Pellegrino Tibaldi: differenze tra le versioni

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Nelle opere citate come in molte altre (si ricordano la [[Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Parabiago)|Chiesa dei S.S. Gervasio e Protasio]] a [[Parabiago]], progettata nel [[1570]], ma realizzata solo dopo la morte nel [[1610]]; la [[Basilica di San Gaudenzio]] a [[Novara]], [[1577]]; la facciata della Madonna dei Miracoli a [[Saronno]], [[1583]]; il santuario di [[Rho]], [[1584]]) Tibaldi accentuò i caratteri di un'architettura intellettualistica, scomponendo in entità autonome il codice morfologico del classicismo e riaggregandole per strutture ritmiche dissonanti, in una sorta, per dirla con [[Vasari]], di «licenza... ordinata nella regola». La sua architettura, pertanto, escludendo ogni forma di canonizzazione delle tipologie architettoniche e decorative e usando gli ordini funzionalmente, come intelaiatura tridimensionale dell'edificio, approda a risultati profondamente diversi da quelli contemporanei di [[Jacopo Barozzi da Vignola|Vignola]], anche nell'elaborazione dello schema della chiesa controriformistica (versione sperimentale il [[Chiesa di San Fedele (Milano)|San Fedele]] di Milano, canonica, invece, il [[Chiesa del Gesù|Gesù]] di [[Roma]]).
 
Ad [[Ancona]] il Tibaldi operò come architetto a [[Palazzo Ferretti]] e all'interno della [[Loggia dei Mercanti (Ancona)|Loggia dei Mercanti]], edifici nei quali eseguì ampi cicli di affreschi. Inoltre lasciò in città un dipinto su tela raffigurante il ''Battesimo di Cristo'', attualmente conservato nella [[Chiesa di San Francesco alle Scale]]; a lui sono attribuite la [[Fontana del Calamo|fontana delle Tredici Cannelle]] e [[Pinacoteca civica Francesco Podesti#Palazzo Bosdari|Palazzo Bosdari]].<ref>AA. VV. ''Marche'', guida del TCI, tutte le edizioni sino a quella del 2006</ref> e la facciata superiore del [[Palazzo degli Anziani (Ancona)|Palazzo degli Anziani]]
 
Da segnalare, a [[Milano]], alcuni progetti di architettura civile: [[palazzo Erba Odescalchi]], [[Palazzo Spinola (Milano)|palazzo Spinola]], palazzo di Prospero Visconti (quest'ultimo eseguito materialmente da altri, forse, come testimonia [[Giovanni Paolo Lomazzo|Lomazzo]], da [[Giuseppe Meda]]). A [[Pavia]], sempre per [[San Carlo Borromeo|San Carlo]], Tibaldi progettò il monumentale edificio dell'[[Almo Collegio Borromeo]]: convitto universitario impostato su un arioso cortile di quadratura perfetta (reminiscenza, in tal senso, del trecentesco [[Collegio di Spagna]] di [[Bologna]]), connotato dall'elegante disegno architettonico a serliane dei due ordini di logge. Sempre a Pavia, su commissione di [[Papa Pio V]], fu affidata nel [[1567]] al Tibaldi la realizzazione del [[Collegio Ghislieri]]. Seguendo il carattere severo ed ascetico del Papa controriformista, il quale aveva voluto per il suo collegio una costruzione funzionale ma non fastosa, il Tibaldi interpretò questa impostazione del committente realizzando un edificio su tre piani, a pianta quadrata, imponente ma non vuotamente scenografico, con spazi interni funzionali alla vita comunitaria che vi si svolge.