Pallada: differenze tra le versioni

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Mai sconfitto, oggi invece stai steso per terra?”<br />Di notte il dio mi venne accanto e mi disse ridendo:<br />“Anche se sono un dio, ho imparato ad adeguarmi ai tempi”.|''[[Antologia Palatina]]'', IX 441}}
 
{{cn|Sempre Teofilo giunse addirittura a far bruciare la biblioteca del [[Serapeo#Serapei in Egitto|Serapeo]], la minore di [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]]}} ([[Biblioteca di Alessandria|la biblioteca maggiore]] era quella del [[Museo]]). Il suo successore [[Cirillo di Alessandria|Cirillo]] fece anche di più {{cn|e arrivò a far uccidere ([[415]])}} la filosofa e astronoma [[Ipazia]], di fede [[pagana]], a cui Pallada dedica un raffinato epigramma<ref> Tuttavia quest'epigramma rientra tra quelli di dubbia autenticità. Ad esempio il filologo inglese [[Alan Cameron]] negò l'attribuzione a Pallada, sostenendo che si tratti di un inno alla Vergine d'età bizantina, mentre di recente [[Enrico Livrea]] ha provato a sostenere con nuovi argomenti l'attribuzione a Pallada.</ref>.
“Quando ti vedo mi prostro, a te e alle tue parole, vedendo la casa della Vergine tra le stelle, infatti il cielo è rivolto ad ogni tua azione, Ipazia santa, bellezza di parola, pura stella della sapiente cultura.”