Autoritratto con l'orecchio bendato: differenze tra le versioni

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L''''''Autoritratto con l'orecchio bendato''''' è un dipinto adel [[Pitturapittore a olio|olio]] suolandese [[PitturaVincent suvan tela|telaGogh]] (60x49 cm), realizzato nel [[1889]] dal pittore [[Vincent van Gogh]]. Èe conservato nellaalla [[Courtauld Gallery]] di [[Londra]].
== Descrizione ==
Alla fine del 1888 la convivenza di Van Gogh e [[Paul Gauguin|Gauguin]] finì in tragedia. Dopo un progressivo e inesorabile deterioramento dei rapporti con l'amico, infatti, il 23 dicembre 1888 Vincent si amputò l'orecchio sinistro con un rasoio consegnandolo poi a una prostituta alla quale si era affezionato. Rimessosi dai deliri e dalle allucinazioni visive, dopo due settimane di degenza in ospedale, van Gogh si ritrasse numerose volte con l'orecchio fasciato. Questo ''Autoritratto con l'orecchio bendato'', inizialmente posseduto da van Gogh, pervenne in circostanze non chiare a Julien ''père'' Tanguy, titolare di un negozietto di colori a Parigi che accettava in forma di pagamento i quadri offertigli dal pittore, quando ancora nessun mercante d'arte gli dava credito. Dopo esser stato esposto in due mostre d'arte tenutasi a Parigi nel 1901 e nel 1905 l'autoritratto fu acquistato nel 1928 da [[Samuel Courtauld]], nelle cui collezioni ha trovato poi la sua collocazione definitiva (tuttora l'opera si può ammirare presso la Courtauld Gallery di Londra).<ref>{{Cita web|url = http://courtauld.ac.uk/gallery/collection/impressionism-post-impressionism/vincent-van-gogh-self-portrait-with-bandaged-ear|lingua=en|titolo= Self-portrait with bandaged ear|date = |accesso= 3 maggio 2016|editore= Courtauld Institute of Art }}</ref>
 
Nell'''Autoritratto con l'orecchio bendato'' predominano i colori freddi, che danno una nota ancor più malinconica al dipinto, accentuata dall'utilizzo di pennellate accidentate, che indugiano su ogni osso. Il volto dell'artista è invero smunto e ossuto, con la carnagione definita da un giallo cereo, ed il suo sguardo abbattuto e perso nel vuoto sembra quasi affondare in mondi immaginari dove egli può eludere dall'etichetta di «folle» che la società gli ha imposto. Il cappotto abbottonato e il cappello, indossati anche in casa, sembrano alludere all'assenza di un impianto di riscaldamento, che forse, per le condizioni economiche sempre precarie, l'artista non poteva permettersi: non va tuttavia dimenticato anche il significato più profondo di riparo da un mondo ormai ritenuto dall'artista nemico.<ref name=asd>{{cita libro|collana=I Classici dell'Arte|editore=Rizzoli|titolo=Van Gogh|volume=2|anno=2003|p=150|autore=Federica Armiraglio}}</ref>
Alla fine del [[1888]], la convivenza di Van Gogh e [[Paul Gauguin|Gauguin]] finì in tragedia: il 23 dicembre, infatti, Vincent si tagliò l'orecchio sinistro con un rasoio e lo portò a una prostituta alla quale si era affezionato. Rimessosi, dopo due settimane in ospedale, si ritrasse più volte con l'orecchio fasciato.
 
Sulla parete verde alle sue spalle si notano un cavalletto recante una tela appena abbozzata ed una stampa giapponese (Vincent era un appassionato amatore di tale genere, che gli forniva motivi di ispirazione per i suoi dipinti): questa stampa, nonostante i suoi gioiosi colori e l'equilibrio cromatico con la vistosa fascia bianca applicata sulla ferita di Vincent (che appare a destra invece che a sinistra, a riprova che l'autoritratto fu eseguito davanti allo specchio), non riesce tuttavia a trasmettere la stessa gioia e l'armonia che straripavano nell'analogo ''[[Ritratto di père Tanguy]]'', di un anno e mezzo prima e simile nella composizione. Questo ritratto conferma che l'esperienza con Gauguin era stata veramente estrema per Van Gogh, che trascorrerà il suo ultimo anno e mezzo di vita in una solitudine in parte volontaria, in parte forzata.<ref name=asd/>
Un nuovo studio dimostrerebbe invece che Van Gogh decise di mozzarsi l'orecchio quando venne a sapere che suo fratello Theo stava per sposarsi. La scoperta sarebbe stata fatta da Martin Bailey, scrittore e giornalista britannico specializzato in storia dell'arte, che nel suo libro ''Studio of the South. Van Gogh in Provence (2016)'' ne pubblica la prova.
== Note ==
 
<references/>
In questa versione, predominano i colori freddi, che danno una nota ancor più malinconica al dipinto. Il volto dell'artista è smunto, lo sguardo perso nel vuoto: il cappello e il cappotto, indossati anche in casa, sembrano suggerire assenza di riscaldamento, che forse, per le condizioni economiche sempre precarie, l'artista non poteva permettersi; ma possono avere anche il significato più profondo di riparo da un mondo che Vincent ritiene ormai nemico. Sulla parete alle sue spalle, si nota una stampa giapponese (di cui era appassionato amatore e che gli fornivano motivi di ispirazione per i suoi dipinti), che però, nonostante i suoi gioiosi colori, e l'equilibrio cromatico con il cerotto bianco applicato sulla ferita (che appare a destra invece che a sinistra, a riprova che l'autoritratto fu eseguito davanti allo specchio), non riesce a trasmettere la stessa gioia e l'armonia che erano invece riusciti all'analogo [[Ritratto di père Tanguy]], di un anno e mezzo prima e simile nella composizione.
 
Questo ritratto conferma che l'esperienza con Gauguin era stata veramente estrema per Van Gogh, che trascorrerà il suo ultimo anno e mezzo di vita in una solitudine in parte volontaria, in parte forzata.
 
== Bibliografia ==
* Federica Armiraglio, ''Van Gogh'', [[Skira]], Milano 2003.
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
{{en}} [http://www.courtauld.ac.uk/gallery/index.html Courtauld Gallery] - Sito ufficiale
 
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