Hagakure: differenze tra le versioni

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Tsunetomo espresse al discepolo il fermo desiderio che il libro non venisse pubblicato ma dato alle fiamme, tuttavia il giovane Tsuramoto decise di renderlo pubblico ai samurai di Saiga con il nome di ''Nabeshima Rongo'' ("i dialoghi di Nabeshima"). Il libro fu adottato per secoli come codice dei Samurai e vide la stampa solo nel 1906 con il titolo ''Hagakure''. Dopo la pubblicazione, che da subito destò molto interesse, il testo subì la strumentalizzazione del militarismo giapponese della prima metà del [[XX secolo]] al punto che i [[Kamikaze]] portavano con sé questo testo come ultimo compagno di morte.
 
Il tema principale del testo è la [[morte]], non come semplice estinzione della [[vita]], piuttosto nel senso psicologico dell'eliminazione dell'[[io (psicologia)|io]]. Lo ''Hagakure'' fu considerato un [[libro]] fondamentale e profondamente ispirante da [[Yukio Mishima]]. Egli, nell'estate del [[1967]], cioè tre anni prima del suo clamoroso ''[[seppuku]]'', scrisse un commento ai primi tre volumi dell'opera. Questo libro, edito in Italia da Bompiani nel [[1987]] col titolo: ''La via del samurai'', Bompiani [[1987]] costituì, oltre che un interessante approfondimento sull'opera, un vero e proprio testamento spirituale di Mishima.
 
Hagakure è una raccolta di principi morali ma anche di consigli pratici, norme comportamentali, notizie storiche ed episodi esemplari di valore. Alcuni sono di natura assai spicciola ("come reprimere uno sbadiglio" o "come licenziare un servo") e di semplice etichetta, altri invece costituiscono il nucleo del ''Bushidō'' cioè di quell'insieme di principi che costituì per secoli l'etica di tutto il popolo giapponese.