Sanfedismo: differenze tra le versioni

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L’eccidio più grave e conosciuto fu però quello che riguardò la [[Rivoluzione di Altamura]] : «Le sorti de' rimasti furono tristissime, ché nessuna pietà sentirono i vincitori: donne, vecchi, fanciulli uccisi; un convento di vergini profanato; tutte le malvagità, tutte le lascivie saziate; […] Quello inferno durò tre giorni»<ref>Colletta, cit., pp. 294-295.</ref> Anche il Cuoco confermò l'accaduto: «Il sacco di Altamura era stato promesso ai suoi soldati: la città fu abbandonata al loro furore; non fu perdonato né al sesso né all'età. Accresceva il furore dei soldati la nobile ostinazione degli abitanti, i quali, in faccia ad un nemico vincitore, col coltello alla gola, gridavano tuttavia: - Viva la repubblica! - Altamura non fu che un mucchio di ceneri e di cadaveri intrisi di sangue»<ref>Vincenzo Cuoco, ''Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799'', a cura di Pasquale Villani, Bari 1980, cap. XLV Cardinale Ruffo.</ref>
 
Devastazioni, assassini, stragi e ruberie ebbero luogo a [[Napoli]] su larga scala, dopo la presa della città. Un saggio di Antonella Orefice ha dimostrato che vi furono massacri perpetrati dai sanfedisti anche nelle cittadine di [[Termoli]] e [[Casacalenda]]<ref>{{cita web|lingua=it|url=http://www.nuovomonitorenapoletano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2048:1799-le-stragi-dimenticate-di-termoli-e-casacalenda-pdf&catid=50&Itemid=28}}</ref>.
 
Gravi violenze sulla popolazione avvennero però anche in altre località del Mezzogiorno ed anche più a Nord, in seguito all'irruzione dei sanfedisti nell'Italia centrale. L’avvocato Antonio Galimberti, uno dei maggiori testimoni degli accadimenti dell’effimera [[Repubblica romana]], documenta che i sanfedisti compirono violenze e saccheggi a [[Roma]] e nel territorio laziale<ref>A. Galimberti, ''Memorie dell’occupazione francese in Roma dal 1798 alla fine del 1802'', Roma, Istituto nazionale di studi romani, 2004.</ref>