Bos primigenius: differenze tra le versioni
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== Tassonomia ==
Il nome scientifico ''Bos primigenius'' non viene
Come ha affermato il Paleontologisk Museum dell'[[Università di Oslo]], gli uri si evolsero in [[India]] circa due milioni di anni fa, migrando verso il [[Medio Oriente]] ed altre regioni dell'[[Asia]], e raggiunsero l'[[Europa]] circa 250.000 anni fa.<ref>{{cita web|url=http://www.nhm.uio.no/besok-oss/utstillinger/faste/fossiler/galleri/montre/english/a31922.htm|titolo=Bos primigenius|autore=Universitetet i Oslo, Naturhistorisk museum|accesso=16 agosto 2013}}</ref> Una volta venivano considerati una specie distinta dai moderni [[Bos taurus|bovini]] europei (''Bos taurus''), ma una tassonomia
=== Sottospecie ===
Una volta esistevano tre sottospecie di uro: il ''Bos primigenius namadicus'' (Falconer, 1859), che viveva in India, il ''Bos primigenius mauretanicus'' (Thomas, 1881) del Nordafrica e, naturalmente, il ''Bos primigenius primigenius'' (Bojanus, 1827) dell'Europa e del Medio Oriente. Solo la sottospecie europea è sopravvissuta fino
== Morfologia ==
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L'addomesticamento dell'uro ebbe inizio nel [[Caucaso]] meridionale e nella [[Mesopotamia]] settentrionale a partire dal [[VI millennio a.C.]], mentre gli aspetti genetici suggeriscono che gli uri furono addomesticati indipendentemente in [[Nordafrica|Africa settentrionale]] e in [[India]].<ref>(Cfr. Shaffer and Liechtenstein 1995, 1999)</ref> L'addomesticamento causò cambiamenti importanti nella fisiologia di queste creature, tanto che i bovini domestici sono stati considerati in passato come specie separata (vedi sopra).
Le analisi genetiche delle ossa di uro e dei bovini moderni sono state fonti di molte notizie riguardo agli uri. Sebbene gli uri si siano estinti in Gran Bretagna durante l'[[età del bronzo]], le analisi delle ossa degli uri che vissero là contemporaneamente ai bovini domestici non hanno indicato alcun apporto genetico dato alle razze moderne. Per questo motivo, si ritiene
== Estinzione ==
L'areale originario dell'uro si estendeva dalle [[isole britanniche]] fino all'[[Africa]], al [[Medio Oriente]], all'India e all'Asia centrale. A partire dal XIII secolo d.C., l'areale dell'uro si restrinse alla [[Polonia]], alla [[Lituania]], alla [[Moldavia]], alla [[Transilvania]] e alla [[Prussia Orientale]]. In queste zone il diritto di cacciare i grandi animali fu ristretto solo ai nobili, fino a divenire gradualmente una prerogativa solo delle famiglie reali. Con il declino della popolazione degli uri, la caccia cessò, ma le corti reali continuarono a ingaggiare dei guardacaccia che provvedessero al mantenimento di campi aperti per il pascolo degli uri. In cambio del servizio reso i guardacaccia furono esonerati dalle tasse locali e un decreto giudicò la [[bracconaggio|caccia di frodo]] all'uro punibile con la morte. Nel 1564, i guardacaccia, secondo le stime reali, erano a conoscenza di solo 38 animali. L'ultimo uro visto vivo, una femmina, morì nel 1627 nella foresta di [[Jaktorów]], in [[Polonia]]. Il suo cranio fu in seguito sottratto dall'esercito svedese durante l'[[Diluvio (Polonia)|invasione svedese della Polonia]] ([[1655]]–[[1660]]) ed è
== Uro "ricreato" ==
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Negli anni trenta, i fratelli tedeschi Heinz e Lutz Heck (entrambi direttori di zoo), in base alle direttive naziste, cercarono di riportare in vita gli uri utilizzando bovini domestici, loro discendenti. Il loro piano si basava sul concetto che ''una specie non è estinta veramente finché i suoi geni sono ancora presenti in una popolazione vivente''. Incrociarono bovini di varie razze, ma specialmente ''[[Toro de lidia|bovini da combattimento spagnoli]]'', bovini ''scozzesi [[Highlander (razza bovina)|Highlander]]'' e di razza ''[[Podolica]] ungherese''.
Il risultato fu la razza chiamata '''bovino di Heck''', «uro rinato» o «uro di Heck», che mostra una somiglianza incompleta con quello che conosciamo sulla fisiologia degli uri selvatici<ref>Westerman Frank, ''Pura razza bianca'' (2013), edizione Iperborea Srl, Milano</ref>. <br>
Dopo la 2ª guerra mondiale, i bovini di Heck sono aumentati di numero, essendo stati reintrodotti, fra gli altri, in Polonia, Belgio, Paesi Bassi e Inghilterra
== Rappresentazioni culturali dell'uro ==
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* Il bue selvatico chiamato ''re'em'' nella [[Bibbia]] (Numeri 23:22 e 24:8, Deuteronomio 33:17, Giobbe 39:9-10, Salmi 22:21, 29:6, 92:10 e Isaia 34:7) viene associato occasionalmente all'uro e nel passato è stato tradotto erroneamente come "unicorno"<ref>''The International Standard Bible Encyclopedia'', alla voce «bue selvatico», Copyright, 1939, di Wm. B. Eerdmans Publishing Co.</ref>.
* Giulio Cesare scrisse di questi animali nella ''Guerra gallica'' al capitolo 6,28: « [...] la terza è la specie dei cosiddetti uri. Sono leggermente più piccoli degli elefanti, assomigliano ai tori per aspetto, colore e forma. Sono molto forti, estremamente veloci, non risparmiano né uomini, né animali che abbiano scorto. I Germani si danno molto da fare per catturarli per mezzo di fosse, e poi li uccidono: i giovani si temprano e si esercitano in queste fatiche e genere di cacce. Chi ha ucciso diversi uri, ne espone le corna pubblicamente, a testimonianza della sua impresa, ricevendo grandi elogi. Non si riesce ad abituare gli uri alla presenza degli uomini, né ad addomesticarli, neppure se catturati da piccoli. Le corna, per ampiezza, forma e aspetto, sono molto diverse da quelle dei nostri buoi. Sono un pezzo molto ricercato, le guarniscono d'argento negli orli e le usano come coppe nei banchetti più sontuosi».
* L'uro («bour» in rumeno) fu anche il simbolo della [[Moldavia]];
[[File:Flag of Moldavia.svg|thumb|Probabile versione di una bandiera principesca durante il regno di [[Ştefan cel Mare|Stefano il Grande]]]]
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