Seconda battaglia di El Alamein: differenze tra le versioni

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L'Ottava armata ebbe il tempo di imbastire un'incompleta linea difensiva a [[El Alamein]] e, dopo una serie di scontri confusi e inconcludenti noti come [[prima battaglia di El Alamein]], l'attacco italo-tedesco sferrato il 30 agosto 1942 [[battaglia di Alam Halfa|presso Alam Halfa]] si risolse in uno scacco: impossibilitato a lanciare un'altra offensiva e in attesa dell'inevitabile contrattacco del nemico, Rommel preferì attestarsi e trincerare il proprio esercito<ref>{{cita|Ford 2009|pp. 10-11}}.</ref>.
 
Tra il 13 e il 14 settembre gli Alleati tentarono l'[[operazione Agreement]], volta a scompaginare il sistema di rifornimenti dell'Asse, che si concluse in un clamoroso fallimento aggravato da forti perdite. Le forze alleate persero varie navi, tra cui l'incrociatore {{nave|HMS|Coventry|D43|6}} e i cacciatorpediniere {{nave|HMS|Sikh|F82|6}} e {{nave|HMS|Zulu|F18|6}} della [[Classe Tribal (cacciatorpediniere 1936)|classe Tribal]] a causa dell'efficace tiro delle [[Artiglieria costiera|batterie costiere]] e degli attacchi aerei italiani<ref>{{cita web|url=http://www.naval-history.net/xDKCas1942-09SEP.htm|titolo=Casualty Lists of the Royal Navy and Dominion Navies, World War 2|accesso=23 dicembre 2010|editore=naval-history.net|lingua=en}}</ref>. Anche i reparti a terra furono contrastati e respinti dalle truppe presenti, in particolare dalla fanteria di marina di guarnigione a Tobruch.
 
=== Nei comandi ===
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Per quanto riguarda gli Alleati, Montgomery manteneva un rapporto distante con i suoi subordinati, dai quali non accettava neanche gli inviti a pranzo; a questo proposito, durante una visita ufficiale del primo ministro [[Winston Churchill]], si ritirò nella sua roulotte a pasteggiare con un sandwich nonostante gli fosse stato riservato un posto alla tavolata. In particolare "Monty" aveva rapporti molto difficili con alcuni generali veterani delle campagne nel deserto come [[Herbert Lumsden|Lumsden]], Gatehouse e Ramsden, mentre favoriva altri ufficiali da lui richiamati dal Regno Unito per assumere importanti comandi operativi nell'armata, come [[Brian Horrocks]], [[Miles Dempsey]] e [[Oliver Leese]].
 
Anche con Churchill esisteva un rapporto problematico, tanto che questi disse di lui «come generale, Montgomery è formidabile, come uomo, insopportabile»<ref>{{Cita|Petacco 2001|p. 161}}.</ref>. In seguito agli insuccessi riportati, la struttura di comando britannica nell'area del Medio Oriente era stato rimaneggiata con l'esonero del generale [[Claude Auchinleck|Auchinleck]] e l'arrivo di [[Harold Alexander|Alexander]] come comandante supremo del teatro del Medio oriente; il comandante dell'VIII armata, generale [[Neil Ritchie]], era stato esonerato già dopo la caduta di Tobruch ed era stato sostituito, durante la prima battaglia di El Alamein, direttamente da Auchinleck. Dopo la rimozione di questo generale, il comando dell'armata, inizialmente previsto per l'esperto generale [[William Gott]], era stato quindi assunto (dopo la morte il 7 agosto in un incidente aereo dello stesso Gott) il 15 agosto da Montgomery<ref>{{cita|Krieg 1969|pp. 64 e ss.}}.</ref>.
 
Anche la situazione politica britannica era precaria, con la [[Camera dei comuni (Regno Unito)|Camera dei Comuni]] che il 25 luglio aveva votato una mozione di sfiducia verso il primo ministro Winston Churchill, mentre i [[dominion]] britannici, in particolare [[Australia]] e [[Nuova Zelanda]], chiedevano conto di come le loro truppe venivano impiegate<ref>{{cita|Krieg 1969|p. 26}}.</ref>. In alcuni casi i rapporti con i subordinati non britannici erano molto tesi, tanto che, dopo che le sue unità vennero sottoposte per errore ad un mitragliamento da parte della [[Royal Air Force|RAF]], il generale [[Dan Pienaar]], [[Afrikaner|boero]] e comandante della [[1st Infantry Division (South African Army)|1ª Divisione sudafricana]], scrisse a Montgomery:
 
{{Citazione|Questo pomeriggio i vostri aerei si sono accaniti contro di noi per ore ed ore, malgrado le nostre disperate segnalazioni. È una vergogna! Sappia, caro signore, che quarantadue anni or sono mio padre combatteva furiosamente nel Transvaal contro voialtri inglesi della malora, e che i sentimenti della mia famiglia non sono affatto cambiati. Posso capire perfettamente, nello stesso spirito, che il programma della RAF comprenda l'annientamento delle truppe sudafricane! Fatemi sapere dunque se Rommel è mio amico o mio nemico e se devo mettere in azione la mia contraerea contro di voi!<ref>{{Cita|Petacco 2001|p. 142}}.</ref>}}
 
== Il terreno ==
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[[File:El Alamein 1942 - British infantry.jpg|thumb|left|24 ottobre 1942: truppe del Commonwealth britannico all'attacco tra la polvere del deserto]]
 
Sul fronte italo-tedesco infatti, delle {{formatnum:6000}} tonnellate di carburante promesse il 18 agosto dal Comando supremo italiano, in particolare dal [[maresciallo d'Italia]] [[Ugo Cavallero]] per il 30 ottobre, non ne erano arrivate che {{formatnum:1000}}<ref name="cita|Irving 1978|p. 218">{{cita|Irving 1978|p. 218}}.</ref>: il resto era andato perduto con l'affondamento della petroliera ''Sanandrea'' ({{formatnum:2411}} tonnellate di carburante) e il grave danneggiamento della ''Panuco'' ({{formatnum:1650}} tonnellate), costretta a rientrare in patria<ref name= GuerraDeserto123 >{{cita|Krieg 1969|p. 123}}.</ref>. Secondo altre fonti questi dati potrebbero non essere esatti in quanto il 23 agosto 1942 era arrivata a Tobruch la pirocisterna ''Alberto Fassio'' con {{formatnum:2749}} tonnellate di carburante; la stessa nave ripeteva senza incidenti il trasporto di combustibile a Tobruch il 28 agosto 1942 con {{formatnum:2040}} (per altra fonte {{formatnum:2635}}) tonnellate di carburante; ancora il 15 settembre la nave forzò il blocco britannico con {{formatnum:2265}} tonnellate di benzina<ref>{{cita web|url= http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.it/2013_10_01_archive.html|titolo= Con la pelle appesa a un chiodo|sito= conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.it|accesso= 3 giugno 2014}}</ref>. Comunque, poiché a metà agosto le due divisioni corazzate tedesche (15. e 21. Panzer-Division) disponevano di riserve per soli 170 chilometri di autonomia<ref name="cita|Irving 1978|p. 218"/>, era evidente che permaneva un serio problema di rifornimenti che avrebbe compromesso le capacità di manovra.
 
Anche la Luftwaffe venne meno all'impegno, preso con Rommel, di consegnare 500 tonnellate di carburante al giorno e così, al 2 settembre, le truppe tedesche disponevano di una sola giornata di rifornimenti<ref name= GuerraDeserto123 />. I britannici, che si avvalevano delle informazioni decrittate da [[Ultra (crittografia)|Ultra]] per conoscere i movimenti navali italiani, affondarono il 27 ottobre la cisterna ''Proserpina'' e poco dopo il trasporto ''Tergestea''; più avanti sarebbe toccato alle cisterne ''Luisiana'' e ''Portofino'' (quest'ultima giunta a Bengasi con {{formatnum:2200}} tonnellate di benzina ma affondata in porto da un bombardamento)<ref>{{cita|Irving 1978|p. 232}}.</ref>. Questo rese la mobilità delle truppe italo-tedesche alla vigilia della battaglia assai limitata, di fatto inesistente in uno scenario come quello desertico. Non tutte le fonti concordano però con questa analisi; nell'opera ''Le operazioni in Africa Settentrionale Vol. III El Alamein'' (in bibliografia), edito dal Centro Studi dell'Esercito Italiano, le perdite dei convogli nel mese di ottobre vengono stimate al 20% per i rifornimenti e al 22% per il carburante, cosa che implica quindi come la sconfitta non possa essere attribuita del tutto alla mancanza di mobilità.
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[[File:Bundesarchiv Bild 146-2002-010-05A, Nordafrika, Rommel bei El Alamein.jpg|thumb|Rommel a El Alamein]]
 
Alla data del 15 ottobre, il confronto di forze era quindi di {{formatnum:150000}} uomini per l'Ottava armata contro i {{formatnum:96000}} dell'ACIT, dei quali {{formatnum:24000}} tedeschi. Gli aerei e le navi di base a [[Malta]], che non era stata neutralizzata come previsto dall'[[operazione C3]] perché gli aerei necessari a quest'ultima erano stati trattenuti in Africa proprio da Rommel per appoggiare l'offensiva, falcidiavano sistematicamente del 50% i convogli di rifornimenti italiani<ref>{{cita|Krieg 1969|p. 147}}.</ref>. In effetti, a causa del rinvio dell'attacco a Malta (poi definitivamente annullato), due reparti d'élite, la divisione paracadutisti "Folgore" e la brigata paracadutisti tedesca Ramcke, verranno inviati a rinforzare l'armata italo-tedesca. La Folgore era un'unità molto addestrata e disciplinata, priva di qualunque mezzo di trasporto e dotata per quanto riguarda l'artiglieria solo di cannoni anticarro da 47&nbsp;mm. La brigata tedesca, reduce dall'[[Battaglia di Creta|aviosbarco di Creta]] e classificata come ''1ª Fallschirmjägerbrigade'' dalla Luftwaffe, alla quale apparteneva come tutte le unità paracadutiste germaniche, prendeva il nome dal suo comandante [[Hermann-Bernhard Ramcke]] (soprannominato "sorriso d'acciaio" perché aveva una dentiera di quel metallo, avendo perso i denti in un lancio); anch'essa non era motorizzata e si basava molto su quanto riusciva a reperire sul campo, di solito a spese dell'avversario; il suo simbolo era un aquilone con una "R" al centro<ref name= Ramcke >{{cita web|url=http://www.afrikakorps.org/ramcke_brigade.htm|titolo=Luftwaffenjäger-Brigade 1 or Fallschirmjäger-Ramcke Brigade|accesso=23 febbraio 2010|editore=afrikakorps.org|lingua=en}}</ref>.
 
=== Ordini di battaglia ===
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}}
 
Il generale Montgomery appariva, nonostante la mancanza di reali successi strategici, ancora calmo e risoluto<ref>{{Cita|Correlli 2001|p. 400}}.</ref>; in privato tuttavia il generale era molto meno ottimista e non mancava di preoccupazioni<ref>{{cita|Liddell Hart 1996|p. 424}}.</ref>. Dopo lo spostamento delle riserve corazzate tedesche verso nord, il comandante britannico decise a sua volta di trasferire nel settore settentrionale anche la 7ª Divisione corazzata, inserendola nella nuova riserva formata dalla divisione neozelandese e dalla 10ª Divisione corazzata (meno la XXIV Brigata corazzata aggregata già dal 25 ottobre alla 1ª Divisione corazzata)<ref>{{cita|Ford 2009|pp. 74 e 78}}.</ref>. La 1ª Divisione corazzata che aveva subito forti perdite venne temporaneamente ritirata e riorganizzata. Il comandante dell'Ottava armata aveva deciso, dopo il fallimento del suo piano originale, di organizzare un attacco decisivo, denominato operazione Supercharge, per sfondare finalmente il fronte dell'Asse nel settore costiero. Il generale Montgomery organizzò metodicamente il nuovo raggruppamento di forze, prevedendo di sferrare l'attacco nella notte del 1º novembre; il piano era molto simile al progetto Lightfoot: mentre il XIII Corpo avrebbe distratto il nemico a sud, la fanteria neozelandese del XXX Corpo d'armata, rafforzata da alcune brigate di fanteria e corazzate, avrebbe sfondato e i carri del X Corpo d'armata avrebbero fatto irruzione in campo aperto<ref>{{Cita|Correlli 2001|pp. 402-403}}.</ref>.
 
Prima dell'inizio dell'operazione Supercharge, l'Ottava armata riprese gli attacchi locali nel settore costiero con i reparti della 9ª Divisione australiana che il 29 ottobre guadagnarono terreno nel settore a nord di quota 28 difeso dal solo II Battaglione del 125º reggimento Panzergrenadier sostenuto da una linea di pezzi anticarro<ref name="cita|Irving 1978|p. 236">{{cita|Irving 1978|p. 236}}.</ref>. Ulteriori attacchi degli australiani nella notte del 30-31 ottobre misero in difficoltà i tedeschi della 164ª Divisione, ma un pronto contrattacco dei reparti mobili della 90ª Divisione leggera e della 21. Panzer-Division riguadagnò parte del terreno perduto, disimpegnò i reparti isolati e inflisse nuovamente forti perdite alle unità corazzate britanniche<ref>{{Cita|Correlli 2001|p. 403}}.</ref>.
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Il 10 novembre le forze dell'Impero britannico erano al [[Passo di Halfaya]], il 12 a Tobruch, il 19 a Bengasi e il 16 dicembre a [[El-Agheila]]<ref>{{cita|Montanelli, Cervi 2011|p. 200}}.</ref>. La battaglia fu la più grande vittoria del generale Montgomery, e gli valse il titolo di "Lord Montgomery visconte di Alamein" quando venne fatto [[Paria britannica|Pari del Regno Unito]]. Il successo del suo piano convinse definitivamente il generale Montgomery a preferire la superiorità schiacciante di fuoco e di mezzi in tutte le successive battaglie, dandogli la reputazione di comandante eccessivamente cauto e metodico.
 
Con l'[[operazione Torch]], che si svolse in [[Marocco]] e [[Algeria]] immediatamente dopo la fine della battaglia (lo sbarco avvenne il 7 novembre), la battaglia di El Alamein segnò l'inizio della fine delle forze dell'Asse in Nordafrica. Proprio la prevista operazione Torch, originariamente fissata per il 4 novembre, di cui il generale Montgomery era a conoscenza, rende in realtà il quadro strategico e politico entro cui venne pianificata la seconda battaglia di El Alamein più problematico di quanto si creda comunemente. È su questo, infatti, che si basa quella che è forse l'analisi più famosa e controversa della battaglia: quella sviluppata dallo storico britannico [[Correlli Barnett]] nel suo libro ''I generali del deserto''. Secondo Barnett, l'operazione Torch avrebbe ugualmente costretto il feldmaresciallo Rommel a ritirarsi, poiché era ormai lontano più di {{formatnum:2300}} chilometri dalle sue basi che lo sbarco statunitense minacciava direttamente<ref>{{Cita|Correlli 2001|pp. 383-384}}.</ref>. Dopo il successo dell'operazione Torch, Rommel si sarebbe trovato fra l'Ottava armata, saldamente attestata nelle sue ormai impenetrabili postazioni difensive e forte di una superiorità schiacciante di forze e il grande corpo di spedizione anglo-americano del generale [[Dwight Eisenhower]] sbarcato nel Nordafrica francese<ref name="CB384">{{Cita|Correlli 2001|p. 384}}.</ref>. Barnett ritiene addirittura che la seconda battaglia di El Alamein sia stata sostanzialmente una "battaglia inutile", fortemente voluta dal primo ministro Churchill e dall'élite imperiale britannica principalmente per motivi di prestigio. Si trattava in pratica dell'ultima possibilità per il Regno Unito di ottenere, con le sole forze imperiali, una vittoria esclusivamente britannica sulle forze armate tedesche dopo due anni di sconfitte pressoché ininterrotte sul campo e prima che la superiorità militare ed economica statunitense ponesse inevitabilmente "in sottordine", come lo stesso Barnett si è espresso<ref name="CB384"/>, lo sforzo e il ruolo britannici nella guerra. A conferma del fatto che nel Regno Unito la battaglia fu percepita come l'attesa interruzione di una lunga serie di sconfitte, il 15 novembre 1942 [[George Orwell]] scrisse nel suo diario: «Suonate le campane della chiesa stamattina, per celebrare la vittoria in Egitto. La prima volta che le sento da più di due anni»<ref>{{Cita libro|cognome= Orwell|nome= George|titolo= The complete works of George Orwell|editore= Secker & Warburg|anno= 1986|volume= 14|paginap= 178}}</ref>.
 
== Mausolei e cimiteri di guerra ==
[[File:Cippo El Alamein.jpg|thumb|Targa commemorativa che delimita il punto di massima avanzata dell'esercito italiano]]
 
Il paese di El Alamein contava nel 1996 circa {{formatnum:5000}} abitanti<ref>{{Cita web|url=|titolo=Al ‘Alamayn|sito=Encarta|lingua=en|accesso=30 luglio 2014|urlarchivio=http://www.webcitation.org/5kwbepIOi|dataarchivio=31 ottobre 2009}}</ref>, con un porto per la spedizione del petrolio, alberghi e una spiaggia attrezzata. La vecchia stazione ferroviaria, caduta in disuso ma ancora in piedi, è stata sostituita da una struttura più moderna a poca distanza. Nella cittadina, facilmente raggiungibile dai turisti, è stato costruito un museo con diorami, mostre fotografiche, oggetti, armi e mezzi corazzati di entrambi gli schieramenti che illustrano una delle battaglie più famose della seconda guerra mondiale<ref>{{cita|Ford 2009|p. 92}}.</ref>.
 
Nella zona esistono tre [[mausoleo|mausolei]] e [[cimitero di guerra|cimiteri di guerra]]: uno per il Commonwealth, uno per la Germania e uno per l'Italia. Il [[cimitero di guerra di El Alamein]] del Commonwealth, disegnato dall'architetto [[Hubert Worthington]], ospita le spoglie di {{formatnum:7240}} soldati caduti nel [[teatro dell'Africa e del Medio Oriente della seconda guerra mondiale|teatro dell'Africa e del Medio Oriente]], anche se la maggior parte dei corpi risale proprio all'ottobre 1942 o al periodo immediatamente precedente. L'ingresso al cimitero avviene passando per il memoriale di Alamein, dove sono riportati i nomi di oltre {{formatnum:8500}} soldati e {{formatnum:3000}} aviatori del Commonwealth dispersi nel Nordafrica fino alla fine della [[campagna di Tunisia]] nel maggio 1943<ref>{{Cita web|url=http://www.cwgc.org/find-a-cemetery/cemetery/2019000/EL%20ALAMEIN%20WAR%20CEMETERY|titolo=El Alamein War Cemetery|sito=Commonwealth War Graves Commission |lingua=en|accesso=30 luglio 2014}}</ref>.
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== Bibliografia ==
* {{cita libro |autore= AA. VV.|titolo= Il Terzo Reich |volumevol=Vol. Afrikakorps |anno= 1993 |editore= H&W |isbn=88-7133-044-7|cid=Afrikakorps 1993 }}
* {{cita libro |autore= AA.VV.|titolo= Germany and the second world war, vol. VI: the global war|anno= 2001 |editore= Oxford university press |isbn=0-19-822888-0|lingua =inglese|cid=Oxford 2001}}
* {{cita libro|cognome=Barr|nome=Niall|titolo=Pendulum of War: The Three Battles of El Alamein|città=Woodstock, NY|editore=Overlook Press|anno=2005|isbn=978-1-58567-738-2|lingua=inglese |cid=Barr 2005}}
* {{cita libro | cognome= Bauer | nome= Eddy | titolo= Storia controversa della seconda guerra mondiale | editore= De Agostini | città= Novara | anno= 1971 | isbn= no | cid= Bauer 1971 }}
* {{cita libro|cognome=Buffetaut|nome=Yves|titolo=Operation Supercharge-La seconde bataille d'El Alamein|anno=1995|editore=Histoire Et Collections|isbn={{NoISBN}}no|lingua=francese |cid=Buffetaut 1995}}
* {{cita libro | cognome= Carell | nome= Paul | wkautore= Paul Carell | titolo= Le volpi del deserto | editore= Rizzoli | città= Milano | anno= 2000 | isbn= 88-17-25834-2 | cid= Carell 2000 }}
* {{cita libro|cognome=Correlli|nome=Barnett|titolo=I generali del deserto|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=2001|isbn=978-88-17-12540-6| cid = Correlli 2001}}
* {{cita libro |autore=Ken Ford |titolo=Rommel sconfitto - Il cambio della marea |anno=2009 |editore=Osprey Publishing |città=Oxford |id=ISSN 1974-9414 |cid=Ford 2009}}
* {{cita libro|cognome=Irving|nome=David|wkautore=David Irving|anno=1978|titolo=La pista della volpe|editore=Mondadori|città=Milano|isbn={{NoISBN}}no|cid = Irving 1978}}
* {{cita libro|cognome=Krieg|nome=Ernst|anno=1969|titolo=La guerra nel deserto |volumevol=vol. 2 - La battaglia di El Alamein|editore=Edizioni di Crémille|città=Ginevra|isbn={{NoISBN}}no |cid=Krieg 1969}}
* {{cita libro | cognome=Liddell Hart | nome=Basil H. | wkautore=Basil Liddell Hart | titolo=Storia militare della seconda guerra mondiale | editore=Mondadori | città=Milano | anno=1996 | isbn=88-04-42151-7 |cid=Liddell Hart 1996 }}
* {{cita libro|autore=Mirko Molteni |titolo=L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative |editore=Odoya |città=Bologna |anno=2012 |isbn=978-88-6288-144-9 |cid=Molteni 2012}}
* {{cita libro|cognome=Montanari|nome=Mario|titolo=Le operazioni in Africa Settentrionale |volume=vol. =III - El Alamein|anno=2006|città=Roma|editore=Ufficio Storico dell'Esercito|id=EAN 9786000540197 |cid=Montanari 2006}}
* {{cita libro |autore=Indro Montanelli, |autore2=Mario Cervi |titolo=L'Italia della disfatta, 10 giugno 1940 - 8 settembre 1943 |editore=BUR |anno=2011 |città=Milano |isbn=978-88-17-05238-2 |cid=Montanelli, Cervi 2011}}
* {{cita libro|cognome=Petacco|nome=Arrigo|wkautore=Arrigo Petacco|anno=2001|titolo=L'armata nel deserto|editore=Mondadori|città=Milano|isbn=978-88-04-50824-3| cid = Petacco 2001}}
* {{cita libro|cognome=Playfair|nome=Ian Stanley|coautoriautore2=F. C. Molony, |autore3=T. P. Flynn|titolo=The Mediterranean and Middle East |volumevol=vol. IV: The Destruction of the Axis Forces in Africa - History of the Second World War United Kingdom Military Series|anno=2004|città=Uckfield, UK|editore=Naval & Military Press|isbn=1-84574-068-8|lingua=inglese |cid=Playfair, Molony, Flynn 2004}}
 
== Voci correlate ==