="wernerarxiv">{{cita web| url= http://arxiv.org/abs/astro-ph/0610746 |titolo= Observational constraints on the evolutionary connection between PG 1159 stars and DO white dwarfs| autore= S. D. Huegelmeyer
=== Al limite tra stelle medie e massicce (8-10 M<sub>☉</sub>): nane O-Ne-Mg ===
Le [[stella massiccia|stelle massicce]] (>8 M<sub>☉</sub>) possiedono nel loro nucleo la giusta combinazione di temperatura e pressione necessaria a consentire la fusione di elementi più pesanti del carbonio e dell'ossigeno, come il [[silicio]] e, alla fine, il [[ferro]]. La massa del nucleo di tali stelle eccede la massa limite di Chandrasekhar; di conseguenza, il loro destino finale non è il passaggio verso lo stadio di nana bianca, ma la catastrofica esplosione in una [[supernova di tipo II]], con la formazione, in base alla massa del nucleo residuo, di una [[stella di neutroni]], di un [[buco nero stellare]] o di una qualunque altra [[stella esotica|forma esotica di stella degenere]].<ref name="evo." /><ref>{{cita pubblicazione| autore = Jürgen Schaffner-Bielich| titolo = Strange quark matter in stars: a general overview| anno = 2005| rivista = Journal of Physics G: Nuclear and Particle Physics| volume = 31| numero = 6| pp = S651-S657| url = http://adsabs.harvard.edu/abs/2005JPhG...31S.651S}}</ref> Tuttavia, alcune stelle la cui massa sia al limite tra quella di una stella di massa media e quella di una stella massiccia (tra 8 e 10 M<sub>☉</sub>), possono riuscire a fondere il carbonio in neon anche se la loro massa non risulta sufficiente a [[processo di fusione del neon|fondere]] la totalità di quest'ultimo in ossigeno e magnesio; se questo si verifica, il nucleo non riesce a superare la massa di Chandrasekhar e il suo collasso dà luogo, anziché ad una stella di neutroni, ad una rarissima nana bianca all'ossigeno-neon-magnesio (O-Ne-Mg).<ref>{{cita pubblicazione| autore = Ken'ichi Nomoto| titolo = Evolution of 8–10 solar mass stars toward electron capture supernovae. I - Formation of electron-degenerate O + Ne + Mg cores| anno = 1984| rivista = The Astrophysical Journal| volume = 277| pp = 791-805| url = http://adsabs.harvard.edu/abs/1984ApJ...277..791N}}</ref><ref>{{cita pubblicazione| autore = S. E. Woosley
Un problema cui si trovano di fronte gli astrofisici riguarda la precisa determinazione dell'intervallo della massa stellare che genera tali oggetti, anche alla luce dell'alto tasso di [[perdita di massa]] che le caratterizza nelle fasi finali della loro evoluzione. Questo rende difficile simulare matematicamente con precisione quali stelle terminino i processi di fusione con la nucleosintesi del carbonio, quali con la sintesi di ossigeno e neon e quali proseguano sino alla sintesi del ferro; sembra che comunque giochi un ruolo importante nel determinare il destino dell'astro la sua [[metallicità]].<ref name="oxne"/><ref name="ox-ne-mg"/>
Riga 141:
Le nane bianche all'elio, che si formano dalle stelle meno massicce, possiedono un nucleo di elio, circondato da una tenue [[#Atmosfere e spettri|atmosfera]] costituita da idrogeno quasi puro.<ref name="helium.dwarf"/><ref name="whitedw"/><ref name="he-core"/> Le nane bianche al carbonio-ossigeno possiedono invece un nucleo totalmente costituito da carbonio e ossigeno,<ref name="vd1"/><ref name="Salpeter"/> mentre le rare nane bianche O-Ne-Mg possiedono un nucleo di ricco in neon e magnesio, con una discreta abbondanza di ossigeno, circondato da un mantello ricco di carbonio e ossigeno.<ref name="adsabs.harvard.edu"/><ref>{{cita pubblicazione | autore= S. E. Woosley| coautori= A. Heger | titolo= The Evolution and Explosion of Massive Stars | rivista= Reviews of Modern Physics | anno= 2002 | volume= 74 | numero= 4 | pp= 1015–1071 | url=http://www.ucolick.org/~alex/Preprints/RMP.pdf | formato= PDF |accesso=30 maggio 2007 | doi=10.1103/RevModPhys.74.1015 }}</ref>
In entrambi i casi, la porzione esterna dell'oggetto è ricoperta da una tenue atmosfera di elio e idrogeno, che, per via del proprio [[peso atomico]] minore, verrà a trovarsi al di sopra dello strato di elio.<ref name="mnras270">{{cita pubblicazione | autore=M. Barstow|
=== Dimensioni ===
Si stima che la massa di una nana bianca vada da un minimo di 0,17<ref>{{cita pubblicazione | autore= M. Kulic |
==== Pressione degli elettroni degenerati ====
Riga 150:
La compressione a cui è soggetta la materia di una nana bianca aumenta la densità degli elettroni e quindi il loro numero in un dato volume; poiché essi obbediscono al [[principio di esclusione di Pauli]], due elettroni non possono occupare il medesimo [[stato quantico]]; di conseguenza essi devono obbedire alla statistica di Fermi-Dirac,<ref group="N">La distribuzione di Fermi-Dirac è data dalla formula
::<math> n_i(\varepsilon,T)=\frac{g_i}{e^{\frac{\varepsilon-\mu}{k_BT}}+1} </math>
Dove <math>n_i</math> è il numero medio di particelle nello stadio di energia <math>\varepsilon_i</math>, <math>g_i</math> è la degenerazione dello stadio i-esimo, <math>\varepsilon_i</math> è l'energia dello stadio i-esimo, <math>\mu</math> è il [[potenziale chimico]], <math>T</math> è la temperatura e <math>k_B</math> è la [[costante di Boltzmann]].</ref> che permette di descrivere lo stato di un [[gas]] di particelle in condizioni di densità estreme, in modo da soddisfare il principio di esclusione di Pauli.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Lillian H. Hoddeson
[[File:Hubble m4wd.jpg|thumb|left|upright=1.5|Il telescopio spaziale Hubble, il 28 agosto [[1995]], ha puntato la piccola porzione indicata col quadrato dell'[[ammasso globulare]] [[M4 (astronomia)|M4]], nella costellazione dello [[Scorpione (costellazione)|Scorpione]], trovandovi 75 nane bianche.<ref>{{cita web| url= http://imagine.gsfc.nasa.gov/docs/science/know_l1/dwarfs.html | titolo= White dwarfs|editore= NASA| accesso=11 ottobre 2008}}</ref> Alcune di esse sono indicate da un cerchio.]]
Riga 158:
Applicando sia il principio di esclusione di Pauli sia il principio di indeterminazione è possibile vedere come all'aumentare del numero degli elettroni aumenti anche la loro [[energia cinetica]], e dunque la pressione stessa:<ref name="fowler" /><ref>{{cita web|url= http://www.astro.cornell.edu/~rbean/a211/211_notes_lec_12.pdf |titolo= Lecture 12 - Degeneracy pressure| autore= Rachel Bean| editore= Lecture notes, Astronomy 211, [[Cornell University]]|accesso=21 settembre 2007}}</ref> è quella che viene definita ''pressione degli [[elettrone degenerato|elettroni degenerati]]'', la quale mantiene in equilibrio la nana bianca contro il [[collasso gravitazionale]] cui sarebbe naturalmente soggetta; è quindi un effetto [[meccanica quantistica|quantistico]] che limita la quantità di materia che può essere alloggiata in un determinato [[volume]]. Tale pressione dipende solamente dalla densità e non dalla temperatura della materia. La [[materia degenere]] è relativamente comprimibile; ciò sta a significare che la densità di una nana bianca di massa elevata è decisamente superiore rispetto a quella di una nana bianca di massa inferiore. Di conseguenza, il raggio di una nana bianca è inversamente proporzionale alla sua massa.<ref name="osln" />
Qualora una nana bianca superi la massa limite di Chandrasekhar e non intervenissero delle [[reazione nucleare|reazioni nucleari]], la pressione degli elettroni degenerati non riuscirebbe più a contrastare la [[forza di gravità]]; la stella allora collasserebbe in un [[stella degenere|oggetto ancora più denso]], come una [[stella di neutroni]] o addirittura un [[buco nero stellare]].<ref name="collapse">{{cita web| url= http://www.arxiv.org/abs/astro-ph/9701225v1 |titolo= The Possible White Dwarf-Neutron Star Connection| autore= R. Canal
==== Relazione massa-raggio e limite di massa ====
È abbastanza semplice riuscire a derivare una relazione tra la massa e il raggio di una nana bianca utilizzando un'equazione che consenta di minimizzare l'energia.<ref>{{cita pubblicazione| url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1998ApJ...494..759P| titolo= Testing the White Dwarf Mass-Radius Relation with HIPPARCOS| autore= J. L. Provencal
In prima approssimazione, l'energia di una nana bianca è data dalla somma della sua [[energia potenziale gravitazionale]] e della sua [[energia cinetica]]. L'energia potenziale gravitazionale per unità di massa dell'astro, <math>E_g</math>, è dell'ordine di <math>\begin{smallmatrix}- G \frac{M}{R}\end{smallmatrix}</math>, dove <math>G</math> è la [[costante di gravitazione universale]], <math>M</math> è la massa complessiva della nana bianca ed <math>R</math> il suo raggio. L'energia cinetica per unità di massa, <math>E_k</math>, proviene soprattutto dal moto degli elettroni e quindi equivale a circa <math>\begin{smallmatrix}N \frac{p^2}{2m_e}\end{smallmatrix}</math>, dove <math>p</math> è la [[quantità di moto]] degli elettroni, <math>m_e</math> la loro massa ed <math>N</math> il loro numero per unità di massa.
Riga 193:
ovvero ''il raggio di una nana bianca è inversamente proporzionale alla radice cubica della sua massa''.
Questa analisi è detta ''non relativistica'' poiché viene usata la [[energia cinetica|formulazione classica]] dell'energia cinetica. All'aumentare della massa della nana bianca aumenta la quantità di moto (e quindi la velocità) degli elettroni che la sostengono; avvicinandosi alla [[velocità della luce]], <math>c</math>, gli [[relatività ristretta|effetti relativistici]] non possono più essere trascurati e quando gli elettroni raggiungono [[velocità]] prossime a quella della luce, bisogna passare alla trattazione ultra-relativistica del problema. In questa approssimazione la quantità di moto e l'energia di una particella vengono espresse dal [[quadrivettore]] [[quadrimpulso|impulso]] <math>\begin{smallmatrix}p^\mu\,=\,(\frac{E}{c},\, \vec p)\end{smallmatrix}</math>, dove <math>E=\gamma mc^2</math> è l'energia relativistica, <math>\begin{smallmatrix} \vec p\,=\,\gamma m\vec v\end{smallmatrix}</math> il vettore tridimensionale dell'impulso e <math>\gamma</math> è il [[fattore di Lorentz]] <math>\begin{smallmatrix}\frac{1}{\sqrt{1-\frac{v^2}{c^2}}}\end{smallmatrix}</math>.<ref name="landau">{{cita libro| autore= [[Lev Davidovič Landau|L. D. Landau]]; [[Evgenij Mikhailovič Lifšic|E. M. Lifšic]]| titolo= Teoria dei campi| edizione= 2
::<math>\frac{E^2}{c^2} = p^2 + m^2 c^2</math>
Riga 217:
Per una nana bianca non rotante questo limite è pari, approssimativamente, a <math>\begin{smallmatrix}\frac{5,7}{\mu_e^2}\end{smallmatrix}</math> masse solari, dove <math>\mu_e</math> rappresenta il peso molecolare medio per elettrone, ovvero il numero di [[nucleone|nucleoni]] per [[elettrone]].<ref name="chandra2"/> Nel caso specifico di una nana bianca al carbonio-ossigeno, costituita prevalentemente dagli [[isotopo|isotopi]] carbonio-12 (<sup>12</sup>C) e ossigeno-16 (<sup>16</sup>O), che hanno un [[peso atomico]] pari al doppio del loro [[numero atomico]], <math>\mu_e</math> è uguale a 2;<ref name="scibits" /> conseguentemente la massa limite risultante è pari a circa 1,4 masse solari, che rappresenta il valore comunemente adottato per questo tipo di stelle. Da notare come invece, nei primi decenni del [[XX secolo]], si pensava che le stelle fossero composte principalmente da elementi pesanti;<ref name="stoner" /> così Chandrasekhar nel suo articolo del 1931 suppose che il peso molecolare medio per elettrone di una nana bianca fosse uguale a 2,5, trovando così un valore più basso, 0,91 masse solari, per la massa limite delle nane bianche.<ref name="stoner" />
Nel caso di una nana bianca rotante, l'equazione di equilibrio idrostatico deve essere modificata per tener conto anche della [[forza centrifuga]] della [[rotazione stellare|rotazione dell'astro]].<ref>{{cita web | url=http://www.phys.lsu.edu/astro/H_Book.current/H_Book.shtml | titolo=The Structure, Stability, and Dynamics of Self-Gravitating Systems | accesso=30 novembre 2008 | autore=Joel E. Tohline | lingua=en}}</ref> Per una nana bianca che ruota uniformemente, il limite di massa aumenta soltanto leggermente. Tuttavia, se la stella ruotasse in modo non uniforme e la [[viscosità]] fosse trascurabile, allora, come evidenziato da [[Fred Hoyle]] nel [[1947]],<ref>{{cita pubblicazione | autore= Fred Hoyle| anno=1947 | titolo=Note on equilibrium configurations for rotating white dwarfs | rivista= Monthly Notices of the Royal Astronomical Society | volume=107 | pp=231-236 | url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1947MNRAS.107..231H | accesso=30 novembre 2008 }}</ref> non ci sarebbe alcun limite di massa per una nana bianca in equilibrio idrostatico, anche se non tutti questi modelli sono dinamicamente stabili.<ref>{{cita pubblicazione | cognome=Ostriker | nome=J. P. |
=== Temperature superficiali e dispersione dell'energia termica ===
La [[temperatura effettiva (astrofisica)|temperatura superficiale]] delle nane bianche sinora scoperte è compresa entro un campo di valori che va dagli oltre 150 000 [[kelvin|K]]<ref name="villanovar4" /> fino a poco meno di 4 000 K;<ref name="cool">{{cita pubblicazione| url= http://adsabs.harvard.edu/abs/1997ApJ...489L.157H| titolo= WD 0346+246: A Very Low Luminosity, Cool Degenerate in Taurus|autore= N. C. Hambly|
La radiazione visibile emessa dalle nane bianche varia lungo un'ampia gamma di tonalità, dal colore azzurro tipico delle [[nana blu|stelle di classe O V]] sino al rosso delle [[nane rosse|stelle di classe M V]];<ref name="sionspectra">{{cita pubblicazione| url= http://adsabs.harvard.edu/abs/1983ApJ...269..253S |titolo= A proposed new white dwarf spectral classification system| autore= E. M. Sion|
[[File:White drarfs in NGC 6397 HST.jpg|thumb|upright=1.4|Alcune nane bianche fotografate dall'Hubble nell'[[ammasso globulare]] [[NGC 6397]]. Da notare il colore bianco-azzurro, indice di una temperatura superficiale elevata.(''HST, [[NASA]]/[[Agenzia Spaziale Europea|ESA]]'')]]
A meno che la nana bianca non si trovi in condizioni particolari (come l'[[accrescimento (astrofisica)|accrescimento]] di materia da una stella compagna o da un'altra sorgente), la grande [[energia termica]] irradiata dall'astro deriva dal calore accumulato mentre nella stella originaria erano attivi i processi di fusione nucleare. Poiché questi oggetti hanno un'area superficiale estremamente piccola, il tempo necessario ad irradiare e disperdere il calore è molto lungo.<ref name="rln" /> Il processo di raffreddamento della nana bianca comporta, oltre ad una ovvia riduzione della temperatura superficiale, una diminuzione della quantità di [[radiazione elettromagnetica|radiazioni]] emesse e dunque della luminosità; dato che tali oggetti non hanno altri modi per disperdere l'energia al di fuori dell'[[irraggiamento]], ne consegue che il raffreddamento sia un processo che rallenta col tempo.<ref name="cooling.">{{cita pubblicazione|autore=P. Bergeron
Questa tendenza sembra arrestarsi quando si raggiungono temperature piuttosto basse: infatti, sono note solo pochissime nane bianche con una temperatura superficiale al di sotto dei 4000 K,<ref>{{cita pubblicazione| url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2004ApJ...612L.129G |titolo= Discovery of New Ultracool White Dwarfs in the Sloan Digital Sky Survey|
Il processo di raffreddamento di una nana bianca prosegue, in ottemperanza al [[secondo principio della termodinamica]], sino al raggiungimento dell'[[principio zero della termodinamica|equilibrio termico]] con la [[radiazione cosmica di fondo]], diventando quella che di fatto è nota come ''[[nana nera]]''; tuttavia, dato il lungo tempo previsto perché una nana bianca giunga a questa fase, si pensa che non esistano ancora delle nane nere.<ref name="osln" />
Riga 238:
[[File:Whitedwarfsevolution.png|thumb|left|upright=1.5|Il progressivo raffreddamento di una nana bianca e la cristallizzazione delle sue parti centrali.]]
Sebbene la materia che costituisce una nana bianca sia fondamentalmente allo stato di [[plasma (fisica)|plasma]], ossia un gas composto da [[nucleo atomico|nuclei atomici]] ed [[elettrone|elettroni]] liberi, è stato teoricamente predetto negli [[anni 1960|anni sessanta]] che durante il processo di raffreddamento possa aver luogo il passaggio dalla fase di plasma ad una fase solida degli strati interni della nana tramite il fenomeno della cristallizzazione, che avrebbe inizio a partire dal centro dell'oggetto.<ref name="metcalfe1">{{cita pubblicazione|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2004ApJ...605L.133M|titolo=Testing White Dwarf Crystallization Theory with Asteroseismology of the Massive Pulsating DA Star BPM 37093|autore=T. S. Metcalfe
Perché il processo abbia inizio la temperatura del nucleo della nana deve raggiungere un valore limite di circa 1,7 × 10<sup>7</sup> K;<ref group="N">La temperatura limite si calcola mediante il parametro che sancisce il punto in cui tra [[forza di Coulomb|interazioni coulombiane]] ed [[agitazione termica]] non vi è più alcuna relazione: a una simile temperatura l'energia coulombiana risulterà più debole rispetto all'energia termica e il comportamento assunto dagli atomi ricalcherà quello di un gas. Quando i valori dell'energia di Coulomb e dell'energia termica raggiungono valori comparabili la materia si comporta come un liquido, mentre quando la prima sarà nettamente dominante sulla seconda la materia si comporterà come un solido.</ref> le interazioni tra gli atomi divengono rilevanti e la materia cessa di comportarsi come un [[gas ideale]] assumendo i connotati di un [[liquido]].
I modelli fisico-matematici ritengono che quando la temperatura superficiale della nana bianca raggiunge un valore prossimo ai 5 000 K (considerando per la nana una massa di 0,6 M<sub>☉</sub> e un nucleo composto di C-O al 50:50 in massa) ha luogo la [[transizione di fase]] tra lo stato liquido e quello solido, che ha come effetto l'inizio del processo di cristallizzazione del nucleo.<ref name="pdf_wd">{{cita web| url= http://www.oacn.inaf.it/~silvotti/wd_web_4.pdf| titolo= Sismologia di Nane Bianche | accesso=7 marzo 2009}}</ref> Date le fortissime pressioni cui sono soggetti, nonostante la temperatura interna sia ancora piuttosto elevata, gli atomi iniziano a disporsi in un [[reticolo cristallino]], che assume la [[sistema cristallino|struttura]] di un [[sistema cubico]].<ref name="cosmochronology" /><ref>{{cita pubblicazione|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1988A&A...199L..15B |titolo=Crystallization of carbon-oxygen mixtures in white dwarfs|autore=J. L. Barrat
Questo fenomeno libera [[calore latente]] allungando i tempi di raffreddamento di circa 2 miliardi di anni.<ref>{{cita conferenza |
La misura del grado di cristallizzazione (Γ) è data dalla formula
Riga 256:
dove <math>m_H</math> è la massa dell'idrogeno e <math>\mu_i</math> il [[numero di massa]] medio, pari, nel caso delle nane C-O, a 14 – <math>\begin{smallmatrix}\frac{12+16}{2}\end{smallmatrix}</math> –.
Una serie di campagne osservative [[astrosismologia|astrosismologiche]] iniziate nel [[1995]] indussero a ritenere che le nane bianche pulsanti fossero un buon test per verificare o eventualmente confutare la teoria della cristallizzazione.<ref>{{cita pubblicazione|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1995BaltA...4..129W|titolo=The Status of White Dwarf Asteroseismology and a Glimpse of the Road Ahead|autore=D. E. Winget|rivista=Baltic Astronomy|volume=4|anno=1995|pp=129–136}}</ref> Sulla base di queste osservazioni astrosismologiche, nel [[2004]] un gruppo di ricercatori dell'[[Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics]] stimarono che circa il 90% della massa della nana [[BPM 37093]] fosse cristallizzata;<ref name="metcalfe1" /><ref name="lucy">{{cita pubblicazione|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/3492919.stm|titolo=Diamond star thrills astronomers|autore=David Whitehouse|rivista=BBC News|mese=febbraio|giorno=16|anno=2004|accesso=6 gennaio 2007}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|url=http://www.cfa.harvard.edu/news/archive/pr0407.html|titolo=Press release|rivista=Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics|anno=2004}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|url=http://arxiv.org/abs/astro-ph/0411199v1|titolo=Whole Earth Telescope observations of BPM 37093: a seismological test of crystallization theory in white dwarfs|autore=A. Kanaan
=== Atmosfere e spettri ===
Riga 308:
* una nana bianca con un [[campo magnetico]] polarizzato, una temperatura effettiva pari a 17 000 K e uno spettro dominato dalle righe dell'He I, in cui sono visibili anche alcune righe dell'idrogeno, avrà una classificazione DBAP3. I classici simboli di approssimazione "?" e ":" vengono invece usati se la classificazione è incerta.<ref name="villanovar4" /><ref name="sionspectra" />
Le nane bianche la cui classificazione primaria dello spettro è DA possiedono un'atmosfera dominata dall'idrogeno; questa tipologia costituisce la gran parte (circa i tre quarti) di tutte le nane bianche conosciute.<ref name="wden" /> Una piccola frazione (circa lo 0,1%) hanno atmosfere al carbonio, le cosiddette ''nane DQ calde'' (<math>T_{\rm eff}</math> ~15 000 K);<ref>{{cita pubblicazione|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2007Natur.450..522D|titolo=White dwarf stars with carbon atmospheres|autore=Patrick Dufour
[[File:White dwarf in AE Aquarii.jpg|left|thumb|Rappresentazione artistica del campo magnetico della nana bianca nel sistema binario di [[AE Aquarii]]. (''NASA'')]]
Riga 316:
{{vedi anche|Campo magnetico stellare}}
Negli anni sessanta<ref group="N">La presenza di [[campo magnetico stellare|campi magnetici]] sulla superficie delle nane bianche con intensità dell'ordine del milione di gauss (~100 T) era già stata ipotizzata nel [[1947]] da [[Patrick Maynard Stuart Blackett|P. M. S. Blackett]], che riteneva che un corpo non [[carica elettrica|carico]], in rotazione, potesse generare un [[campo magnetico]] proporzionale al suo [[momento angolare]]; tuttavia la sua teoria fu confutata dalla comunità scientifica. Da {{cita pubblicazione|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1947Natur.159..658B |titolo= The magnetic field of massive rotating bodies| autore= P. M. S. Blackett| rivista=Nature| volume=159| numero=4046 |data= 17 maggio 1947|pp=658–666}}</ref> fu ipotizzato che le nane bianche potessero avere dei campi magnetici generati dalla conservazione del [[flusso magnetico]] totale superficiale durante l'evoluzione di una normale stella di piccola massa in una nana bianca.<ref>{{cita pubblicazione| url= http://adsabs.harvard.edu/abs/2000PASP..112..873W | titolo= Magnetism in Isolated and Binary White Dwarfs| autore= D. T. Wickramasinghe
== Nane bianche variabili ==
Riga 333:
Pur essendo arrivate al termine della loro esistenza, le nane bianche non sono esattamente stelle "tranquille". La loro [[struttura stellare|struttura interna]], infatti, attraversa più fasi di assestamento in seguito alle quali la stella inizia a manifestare fenomeni di instabilità, principalmente [[variabile pulsante|pulsazioni]] dovute alla propagazione di [[onda gravitazionale|onde gravitazionali]] non radiali. Queste provocano una variazione periodica della superficie radiante della stella, e quindi una corrispondente modulazione dell'intensità luminosa; la variazione di luminosità è però piuttosto piccola, compresa tra l'1% e il 30%. L'osservazione di tali variazioni permette di determinare da un punto di vista [[astrosismologia|astrosismologico]] la struttura interna di tali oggetti.<ref>{{cita pubblicazione| url= http://dx.doi.org/10.1088/0953-8984/10/49/014 |titolo= Asteroseismology of white dwarf stars| autore= D. E. Winget| rivista= Journal of Physics: Condensed Matter| volume=10| numero=49 | data= 14 dicembre 1998| pp= 11247–11261| doi= 10.1088/0953-8984/10/49/014}}</ref>
La scoperta delle [[nana bianca pulsante|nane bianche pulsanti]] avvenne nel [[1965]]-[[1966|66]], quando l'astronomo [[Arlo U. Landolt]] osservò che la nana bianca [[HL Tau 76]], scoperta cinque anni prima da [[Guillermo Haro]] e Willem Luyten, mostrava una variazione della propria luminosità con un periodo di circa 12,5 minuti.<ref>{{cita pubblicazione| url= http://adsabs.harvard.edu/abs/1968ApJ...153..151L |titolo= A New Short-Period Blue Variable| autore= Arlo U. Landolt| rivista=The Astrophysical Journal| volume= 153| numero=1 |mese=luglio| anno=1968 |pp=151–164}}</ref> Tuttavia l'idea che potessero esistere delle nane bianche variabili risaliva già a qualche tempo prima, e si riteneva che potessero avere un periodo di variabilità dell'ordine dei 10 secondi;<ref>{{cita pubblicazione| url= http://adsabs.harvard.edu/abs/1967ApJ...148L.161L |titolo= Ultrashort-Period Stellar Oscillations. I. Results from White Dwarfs, Old Novae, Central Stars of Planetary Nebulae, 3C 273, and Scorpius XR-1| autore= George M. Lawrence|
Le nane bianche pulsanti sono suddivise in tre principali sottogruppi a seconda delle loro caratteristiche spettrali:
* ''DAV'', o ''stelle ZZ Ceti'' (di cui fa parte HL Tau 76), di tipo spettrale DA e caratterizzate da atmosfere particolarmente ricche di idrogeno;
* ''DBV'', o ''stelle V777 Herculis'', di classe spettrale DB e caratterizzate da atmosfere particolarmente ricche di elio;<ref name="wden">Gilles Fontaine; François Wesemael ''White dwarfs'', in {{cita libro| titolo= Encyclopedia of Astronomy and Astrophysics| autore= Paul Murdin| città= Bristol e Philadelphia | editore= Institute of Physics Publishing and London, New York and Tokyo: Nature Publishing Group| anno= 2001| isbn= 0-333-75088-8}}</ref>
* ''stelle GW Virginis'', a loro volta suddivise nei tipi ''DOV'' e ''PNNV'', con atmosfere abbondanti di elio, ossigeno, e carbonio.<ref name="quirion">{{cita pubblicazione| url= http://adsabs.harvard.edu/abs/2007ApJS..171..219Q |titolo= Mapping the Instability Domains of GW Vir Stars in the Effective Temperature-Surface Gravity Diagram| autore= P.-O. Quirion
== Nei sistemi stellari e planetari ==
Riga 348:
Probabile testimonianza di interazioni in un [[stella binaria|sistema binario]] è la [[Nebulosa Occhio di Gatto]] (NGC 6543), la cui peculiare forma sarebbe dovuta all'esistenza di un [[disco di accrescimento]] causato dal trasferimento di massa tra le due componenti del sistema, una delle quali in evoluzione verso la fase di nana bianca, che può aver generato i [[getto polare|getti polari]] che interagiscono con la materia espulsa precedentemente.<ref>{{cita pubblicazione| autore = Miranda | coautori = Solf | anno = 1992 | titolo = Long-slit spectroscopy of the planetary nebula NGC 6543 - Collimated bipolar ejections from a precessing central source? | rivista = Astronomy and Astrophysics | volume = 260 | pp = 397–410 | url = http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-bib_query?bibcode=1992A%26A...260..397M }}</ref>
Le osservazioni spettroscopiche agli [[radiazione infrarossa|infrarossi]] condotte dal [[Telescopio spaziale Spitzer]] della [[NASA]] sulla porzione centrale della nebulosa planetaria [[New General Catalogue|NGC]] 7293 (la [[Nebulosa Elica]]) suggeriscono la presenza di un [[disco circumstellare|disco]] di materia circumstellare, che potrebbe esser stato originato dalle collisioni di alcune [[comete]] che erano in orbita attorno alla stella progenitrice, in fase di evoluzione verso lo stadio di nana bianca. È inoltre probabile che l'emissione X della stella centrale sia dovuta alla caduta di una certa quantità di materiali dal disco sulla superficie della stella stessa.<ref>{{cita web|url= http://news.bbc.co.uk/1/hi/sci/tech/6357765.stm |titolo=Comet clash kicks up dusty haze| editore= BBC News| data= 13 febbraio 2007| accesso=20 settembre 2007}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2007ApJ...657L..41S |titolo= A Debris Disk around the Central Star of the Helix Nebula?|autore= K. Y. L. Su|
Se la nana bianca si trova in un sistema binario assieme ad una compagna [[stella gigante|gigante]], l'interazione tra le due stelle potrebbe dar luogo a diversi fenomeni: in primo luogo le [[variabile cataclismica|variabili cataclismiche]] (tra cui si annoverano le [[nova]]e e le [[supernova di tipo Ia|supernovae di tipo Ia]]); quindi le cosiddette [[sorgente di raggi X supermolli|sorgenti di raggi X supermolli]] (in inglese ''super-soft x-ray sources''), che si originano qualora la materia, sottratta alla stella compagna dalla nana bianca, precipiti sulla sua superficie con una velocità tale da mantenere costante un principio di fusione sulla superficie dell'oggetto compatto, che fa sì che l'idrogeno in caduta sull'oggetto venga subito convertito in elio. Fanno parte di questa categoria di oggetti le nane bianche più massicce caratterizzate da altissime temperature superficiali (comprese tra 0,5 × 10<sup>6</sup> e 1 × 10<sup>6</sup> K<ref>{{cita conferenza | autore= N. Langer
=== Variabili cataclismiche ===
Riga 366:
[[File:Tycho-supernova-xray.jpg|thumb|upright=1.1|left|Immagine nei [[raggi X]] del [[resto di supernova|resto]] di [[SN 1572]], una supernova di tipo Ia osservata nel [[1572]] da [[Tycho Brahe]].<ref>{{cita web |editore=Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics |sito=Chandra X-ray Observatory |data=20 febbraio 2009 |titolo=Tycho's Supernova Remnant:Tycho's Remnant Provides Shocking Evidence for Cosmic Rays |url=http://chandra.harvard.edu/photo/2005/tycho/ |accesso=14 gennaio 2014}}</ref> (credit: ASA/CXC/Rutgers/J. Warren, J.Hughes ''et al.'')]]
La massa di una singola nana bianca, come già visto, non può superare il valore limite della <math>M_{\rm Ch}</math> (1,44 M<sub>☉</sub>), valore che può aumentare se l'astro [[Rotazione stellare#Nane bianche|ruota]] velocemente e in maniera non uniforme.<ref>{{cita pubblicazione| url= http://adsabs.harvard.edu/abs/2004A&A...419..623Y |titolo= Presupernova Evolution of Accreting White Dwarfs with Rotation| autore= S.-C. Yoon| coautori= N. Langer| rivista = Astronomy and Astrophysics| volume= 419| numero= 2| mese=maggio| anno= 2004| pp= 623–644| accesso=30 maggio 2007}}
La teoria più accreditata in merito alla formazione di tali supernovae, detta ''della singola degenerazione'', considera una nana bianca al carbonio-ossigeno che assume materia da una stella gigante in un sistema binario,<ref name="sniamodels" /> incrementando la propria massa e sottoponendo le parti centrali ad una [[pressione]] ancora superiore. Si ritiene che il riscaldamento, dovuto alla graduale [[Compressione (fisica)|compressione]] del nucleo residuo, inneschi la [[processo di fusione del carbonio|fusione del carbonio]] quando la massa della stella degenere raggiunge il valore della massa di Chandrasekhar.<ref name="thesis"/><ref name="sniamodels" /> La reazione termonucleare che ne deriva dilania la nana bianca in pochi secondi, producendo l'esplosione della supernova di tipo Ia.<ref name="osln" /><ref name="sniamodels" /><ref>{{cita pubblicazione| url= http://adsabs.harvard.edu/abs/2006A&A...453..229B |titolo= Theoretical light curves for deflagration models of type Ia supernova| autore= S. I. Blinnikov|
Le supernovae del tipo Ia possono generarsi, secondo una teoria detta ''della doppia generazione'', anche a seguito della coalescenza di due nane bianche al carbonio ossigeno.<ref name="thesis"/> Se una coppia di stelle di questo tipo si fonde andando a creare un oggetto con massa superiore al limite di Chandrasekhar, si innesca la violenta fusione del carbonio e l'oggetto risultante esplode immediatamente.<ref name="sniamodels" />
Riga 379:
L'evoluzione di un sistema binario può portare, qualora le due stelle che lo costituiscono abbiano una massa adeguata, alla formazione di un sistema costituito da due nane bianche. I sistemi composti da due nane bianche hanno come sigla '''DWD''', sigla in [[Lingua inglese|inglese]] per ''Double White dwarf'' (doppia nana bianca). La scoperta di simili sistemi e l'osservazione, soprattutto nei raggi X, delle interazioni reciproche tra le due componenti del sistema hanno portato allo sviluppo di modelli sui meccanismi che potrebbero condurre alla fusione di due nane bianche.<ref name="merge">{{cita web| url= http://www.nasa.gov/vision/universe/starsgalaxies/collide_whitedwarf.html | autore= Christopher Wanjek| titolo=Orbiting Stars Flooding Space With Exotic Gravitational Waves | editore=NASA - Goddard Space Flight Center | accesso=22 gennaio 2009}}</ref>
Inizialmente due nane bianche di massa diversa (in genere la più massiccia al carbonio-ossigeno e la più leggera ricca in elio<ref name="he-star">{{cita web | url= http://mcdonaldobservatory.org/news/releases/2006/0309.html | titolo= International team of astronomers discovers origins of 'extreme helium stars' | editore= The University of Texas McDonald Observatory | data= 9 marzo 2006 | accesso=22 gennaio 2009}}</ref>) si trovano ad una distanza piuttosto piccola l'una dall'altra. Nel corso di migliaia di anni, l'[[orbita]] delle due stelle attorno al comune [[centro di massa|baricentro]] inizia a restringersi e a decadere a causa della progressiva perdita del [[momento angolare]], dovuta sia alle interazioni [[#Campi magnetici|magnetiche]] tra le due stelle e le loro [[#Atmosfere e spettri|atmosfere]], sia all'emissione di [[onda gravitazionale|onde gravitazionali]].<ref name="merg1">{{cita web| url= http://www.arm.ac.uk/~csj/movies/merger.html | titolo= Simulation of a binary white dwarf merger |autore=Hideyuki Saio
Man mano che perdono il loro momento angolare, le particelle del disco precipitano sulla superficie della nana superstite, accrescendone la massa. Quando il processo di accrescimento ha portato sulla superficie della stella una massa sufficiente si ha l'innesco delle reazioni nucleari, che causano un'espansione dell'astro.<ref name="merg1"/> Ovviamente, perché si possa verificare questo fenomeno, è necessario che la massa complessiva delle due nane bianche non ecceda la <math>M_{\rm Ch}</math>.
Riga 401:
* {{Cita libro| cognome= AA.VV | titolo= L'Universo - Grande enciclopedia dell'astronomia| editore= De Agostini| città= Novara | anno= 2002|cid=univ}}
* {{cita libro | cognome= Gribbin| nome= J. | titolo= Enciclopedia di astronomia e cosmologia| editore= Garzanti| città= Milano | anno= 2005| isbn= 88-11-50517-8}}
* {{cita libro | cognome= Owen| nome= W. |
=== Titoli specifici ===
Riga 408:
* {{cita libro | nome=Robert G. | cognome=Aitken | titolo=The Binary Stars | editore=Dover Publications Inc. | città=New York | anno=1964 | lingua=en }}
* {{cita libro | nome=Victor G. | cognome=Szebehely | coautori=Richard B. Curran| anno=1985 | titolo=Stability of the Solar System and Its Minor Natural and Artificial Bodies | editore=Springer | isbn=90-277-2046-0 | lingua=en }}
* {{cita libro | cognome= Lada| nome= C. J. | coautori= N. D. Kylafits| titolo= The Origin of Stars and Planetary Systems| editore= Kluwer Academic Publishers
* {{cita libro | nome = Cliff | cognome = Pickover| anno =2001 |titolo=The Stars of Heaven | città= Oxford| editore=Oxford University Press | isbn=0-19-514874-6| lingua=en}}
[[File:M4.jpg|upright=1.2|thumb|Dettaglio di una sezione periferica dell'ammasso globulare M4; tra le stelle più deboli sono visibili alcune nane bianche, riconoscibili per il loro colore perlaceo che risalta rispetto al giallo-arancio delle altre stelle.]]
Riga 414:
* {{cita libro | cognome= Hack| nome= M. | wkautore= Margherita Hack | titolo= Dove nascono le stelle. Dalla vita ai quark: un viaggio a ritroso alle origini dell'Universo| editore= Sperling & Kupfer| città= Milano | anno= 2004| isbn= 88-8274-912-6}}
* {{cita libro | cognome= Lindstrom| nome= J. | titolo= Stelle, galassie e misteri cosmici| editore= Editoriale Scienza| città= Trieste | anno= 2006 | isbn= 88-7307-326-3}}
* {{cita libro | cognome= Abbondi| nome= C. | titolo= Universo in evoluzione dalla nascita alla morte delle stelle| editore= Sandit
* {{Cita libro|titolo=Cosmic Catastrophes: Exploding Stars, Black Holes, and Mapping the Universe| autore= J. Craig Wheeler| editore=Cambridge University Press| città= Cambridge| anno= 2007| ed= 2
==== Sulle nane bianche (in inglese) ====
Riga 422:
* {{cita libro|titolo=White Dwarfs|autore= E. Schatzman| città= Amsterdam| editore= North-Holland|anno= 1958}}
* {{cita libro|autore= Stuart L. Shapiro |coautori= Saul A. Teukolsky| titolo= Black holes, white dwarfs, and neutron stars: the physics of compact objects| città = New York| editore= Wiley| anno= 1983|isbn= 0-471-87317-9}}
* {{cita libro| autore= S. D. Kawaler|
* {{cita libro| autore=Edward M. Sion; Stephane Vennes; Harry L. Shipman| titolo=White Dwarfs - Cosmological and Galactic probes| anno= 2005| editore= Springer |città= Dordrecht| isbn=1-4020-3725-2| lingua=en}}
Riga 429:
* {{cita pubblicazione | autore= [[Fred Hoyle]]| anno=1947 | titolo=Note on equilibrium configurations for rotating white dwarfs | rivista= Monthly Notices of the Royal Astronomical Society | volume=107 | pp=231-236 | url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1947MNRAS.107..231H |accesso=30 novembre 2008 }}
* {{cita pubblicazione | cognome=Luyten | nome=W. J. | linkautore=Willem_Jacob_Luyten | anno=1950 | titolo=The search for white dwarfs | rivista=Astronomical Journal | volume=55 | pp=86-89 | url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1950AJ.....55...86L | doi=10.1086/106358 | accesso=30 ottobre 2008 }}
* {{cita pubblicazione| url= http://adsabs.harvard.edu/abs/1967ApJ...148L.161L |titolo= Ultrashort-Period Stellar Oscillations. I. Results from White Dwarfs, Old Novae, Central Stars of Planetary Nebulae, 3C 273, and Scorpius XR-1| autore= George M. Lawrence|
* {{cita pubblicazione | cognome=Ostriker | nome=J. P. |
* {{cita pubblicazione | cognome=McCook | nome=G. P. |
* {{cita pubblicazione| url= http://adsabs.harvard.edu/abs/2000PASP..112..873W | titolo= Magnetism in Isolated and Binary White Dwarfs| autore= D. T. Wickramasinghe
* {{cita pubblicazione| autore = P. Gil-Pons| coautori= E. García-Berro | titolo= On the formation of oxygen-neon white dwarfs in close binary systems | rivista= [[Astronomy and Astrophysics]] | anno= 2001 | volume=375 | pp=87–99 | url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2001astro.ph..6224G |accesso=15 maggio 2007 | doi=10.1051/0004-6361:20010828 }}
* {{cita pubblicazione| url=http://www.sciencemag.org/cgi/content/full/292/5525/2211a?ck=nck |titolo= White Dwarfs and Dark Matter| autore= B. K. Gibson and C. Flynn| rivista=Science| volume= 292| numero= 5525 | data= 22 giugno 2001| p= 2211| doi= 10.1126/science.292.5525.2211a 10.1126/science.292.5525.2211a}}
* {{cita pubblicazione| url=http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/bib_query?2003AJ....125..348L |titolo= The True Incidence of Magnetism Among Field White Dwarfs| autore=James Liebert
* {{cita pubblicazione| url= http://adsabs.harvard.edu/abs/2004A&A...419..623Y |titolo= Presupernova Evolution of Accreting White Dwarfs with Rotation| autore= S.-C. Yoon| coautori= N. Langer| rivista = Astronomy and Astrophysics| volume= 419| numero= 2| mese=maggio| anno= 2004| pp= 623–644| accesso=30 maggio 2007}}
* {{cita pubblicazione | autore = O. G. Benvenuto
* {{cita pubblicazione|url= http://adsabs.harvard.edu/abs/2005AAS...20720501H |titolo= How Degenerate Stars Came to be Known as White Dwarfs| autore= J. B. Holberg| rivista= Bulletin of the American Astronomical Society| volume= 37|mese=dicembre| anno= 2005|p= 1503}}
* {{cita pubblicazione|url= http://adsabs.harvard.edu/abs/2006ApJS..167...40E |titolo= A Catalog of Spectroscopically Confirmed White Dwarfs from the Sloan Digital Sky Survey Data Release 4|autore= Daniel J. Eisenstein|
* {{cita pubblicazione| url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2007A&A...462.1097J | titolo=The fraction of DA white dwarfs with kilo-Gauss magnetic fields| autore= S. Jordan
=== Carte celesti ===
Riga 469:
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url= http://www.meccanica.com/meccanica/modules/article/view.article.php/c18/12 |titolo= Nane bianche e meccanica quantistica|accesso=16 agosto 2008}}
* {{cita web| url= http://www.astronomy.villanova.edu/WDCatalog/index.html |editore= Villanova University |titolo= White Dwarf Catalogue (WD)| autore= G. P.McCook
{{Controllo di autorità}}
|