Tantra: differenze tra le versioni

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ortografia
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Il termine ''[[maṇḍala]]'' vuol dire letteralmente "cerchio", nel senso di "ciò che circonda"<ref>Vedi anche ''[http://faculty.washington.edu/prem/mw/m.html Monier-Williams Sanskrit-English Dictionary]''.</ref>, ed è qui utilizzato per indicare un elemento caratteristico della liturgia tantrica. Esteriormente si presenta come un disegno, o un'incisione, a volte molto complesso, altre volutamente schematico, che basandosi su simmetrie e figure geometriche quali il cerchio, il quadrato e il triangolo, spesso inserisce motivi grafici anche molto elaborati.<ref>Eliade, 2010, p. 210.</ref> I ''maṇḍala'' non sono affatto una prerogativa del tantrismo, se ne ritrovano infatti anche in altre culture e religioni, e non è tanto nel tantrismo hindu quanto in quello buddhista che i ''maṇḍala'' diventano opere vere e proprie, manufatti che richiedono anche mesi per poter essere realizzati.
 
Nel tantrismo hindu è più spesso utilizzato un tipo di ''maṇḍala'' più semplice, lo ''[[yantra]]'' (letteralmente "strumento", ma anche "amuleto")<ref>Vedi anche ''[http://faculty.washington.edu/prem/mw/y.html Monier-Williams Sanskrit-English Dictionary]''.</ref>, volutamente schematico per poter essere disegnato o inciso con faciltàfacilità.
 
Per i ''tantrikā'' il ''maṇḍala'' è un'immagine del cosmo e una [[teofania]]. In quanto ''imago mundi'' possiede un centro, detto ''bindu'', e una geografia costituita di elementi simbolici. In quanto teofania lo ''yantra'' è dunque anche oggetto sacro oltre che simbolico, e non assurge soltanto a "dimora" (temporanea) della divinità, ma diventa anche espressione dei significati metafisici di cui la divinità è portatrice.