Théodore Géricault: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[File:Théodore Géricault by Alexandre Colin 1816.jpg|thumb|left|''Théodore Géricault'', di [[Alexandre-Marie Colin]] ([[1816]]).|link=File:Th%C3%A9odore_G%C3%A9ricault_by_Alexandre_Colin_1816.jpg]]
Théodore Géricault nasce in una famiglia parigina, ma originaria della Manica, che dopo cinque anni dalla sua nascita si trasferisce a [[Parigi]] ([[1796]]). Cresce in un ambiente solido e facoltoso, il che gli garantisce una buona e regolare istruzione presso il ''[[Lycée Louis-le-Grand|Lycée Impérial]]''. Presto il giovane Géricault scoprirà le sue passioni, quella artistica e quella militare, entrambe accomunate dall'amore profondo per i [[cavallo|cavalli]]. Cavalli che saranno oggetto di numerosi studi e dipinti. L'agiatezza economica verrà a mancare solo poco prima della sua morte precoce, avvenuta dopo una lunga e dolorosa agonia, a causa di una caduta da cavallo e, assai probabilmente, di una malattia venerea.
 
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Decide allora di dedicarsi maggiormente al disegno, utilizzando la [[litografia]], in auge proprio in quegli anni, e che consentiva una grande espressività. Temi preferiti sono quelli sociali: la sua attenzione è attratta dalla sofferenza umana, dalla sconfitta, dalla tragedia. Di questo periodo sono da ricordare le litografie ''Ritorno dalla Russia'', dedicata ai soldati francesi feriti e stremati che ritornano dalla disastrosa campagna militare, e ''La guardia del Louvre'' in cui illustra una notizia letta sul giornale, di un mutilato di guerra che, scambiato per mendicante, viene allontanato dal Louvre da un guardiano; il veterano, allora, apre il cappotto mostrando le medaglie, nel plauso degli astanti, provocando il giusto imbarazzo del guardiano, che forse fino a quel momento si sentiva orgoglioso e superiore agli altri per la divisa d'ordinanza che porta, e ora ha davanti un vero eroe.
[[File:JEAN LOUIS THÉODORE GÉRICAULT - La Balsa de la Medusa (Museo del Louvre, 1818-19).jpg|thumb|left|upright=1.6|''[[La zattera della Medusa]]'', 1818-1819. Olio su tela, 491×716 cm. [[Parigi]], [[Museo del Louvre]].|link=File:JEAN_LOUIS_TH%C3%89ODORE_G%C3%89RICAULT_-_La_Balsa_de_la_Medusa_%28Museo_del_Louvre,_1818-19%29.jpg]]
Proprio questa passione per l'indagine della realtà lo porta ad occuparsi di cronaca. Mentre sta studiando il caso dell'omicidio di un giudice, viene raggiunto dalla sconvolgente cronaca di un tragico naufragio occorso nel [[1816]]. Siamo nel [[1818]] e solo ora arrivano al pubblico le notizie circa questo fatto che il Governo vuole insabbiare. La fregata ''Meduse'' stava trasportando, insieme ad altre navi, una delegazione francese nella Colonia [[senegal]]ese di St. Louis. A bordo c'erano circa 400 persone. Il 2 luglio 1816 (al quattordicesimo giorno di navigazione) la ''Meduse'' naufragò su una secca. Le scialuppe erano insufficienti e si costruì una zattera per ospitare i naufraghi rimasti senza mezzo di salvataggio. Erano centoquarantanove uomini, stipati sulla zattera. Ben presto (incomprensibile il motivo) venne tagliato il cavo che permetteva il traino della zattera da parte delle altre scialuppe. La zattera fu abbandonata ai flutti e non si fece nulla per soccorrerla. Iniziò (ed è questo che colpisce Géricault) una dura lotta per la sopravvivenza. Alcuni, moribondi, vennero buttati a mare, la fame, la sete e la disperazione diedero origine persino ad episodi di cannibalismo. Dodici furono i giorni dell'abbandono e della lotta, e quando una nave, l'''Argus'', raccolse i naufraghi, essi erano solo in quindici e tutti moribondi. Significa che ben centotrentaquattro furono i morti in quei terribili dodici giorni passati nell'angosciante coscienza di avere la morte a bordo. Inizialmente Géricault pensò di ricavarne una serie di litografie che illustrassero l'intera vicenda. Poi gli venne l'idea di farne un unico, grande, quadro, che prevedesse anche l'episodio di cannibalismo, significativo per illustrare la disperazione. Prese uno studio vicino all'Ospedale, e studiò dal vivo malati, moribondi, cadaveri, copiando persino pezzi anatomici (teste, braccia, piedi) da utilizzare per indicare il cannibalismo. Chiese, poi, agli amici di fargli da modelli per comporre la scena (fra cui un amico con l'[[itterizia]], scelto come perfetto per il ruolo). Fra i modelli da segnalare l'amico pittore [[Eugène Delacroix]] (che è l'uomo morto in primo piano a sinistra).
 
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[[File:Perelachaise-Gericault-p1000405.jpg|thumb|Tomba di Géricault.]]
 
Nel [[1822]] gli investimenti finanziari fatti al rientro dall'Inghilterra si dimostrano una [[truffa]] che gli causa perdite enormi. Si manifesta anche una forma [[disturbo depressivo|depressiva]] (secondo alcuni causata dalle critiche alla sua arte, sofferte per la sua straordinaria sensibilità, secondo altri causata dalla situazione sentimentale) che lo porta a rivolgersi al giovane e già noto alienista dottor [[Etienne-Jean Georget]]. Oltre alla terapia, sembra nascere un sincero rapporto di reciproca stima, che porterà Gericault a realizzare dal vivo 10 ritratti di alienati monomaniacali. Non sappiamo se l'idea di ritrarre i malati fosse di Géricault, e il dottore gli abbia concesso i permessi necessari per avvicinare questi soggetti e farli posare, e poi abbia ricevuto i quadri in dono come segno di gratitudine, oppure se l'idea fosse del dottore stesso, mettendo a profitto il raro talento del pittore per ottenere dei dipinti in grado di testimoniare i tratti tipici delle singole manie. Le dieci opere furono presto divise fra il dott. Georget (presso cui ne rimasero cinque, quelle che abbiamo) e i suoi colleghi (queste cinque opere, invece, risultano oggi disperse). Le monomanie che ci restano documentate sono l'invidia, la mania del gioco, la cleptomania e l'assassinio, il rapimento dei bambini e la mania del comando militare. Le espressioni sono colte con un'acutezza e una precisione eccezionali, tanto da rendere possibile la diagnosi. Restano fra i ritratti più belli mai realizzati. La loro datazione non è certa, ma dovrebbe essere compresa fra [[1822]] e [[1823]].
 
Nel 1822 avvengono anche le due cadute da cavallo che, trascurate, gli causano una lesione del midollo spinale, da cui la paralisi e infine la morte. Il 26 gennaio [[1824]], infatti, dopo un mese e mezzo di agonia, Géricault muore. Il Museo del Louvre, in quello stesso anno, acquista l'ormai famoso dipinto della ''Zattera della Medusa''.